Anello da Eupilio passando per San Miro (18,5 km – 1320 D+)
Eupilio – Senterun – Pesora – Cornizzolo – Rai – San Miro – Gajum – Canzo – Eupilio
Periodo: Ottobre 2018
Partenza: Eupilio (383 m)
Distanza: 18,5 km
Dislivello: 1320 m
Acqua: si trova in diversi punti (via Cornizzolo, rifugio SEC, San Miro, Canzo).
GPX (clic dx, salva link con nome)
Questa è la variante breve di un altro giro (clicca qui per vederlo), a cui ho tolto una decina di chilometri e un bel po’ di dislivello. Si può fare in 3-4 ore.
Parcheggiamo a Eupilio, all’altezza del lago del Segrino. Partiamo da via Roma, aiutandoci con i cartelli marrone per prendere l\’inequivocabile strada asfaltata che sale verso il Cornizzolo – la pendenza è tale da permetterci di corricchiare, se siamo abbastanza allenati. Abbandoniamo la strada all’altezza dell’Alpe Carella (660 m), seguendo le indicazioni per il Senterun che porta a Canzo.
Il Senterun, che sale e scende nel bosco, ma principalmente scende, consente una corsa divertente e liberatoria fino a incontrare sulla destra, prima di arrivare a Canzo, il sentiero n. 3 per il Cornizzolo. Qui ricominciamo a salire e la pendenza, da modesta, diventa via via più sostenuta fino allo strappo finale con cui guadagniamo la cima del Pesora (1190 m), la prima delle tre vette che toccheremo lungo questa bellissima cresta erbosa.
Dopo il Pesora ci aspetta un divertente tratto di cresta, con discesa e successiva salita al Cornizzolo (1240 m). La croce di vetta è solitamente un crocevia per runner ed escursionisti, e non di rado vi si incontra anche qualcuno in procinto di lanciarsi con il parapendio. Dalla cima del Cornizzolo vediamo la strada asfaltata che sale da Eupilio, la stessa di cui abbiamo percorso il tratto iniziale fino all\’alpe Carella: la strada passa per il rifugio SEC e prosegue verso il Sasso Malascarpa, terminando all\’altezza dell\’enorme antenna che di sicuro non fatichiamo a individuare. Dietro all\’antenna, verso sinistra, distinguiamo i tre Corni di Canzo, mentre a destra vediamo il Rai, nostra prossima meta.
Scendiamo adesso verso la strada asfaltata e il Rifugio SEC Marisa Consiglieri (1050 m). Se abbiamo bisogno di riempire la borraccia, possiamo farlo al rubinetto che si trova all’esterno del rifugio, sempre che funzioni (meglio non darlo per scontato, a volte è chiuso).
Proseguiamo adesso lungo la strada asfaltata, lasciandoci alle spalle il rifugio e il Cornizzolo. Dopo un tratto semi-pianeggiante, dove possiamo sciogliere un po\’ le gambe, abbandoniamo l\’asfalto e prendiamo a destra il sentiero n. 3, che sale quasi parallelo alla strada, verso l’evidente cresta erbosa che ben presto ci conduce alla piccola croce del Monte Rai (1261 m).
Qui svoltiamo a sinistra, proseguendo in discesa lungo il sentiero n. 3 che porta alla bocchetta di San Miro, dove troviamo cartelli che indicano le varie direzioni. Noi dobbiamo seguire per Canzo e fonte di Gajum. Sempre in discesa e sempre ben segnato.
Dopo la bocchetta di San Miro una breve discesa nel bosco ci deposita sulla strada che dal Sasso Malascarpa scende verso il SEC. Il sentiero prosegue leggermente verso destra, di là dalla strada. Continuiamo a scendere, incrociando il sentiero n. 6, e proseguiamo in discesa nel bosco seguendo i segnavia bianco/rossi fino alla chiesetta di San Miro – che oltre a essere molto graziosa offre anche una comoda fontanella per riempire le borracce. Consiglio di evitare questo sentiero se nei giorni precedenti ha piovuto molto, perché in un attimo si trasforma in un fiume di fango.
