La valle dell’Adda è da sempre una delle principali vie di comunicazione tra Milano e la Valtellina. Un ultramaratoneta milanese, volendo, potrebbe pensare di seguire il canale Martesana da via Melchiorre Gioia a Trezzo, e da qui risalire il corso dell’Adda fino a Lecco lungo la pista ciclabile. Superato il pittoresco abitato di Brivio, arriverebbe al punto in cui l’Adda va a formare il piccolo lago di Olginate, per poi di nuovo restringersi e riallargarsi nel lago di Garlate; e di nuovo sfocia in quel ramo del lago di Como che altri descrissero tanto meglio di come potrei fare io. Seguendo la ciclovia da Olginate verso Lecco, si è circondati da montagne dal profilo inconfondibile: sulla destra il Resegone, di fronte il Medale e le Grigne, a sinistra la sagoma collinare del Monte di San Genesio che scende dolcemente verso Galbiate, e risale per le creste fino alla vetta del Barro.
Questo lato sinistro della valle offre un ambiente perfetto, vario ma al tempo stesso sicuro, a bassa quota, per il trail invernale. Il giro che vi descrivo comincia a Olginate, appunto dalla ciclovia del lago che si percorre fino a Lecco; sale in vetta al monte Barro dal Sasso della Vecchia, supera l’ultima cresta e scende poi a Galbiate; da qui risale verso San Genesio, con poco dislivello e lunghi tratti corribili su carrozzabile e nel bosco; passa per Consonno, ultima folcloristica tappa del giro, e riconduce infine a Olginate con qualche chilometro di noiosa ma veloce discesa su asfalto. Un giro lungo, di 35 km, ma in gran parte corribile. Noi abbiamo impiegato circa 5 ore a passo relativamente tranquillo.
A Olginate si può parcheggiare in prossimità del palazzetto Ravasio. Si imbocca da qui la pista ciclabile in direzione Lecco, tenendo il lago sulla destra. Dopo 7 km e mezzo, poco prima del ponte Azzone Visconti, attraversiamo la strada e imbocchiamo verso sinistra via San Michele, seguendo le indicazioni per il Barro.
Ci attendono adesso oltre 700 m di salita ripida e ininterrotta: passiamo prima per Pian Sciresa e seguiamo i cartelli che indicano il la vetta del Barro. Il sentiero è semplice fino al Sasso della Vecchia: da qui si prende a sinistra un sentiero classificato come EE, con un paio di tratti su roccetta in cui bisogna disarrampicare con un po’ di attenzione. In caso di pioggia o neve, si può evitare la cima del Barro e, da Pian Sciresa, andare direttamente a Galbiate imboccando verso sinistra il Sentiero di Mezzo, anch’esso ben indicato.
Dalla croce di vetta, a 922 m, si gode di una vista a trecentosessanta gradi sulla valle dell’Adda e il lago, il monte di San Genesio che ci attende dopo Galbiate, il lago di Annone, la pianura padana, i monti lariani dal Cornizzolo al Moregallo, il Medale, le Grigne, la città di Lecco e il Resegone. Scendiamo seguendo il sentiero delle creste, che abbandoniamo per prendere quello verso destra per l’Eremo. Proseguiamo in leggera discesa e a un secondo bivio svoltiamo tutto a sinistra, sempre in discesa fino a Galbiate.
Alla fine del sentiero svoltiamo a destra e arriviamo in paese. Possiamo tenere come punto di riferimento la chiesa di Galbiate, che ci lasceremo sulla destra. Proseguiamo dritto, attraversiamo la strada e continuiamo verso il cimitero. Per un paio di chilometri corriamo su strada asfaltata in salita, fino a Mozzana – per questa parte, chi non è pratico del posto farà meglio a seguire la traccia gpx onde evitare di finire in vicoli o carrozzabili senza uscita. Da Mozzana si continua lungo via del Tuf fino a trovarsi sulla destra (siamo circa a 15,5 km dalla partenza) il sentiero per San Genesio.
