Adda – San Genesio (22 km – 850 m D+)

Percorso trail facile e adatto alle giornate di maltempo. Solo per veri appassionati di corsa nel fango!

Periodo: Febbraio 2021

Partenza: Trattoria Cantù, Fornasette di Olginate

Distanza: 22 km

Dislivello: 850 m

Acqua: meglio portare almeno una borraccia

GPX (clic dx, salva link con nome)

Adda – San Genesio (22 km – 850 m D+)

In un lugubre fine settimana di inizio febbraio, sotto una pioggerella autunnale e immersi nella nebbia, io e super Tony abbiamo trovato comunque il modo di divertirci un po’ su un percorso facile e sicuro, che dall’Adda arriva al Monte di Brianza o di San Genesio che dir si voglia (877 m), passando per la città fantasma di Consonno.

Parcheggio strategico alla Trattoria Cantù

Dopo avere parcheggiato alle Fornasette di Olginate, davanti alla Trattoria Cantù – ovviamente vale solo se dopo il giro ci si ferma a pranzo, altrimenti trovatevi un altro parcheggio! – abbiamo imboccato la pista ciclo-pedonale lungo l’Adda in direzione Lecco. Quando piove, fango e pozzanghere la fanno da padroni, ma non fatevi scrupolo a sporcarvi le scarpe: non è niente rispetto a quello che si troverà sui sentieri tra Consonno e San Genesio.

Cominciamo a sporcarci le scarpe lungo l’Adda

Costeggiamo l’Adda per poco più di 5 km; a Olginate, abbandoniamo la ciclabile e attraversiamo il paese in leggera salita (seguire la traccia gpx). All’inizio della lunga strada a tornanti, particolarmente amata dai ciclisti, che sale fino a Consonno, troveremo una mappa del parco del Monte di Brianza e le prime indicazioni che ci interessano, quelle del sentiero 209 per Consonno.

L’imbocco del sentiero per Consonno

La segnaletica è chiarissima e non richiede ulteriori spiegazioni: si continua in salita, su un terreno piuttosto fangoso – e non è ancora niente rispetto a quello che ci aspetta tra un po’ – ma mai troppo ripido: si guadagnano circa 400 m in 2 km.

Seguiamo sempre il sentiero 209

Quando il sentiero sbuca sulla strada asfaltata, svoltiamo a sinistra e scendiamo per la foto di rito nella spettrale Consonno, che con la nebbia sembra ancora più lugubre di quello che è. Costruita negli anni Sessanta con l’intento di farne una sorta di Las Vegas italiana, Consonno è rimasta incompiuta e nel tempo si è trasformata in una decrepita, grottesca città fantasma.

Selfie davanti al tetro minareto di Consonno

Dopo un giretto tra gli edifici diroccati, si torna indietro per riprendere la strada da cui siamo arrivati. Noi abbiamo tagliato per un sentierino sulla sinistra, ma vista la quantità di fango è probabilmente consigliabile seguire la strada asfaltata che gira intorno al monte Regina (820 m).

Se il Tony accelera, lo perdo nella nebbia!

Abbandoneremo questa strada per prendere il fangosissimo sentiero n. 1 verso sinistra, in direzione San Genesio. Bisogna seguire questo sentiero, indicato in modo chiarissimo dal segnavia bianco-rosso (salvo un punto in cui bisogna stare un po’ a cercare le indicazioni, che comunque ci sono), fino al Monte di San Genesio. Non aspettatevi un panorama da “vetta”: rimaniamo sempre immersi nel bosco e, nel nostro caso, nella nebbia.

Sembra un set da film horror, ma è solo il San Genesio

Dopo una meritata pausa al ristoro alpino, scendiamo le scale e torniamo sui nostri passi per prendere il sentiero in discesa, anche questo molto fangoso, seguendo le indicazioni per Aizurro.

Seguiamo le indicazioni per Aizurro

Arrivati a Aizurro, svoltiamo a destra lungo la strada asfaltata e seguiamo in discesa il sentiero n. 4 che, tagliando i tornanti della strada, ci porta fino a Airuno.

Il sentiero n. 4 taglia i tornanti e ci porta a Airuno

Superiamo la linea ferroviaria e attraversiamo il paese (di nuovo, seguire la traccia gpx), fino a raggiungere una stradina sterrata tra i campi che ci riporterà alla ciclabile dell’Adda. La imbocchiamo verso sinistra e, in meno di un chilometro, siamo al punto di partenza.

Attraversiamo i campi verso l’Adda

Un super grazie a super Tony per le risate, le scivolate nel fango, la mangiata in compagnia e, least but not last, per avere posato come sempre per le foto a beneficio dei lettori di Trail Rings.