Moregallo EE (12 km – 1200 m D+)
Giretto breve ma intenso da Valmadrera. Salita a San Tomaso, rifugio SEV, creste del Moregallo e discesa via Preguda.
Periodo: Giugno 2022
Partenza: Valmadrera (LC)
Distanza: 12 km
Dislivello: 1200 m
Acqua: fontane in salita
GPX (clic dx, salva link con nome)
Poco tempo a disposizione ma voglia di trail, dove andare se non nel fantastico triangolo lariano? La mia heat-map di Strava in questa zona è un groviglio di linee rosse, da quante volte l’ho girata in lungo e in largo, ma ci sono sempre nuovi sentieri da scoprire e mille modi diversi di concatenarli! Tra le montagnette del Lario la mia preferita è senza dubbio il Moregallo, che vi ho già proposto in diverse salse (per esempio qui e qui).
Parcheggio poco dopo le 7 davanti al Sigma di Valmadrera, imposto il disco orario dalle 8 alle 9 e cerco di capire se posso fare il giro che ho in mente in meno di due ore. Ovviamente la risposta è no, ma decido che lo spauracchio della multa è una buona motivazione per far girare le gambe. (Se volete prendervela con calma, troverete facilmente parcheggi senza disco orario poco fuori dal centro del paese). Parto di corsa, che il giro è breve e la multa incombe, e salgo verso la frazione Belvedere lungo una piacevole stradina pedonale. Superate le ultime case, imbocco la mulattiera che mi porterà a San Tomaso.
Questa stradina, in salita ma sempre corribile, con qualche tratto piano in cui si può tirare il fiato, si presta particolarmente bene agli allenamenti trail. Faccio il mio ingresso trionfale alla piana di San Tomaso, dove trovo solo un gregge di pecore e un pastore perplesso. C’è una fontanella, ma visto il caldo mi sono portata una bella scorta d’acqua e non ho bisogno di fare rifornimento.
Da qui bisogna prendere il sentiero 4-8 verso Pianezzo. Ci sono diversi sentieri, ma le indicazioni in questa zona sono sempre chiare e precise, per cui basta fare attenzione ai cartelli e non si può sbagliare.
La salita è a tratti ripida, a tratti più morbida e quasi corribile, in ogni caso sempre bene indicata. Incontro un’ultima fontana a un crocevia di sentieri, dove continuo a seguire il mio 4-8. Sbuco alla bocchetta di Luera (1209 m) e proseguo verso il rifugio SEV, che ben presto comincio anche a vedere.
Il sentiero cambia faccia quando passo sotto le falesie del Corno centrale: la roccia qui è bianca e l’ambiente ricorda, sia pure per un breve tratto, quello di alta montagna. Dura poco e torno a immergermi nel bosco. Raggiunto il rifugio SEV, scendo per il prato e prendo il sentiero in discesa nel bosco seguendo le indicazioni per Valmadrera: lasciandomi alle spalle i Corni di Canzo, mi dirigo verso il Moregallo. Alla bocchetta di Moregge (1110 m) ricomincio a salire lungo le creste (solo per escursionisti esperti).
Da quassù la vista può spaziare lungo tutto il ramo lecchese del lago di Como, fin quasi a Colico. Bisogna mantenersi sempre il più in alto possibile lungo il filo di cresta: i sentieri che tagliano di traverso la montagna poco più in basso sono spesso coperti di vegetazione e più adatti agli animali che alle persone. In effetti, gli unici altri escursionisti che trovo a spasso sono delle pecore con una spiccata inclinazione per l’arrampicata sportiva.
Nell’ultimo tratto, quando la vetta del Moregallo è ormai in vista, delle catene aiutano nella discesa e nella risalita dell’ultima cresta. Si continua a vedere il lago di Annone, mentre il lago di Como è nascosto dalla montagna: mi raccomando, non fatevi tentare dalle tracce (di animali) che sembrano scendere lungo l’erto versante nord, seguite sempre i bolli e il sentiero principale che vira appunto verso il lago di Annone.
Sbuco in vetta (1276 m), saluto velocemente la madonnina che con la consueta imperturbabilità domina sul Barro e sui laghi sottostanti, e riparto di corsa alla volta del sasso di Preguda. Sono ormai le 9 e mi auguro che i vigili non stiano già cominciando a girare per Valmadrera, perché mi manca ancora un bel pezzetto! Dalla bocchetta di Sambrosera continuo a seguire il sentiero n. 6 per Valmadrera via Preguda e, dopo un breve tratto pianeggiante, scavalco le creste e comincio la ripida discesa verso Valmadrera.
Incrocio il sentiero Paolo e Eliana, ottima alternativa per rientrare a Valmadrera da frazione Belvedere, ma continuo a seguire il più panoramico sentiero per Preguda. La discesa è piuttosto ripida e sdrucciolevole, scivolo un paio di volte ma sono determinata a raggiungere la mia macchina prima dei vigili! Finalmente la pendenza si addolcisce, il ghiaino scivoloso cede il passo al più morbido terreno del bosco e raggiungo infine il sasso di Preguda (647 m) e l’annessa chiesetta.
Proseguo in discesa seguendo il percorso permanente della Dario & Willy e il sentiero mi porta ben presto a una strada carrozzabile. Questa strada va seguita, ma solo per un breve tratto. Senza lasciarvi ingolosire dalla discesa (errore che ho già fatto), buttate un occhio sulla destra e troverete il facile e comodo sentiero per Valmadrera.
