Gaeta, dal lungomare al monte Orlando
Più o meno di strada tra Roma e Napoli, Gaeta è uno di quei posti dove un runner trova tutto ciò che può desiderare: un lungomare pulito e ordinato, per gli amanti della corsa in piano, e il promontorio del monte Orlando, per chi preferisce i saliscendi.
Quando passo da queste parti, mi piace alloggiare sulla costa un poco prima del centro di Gaeta, dove il lungomare è meno curato, ma c’è sempre un minimo di marciapiede con cui raggiungere la città vecchia e il promontorio. Posso così partire di corsa quando è ancora buio, riscaldarmi con qualche chilometro di strada con lo spettacolo dell’alba sul mare, raggiungere il promontorio e iniziare la salita al monte Orlando alla luce del giorno.
Il monte Orlando non arriva a 200 m, ma offre scorci fantastici su Gaeta vecchia, sul golfo di Gaeta e sulla falesia della Montagna Spaccata: luoghi magici, le cui origini affondano nel mito. Da qui si vede il Circeo, il promontorio identificato con Eea, l’isola di Circe: presso la maga che trasformava gli uomini in bestie Ulisse rimase, ospite e amante, per un anno del suo lungo viaggio nel Mediterraneo. Anche Enea passò da queste parti e fu proprio lui, secondo Virgilio, a dare il nome alla città, dopo avervi seppellito la nutrice Caieta. Dante ricorda entrambi gli episodi nel XXVI canto dell’Inferno, dove il racconto di Ulisse comincia così: “Quando / Mi diparti’ da Circe, che sottrasse / Me più di un anno là presso a Gaeta, / Prima che sì Enea la nomasse”.
Se volete esplorare il promontorio, percorrete il lungomare fino alla scuola nautica, dove la strada finisce, e prendete il vicolo lastricato che prosegue in salita a piccoli tornanti. Superate le ultime case, con terrazze dalla vista invidiabile, e la torre del castello Angioino, vertiginosamente a picco sul mare; scegliete poi la strada a sinistra che continua a salire, sempre a tornanti, fino a diventare sterrata. Nel parco del monte Orlando troverete sentieri ben segnati, terrazze panoramiche e, nel punto più alto, un mausoleo romano perfettamente conservato.
Consiglio: non andatevene da Gaeta senza avere reintegrato con la tradizionale tiella al polpo!