Da San Miro si prende la strada di ciottoli, evitando le deviazioni su sentiero, e la si percorre in discesa fino alla fonte di Gajum. Qui si svolta a destra e si continua a scendere fino al centro di Canzo, superando la chiesa a sinistra e raggiungendo la fontanella incastonata nel muro alla nostra destra, ultimo rifornimento di acqua prima dei chilometri finali. Qui dobbiamo svoltare a sinistra e imboccare via Caravaggio, dopodiché al secondo incrocio, riconoscibile da una cappelletta e dal cartello che indica “lago di Segrino”, svoltiamo a sinistra e andiamo a prendere il sentiero che, con qualche divertente saliscendi nel bosco, ci conduce appunto al Segrino, sbucando sulla pista ciclabile che percorre il perimetro del lago. La prendiamo verso sinistra e in meno di 2 km siamo alla macchina.
Pizzo Arera (17 km – 1700 D+)
12 Ottobre 2018 by marta • Orobie Tags: arera, capanna 2000, corsa in montagna, orobie, periplo, plassa, sentiero dei fiori, trail running, zambla • 0 Comments
Cima e periplo, passando da Capanna 2000
Periodo: Ottobre 2018
Partenza: Plassa, Zambla Alta (circa 1230 m)
Distanza: 17 km
Dislivello: 1700 m
Acqua: non si trova, eventualmente si può acquistare a Capanna 2000 da cui passiamo sia all\’andata sia al ritorno.
GPX (clic dx, salva link con nome)
Si tratta di un giro più da camminare che da correre, con tanta salita e tratti molto tecnici. Consigliato solo a chi si sappia muovere con tranquillità su sentieri classificati come EE.
Parcheggiamo a Località Plassa – basta scrivere \”Plassa\” su Google maps e il navigatore ci porterà al punto desiderato. All\’altezza della macchinetta per il ticket, quindi nel punto in cui la strada diventa a pagamento, si trovano alcuni parcheggi dove possiamo lasciare l\’auto.
Proseguiamo a piedi lungo la strada asfaltata, i cui ampi tornanti si possono tagliare con tratti di sentiero, e arriviamo ben presto al Rifugio Alpe Arera – SABA (1560 m), da dove parte il sentiero CAI 222. Lo seguiamo fino a Capanna 2000.
Dietro al rifugio troneggia l\’Arera. Seguiamo le indicazioni che ci conducono lungo un ripido, faticoso sentiero di roccia e ghiaino fino all\’anticima, da cui ci separano un bel traverso e un divertente canalino attrezzato: occorre prestare un po\’ di attenzione, ma d\’altra parte è il punto più stabile di questa montagna, che per il resto sembra franare da tutte le parti.
Arrivando alla croce di vetta vediamo davanti a noi la via di salita lungo la parete nord, considerata una via alpinistica, per quanto semplice, e sconsigliata, almeno in discesa, agli escursionisti. La si potrebbe percorrere in salita, scendendo dalla normale, ma dato che il nostro obiettivo è il periplo abbiamo optato per un anello diverso.
Giunti in vetta percorriamo dunque la cresta verso destra, seguendo le rare indicazioni scritte, in blu sulla roccia, per la gara MAGA, che passa appunto da questa parte. La discesa qui è davvero tecnica, e bisogna stare attenti a non scivolare sul ghiaino di fondo. Percorriamo la linea della MAGA fino a incontrare il sentiero n. 244, che imbocchiamo verso sinistra – se invece ne aveste abbastanza di ghiaino franoso, andate a destra e arriverete rapidamente a Capanna 2000.
Il sentiero adesso è segnato bene, ma rimane molto tecnico e richiede la massima attenzione. Perdiamo ancora quota, girando intorno all\’enorme mole dell\’Arera in un paesaggio che diventa sempre più selvaggio, popolato da famiglie di camosci. Successivamente il sentiero ricomincia a salire – attenzione a non perdere di vista i bolli e a rimanere sul sentiero principale, perché l\’ambiente qui è davvero severo.
Arrivati al Passo di Corna Piana (2130 m), possiamo finalmente tirare il fiato: il sentiero CAI 218, o Sentiero dei fiori (variante alta) che prendiamo da qui è un\’autostrada a paragone di quello che abbiamo fatto finora. Da questo punto il giro diventa \”corribile\”.
In breve, con qualche divertente saliscendi su un sentiero molto bello e panoramico, arriviamo a Capanna 2000. Da qui non resta che ripercorrere la strada dell\’andata in discesa fino alla macchina.