Ci si addentra nel bosco, e anche qui consiglio di seguire la traccia gpx – il monte di San Genesio è sempre ben indicato, ma ci sono diverse strade per arrivarvi e tra gli alberi è facile perdere l’orientamento. In ogni caso seguiremo il sentiero n. 1 all’andata, da Galbiate a poco oltre San Genesio, poi prenderemo il n. 9 per Consonno. Questo tratto è un lungo saliscendi, in gran parte corribile, spesso fangoso anche perché molto frequentato dalle mountain bike.
A circa 22 km dalla partenza raggiungiamo finalmente il ristoro alpino e la chiesetta di San Genesio. Vedremo poco più in basso una strada che scende tutto a destra: noi dobbiamo prendere il sentiero leggermente a sinistra rispetto a questa strada, sempre il n. 1 in direzione Olgiate Molgora. Lo percorriamo in discesa per un chilometro, girando intorno alla chiesetta e addentrandoci nel bosco, fino a incrociare il sentiero n. 9, che imbocchiamo con una curva a gomito verso sinistra.
Adesso basta seguire le indicazioni per Consonno, tenendo presente che il percorso è ancora lungo e non tutto in discesa: le ultime salitelle e i tratti in falsopiano nel bosco risultano faticosi a questo punto del giro, ma possiamo consolarci pensando che alla fine ci aspettano ben 5 km di totale discesa!
Consonno è sempre un’esperienza divertente, soprattutto per chi la vede per la prima volta: spettrale e improbabile “città dei balocchi”, costruita negli anni Sessanta tra i boschi di Olginate da un facoltoso (e fantasioso) impreditore milanese, ebbe un destino meno glorioso di quello che il suo fondatore aveva immaginato e finì abbandonata, vandalizzata e dimenticata.
Dalla piazzetta di Consonno imbocchiamo la strada a tornanti che scende verso Olginate e, nel giro di pochi chilometri, ci ritroveremo in prossimità della macchina.
Barro – San Genesio (35 km – 1600 m D+)
7 Gennaio 2020 by marta • Lario, Valsassina Tags: adda, barro, ciclabile, ciclovia, colle brianza, como, corsa in montagna, creste, galbiate, giro invernale, inverno, lago, lecco, olginate, san genesio, sentiero, trail running • 0 Comments
Olginate – Lecco – monte Barro (922 m) – Galbiate – San Genesio (877 m) – Consonno – Olginate
Periodo: Gennaio 2020
Partenza: Olginate
Distanza: 35 km
Dislivello: 1600 m
Acqua: si trovano diverse fontanelle lungo tutto il percorso
GPX (clic dx, salva link con nome)
La valle dell’Adda è da sempre una delle principali vie di comunicazione tra Milano e la Valtellina. Un ultramaratoneta milanese, volendo, potrebbe pensare di seguire il canale Martesana da via Melchiorre Gioia a Trezzo, e da qui risalire il corso dell’Adda fino a Lecco lungo la pista ciclabile. Superato il pittoresco abitato di Brivio, arriverebbe al punto in cui l’Adda va a formare il piccolo lago di Olginate, per poi di nuovo restringersi e riallargarsi nel lago di Garlate; e di nuovo sfocia in quel ramo del lago di Como che altri descrissero tanto meglio di come potrei fare io. Seguendo la ciclovia da Olginate verso Lecco, si è circondati da montagne dal profilo inconfondibile: sulla destra il Resegone, di fronte il Medale e le Grigne, a sinistra la sagoma collinare del Monte di San Genesio che scende dolcemente verso Galbiate, e risale per le creste fino alla vetta del Barro.
Questo lato sinistro della valle offre un ambiente perfetto, vario ma al tempo stesso sicuro, a bassa quota, per il trail invernale. Il giro che vi descrivo comincia a Olginate, appunto dalla ciclovia del lago che si percorre fino a Lecco; sale in vetta al monte Barro dal Sasso della Vecchia, supera l’ultima cresta e scende poi a Galbiate; da qui risale verso San Genesio, con poco dislivello e lunghi tratti corribili su carrozzabile e nel bosco; passa per Consonno, ultima folcloristica tappa del giro, e riconduce infine a Olginate con qualche chilometro di noiosa ma veloce discesa su asfalto. Un giro lungo, di 35 km, ma in gran parte corribile. Noi abbiamo impiegato circa 5 ore a passo relativamente tranquillo.