Da qui al centro del paese ci metto poco. Ho sforato di un’ora rispetto al mio disco orario, ma per fortuna niente multa!
Anello Birone-Moregallo EE (13 km – 1600 m D+)
30 Dicembre 2023 by marta • Lario 0 Comments
Valmadrera – Corno Birone (1116 m) – Rai (1259 m) – Sasso Malascarpa – La Colma (997 m) – forcella dei Corni (1298 m) – rifugio S.E.V. – bocchetta di Moregge (1110 m) – Moregallo (1276 m) – fonte di Sambrosera – San Tomaso – Valmadrera.
Periodo: Dicembre 2023
Partenza: Valmadrera (cimitero di Caserta)
Distanza: 13 km
Dislivello: 1600 m
Acqua: fonte di Sambrosera, San Tomaso.
GPX (clic dx, salva con nome)
La vigilia di Natale Samuel, che ha accettato di posare come ragazzo immagine per questo post, mi ha regalato un giro panoramico e divertente sulle montagnette del Lario, breve nel chilometraggio ma intenso nella tecnicità! Se state pensando che 13 km non richiedono più di un paio d’ore, vi consiglio di metterne nel conto almeno una in più.
Questo strano 24 dicembre 2023, con temperature vicine ai venti gradi e raffiche di vento a tratti fortissime, abbiamo trovato i sentieri poco affollati e un cielo così terso che stare a casa sarebbe stato un sacrilegio.
Parcheggiamo vicino al cimitero di Valmadrera, appena sotto il santuario di San Martino. Da qui, prendiamo la mulattiera in salita e seguiamo le precisissime indicazioni – la segnaletica dei monti lariani è la migliore che abbia finora trovato in Italia – del sentiero n. 5 in direzione Corno Birone.
Troviamo indicato anche il percorso della Dario e Willy, storica gara che si corre ogni primo maggio su questi sentieri. La salita all’inizio si presenta dolce e a tratti corribile, ma conosciamo troppo bene queste montagne per lasciarci ingannare: ben presto ci troviamo infatti catapultati nell’ambiente impervio e selvaggio del Corno Birone, con pendenze esagerate dove camosci e cerbiatti la fanno da padroni.
Il sentiero n. 5 è classificato come EE (per escursionisti esperti) e ci troviamo, nei tratti più ripidi, ad arrampicarci per roccette più che a camminare. Finalmente guadagniamo la croce di vetta del Corno Birone (1116 m), da cui la vista spazia sui laghi e sulle montagne del Lario e del lecchese.
La prossima meta è il Rai, una montagna poco più alta e decisamente meno impervia rispetto al Birone. Le indicazioni da seguire sono quelle per il Cornizzolo, dato che il monte Rai è di strada.
In cima al Rai (1259 m) troviamo una piccola croce e, poco più in basso sulla sinistra, una madonnina che osserva pensierosa il lago di Annone. Di fronte a noi c’è la più nota montagna del triangolo lariano, il Cornizzolo, ma noi prendiamo il sentiero in discesa verso destra e ci dirigiamo verso l’inconfondibile antenna del Sasso di Malascarpa.
Aggiriamo il Sasso di Malascarpa, che si distingue dagli altri rilievi della zona per essere formato da strati sedimentari e, per il suo valore geologico, è riconosciuto come riserva naturale. Corricchiamo un po’, intanto che si riesce, lungo un bel sentiero con vista sui Corni di Canzo, prima di tuffarci in discesa verso La Colma.
Alla Colma si incrociano diversi sentieri: noi prendiamo quello che prosegue dritto verso la forcella dei Corni, che con i suoi quasi 1300 metri è il punto più alto del nostro giro. La salita è quasi piacevole, su sentiero facile e pulito, mai troppo ripido.
Dalla forcella, scendiamo verso il rifugio S.E.V., oggi chiuso. Nonostante il caldo e il vento, su questo versante il sentiero è fangoso e a tratti persino ghiacciato. Dal rifugio, la vista sulle Grigne e sul ramo lecchese del lago di Como è sempre fantastica. Ho perso il conto delle volte che sono passata di qui, ma non c’è volta che non mi fermi per una foto!
Scendiamo ora in direzione Valmadrera e continuiamo a perdere quota fino alla bocchetta di Moregge. Da qui prendiamo prendiamo il sentiero, solo per escursionisti e runner esperti, che porta al monte Moregallo.
Dopo il primo tratto in cresta, prendiamo il sentiero che passa poco sotto, il modo più veloce per arrivare alla vetta del Moregallo. Siamo infatti in ritardo sulla tabella di marcia e abbiamo da tempo finito l’acqua. Con più tempo a disposizione, consiglio la variante che percorre il filo di cresta.
Dopo un ultimo tratto attrezzato con catene, raggiungiamo la madonnina e la croce di vetta del Moregallo (1276 m), che tra le cime lariane rimane sempre la mia preferita.
Assetati, ci affrettiamo verso la bocchetta di Sambrosera e da qui scendiamo per la via più diretta fino all’omonima fonte.
Prendiamo ora il sentiero n. 5 verso San Tomaso, un grazioso alpeggio con un enorme prato panoramico, di solito molto frequentato dalle famiglie. Superato l’agriturismo Rusconi, da cui arriva un invitante profumino, scendiamo fino a Valmadrera seguendo sentieri non segnati: Samu è ormai un local e li conosce alla perfezione!