A Olginate si può parcheggiare in prossimità del palazzetto Ravasio. Si imbocca da qui la pista ciclabile in direzione Lecco, tenendo il lago sulla destra. Dopo 7 km e mezzo, poco prima del ponte Azzone Visconti, attraversiamo la strada e imbocchiamo verso sinistra via San Michele, seguendo le indicazioni per il Barro.
Ci attendono adesso oltre 700 m di salita ripida e ininterrotta: passiamo prima per Pian Sciresa e seguiamo i cartelli che indicano il la vetta del Barro. Il sentiero è semplice fino al Sasso della Vecchia: da qui si prende a sinistra un sentiero classificato come EE, con un paio di tratti su roccetta in cui bisogna disarrampicare con un po’ di attenzione. In caso di pioggia o neve, si può evitare la cima del Barro e, da Pian Sciresa, andare direttamente a Galbiate imboccando verso sinistra il Sentiero di Mezzo, anch’esso ben indicato.
Dalla croce di vetta, a 922 m, si gode di una vista a trecentosessanta gradi sulla valle dell’Adda e il lago, il monte di San Genesio che ci attende dopo Galbiate, il lago di Annone, la pianura padana, i monti lariani dal Cornizzolo al Moregallo, il Medale, le Grigne, la città di Lecco e il Resegone. Scendiamo seguendo il sentiero delle creste, che abbandoniamo per prendere quello verso destra per l’Eremo. Proseguiamo in leggera discesa e a un secondo bivio svoltiamo tutto a sinistra, sempre in discesa fino a Galbiate.
Alla fine del sentiero svoltiamo a destra e arriviamo in paese. Possiamo tenere come punto di riferimento la chiesa di Galbiate, che ci lasceremo sulla destra. Proseguiamo dritto, attraversiamo la strada e continuiamo verso il cimitero. Per un paio di chilometri corriamo su strada asfaltata in salita, fino a Mozzana – per questa parte, chi non è pratico del posto farà meglio a seguire la traccia gpx onde evitare di finire in vicoli o carrozzabili senza uscita. Da Mozzana si continua lungo via del Tuf fino a trovarsi sulla destra (siamo circa a 15,5 km dalla partenza) il sentiero per San Genesio.
Ci si addentra nel bosco, e anche qui consiglio di seguire la traccia gpx – il monte di San Genesio è sempre ben indicato, ma ci sono diverse strade per arrivarvi e tra gli alberi è facile perdere l’orientamento. In ogni caso seguiremo il sentiero n. 1 all’andata, da Galbiate a poco oltre San Genesio, poi prenderemo il n. 9 per Consonno. Questo tratto è un lungo saliscendi, in gran parte corribile, spesso fangoso anche perché molto frequentato dalle mountain bike.
A circa 22 km dalla partenza raggiungiamo finalmente il ristoro alpino e la chiesetta di San Genesio. Vedremo poco più in basso una strada che scende tutto a destra: noi dobbiamo prendere il sentiero leggermente a sinistra rispetto a questa strada, sempre il n. 1 in direzione Olgiate Molgora. Lo percorriamo in discesa per un chilometro, girando intorno alla chiesetta e addentrandoci nel bosco, fino a incrociare il sentiero n. 9, che imbocchiamo con una curva a gomito verso sinistra.
Adesso basta seguire le indicazioni per Consonno, tenendo presente che il percorso è ancora lungo e non tutto in discesa: le ultime salitelle e i tratti in falsopiano nel bosco risultano faticosi a questo punto del giro, ma possiamo consolarci pensando che alla fine ci aspettano ben 5 km di totale discesa!
Consonno è sempre un’esperienza divertente, soprattutto per chi la vede per la prima volta: spettrale e improbabile “città dei balocchi”, costruita negli anni Sessanta tra i boschi di Olginate da un facoltoso (e fantasioso) impreditore milanese, ebbe un destino meno glorioso di quello che il suo fondatore aveva immaginato e finì abbandonata, vandalizzata e dimenticata.
Dalla piazzetta di Consonno imbocchiamo la strada a tornanti che scende verso Olginate e, nel giro di pochi chilometri, ci ritroveremo in prossimità della macchina.