Giro alto in Valmalenco (27,8 km – 1900 m D+)

Dal lago di Campo Moro (1.996 m) al rifugio Carate (2.636 m) – Alta Via della Valmalenco fino al rifugio Bignami (2.401 m) – discesa verso il lago di Gera – Alpe Gembré (2.213 m) – passo Confinale (2.628 m) – Cima Fontana (3.068 m) – ritorno a Campo Moro lungo il lago di Gera.

Periodo: Luglio 2019

Partenza: Campo Moro (1.996 m)

Distanza: 27,8 km

Dislivello: 1.900 m

Acqua: fontana all’alpe Gembré, più numerosi ruscelli e torrenti.

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Un giro spettacolare, tutto sopra i 2.000 m, che attraversa la Valmalenco con scorci meravigliosi sul ghiacciaio Fellaria e sul lago di Gera, portandoci anche a conquistare una vetta oltre i 3.000 m. Le difficoltà tecniche sono minime, ma anche in piena estate è meglio avere nello zainetto un minimo di attrezzatura per l’alta montagna: ramponcini, bastoncini e giacca antivento.

Si parte da Campo Moro, dal parcheggio (gratuito) davanti al rifugio Poschiavino. Ci scaldiamo le gambe prendendo la strada che con una curva a gomito svolta tutto a sinistra, in discesa, verso la diga del lago di Campo Moro. Attraversiamo la diga e proseguiamo ancora per un breve tratto in discesa fino a incontrare di fronte a noi, nel punto in cui la strada svolta a sinistra per l’Alpe Musella, il sentiero che sale verso il rifugio Carate. Una prima salita ci porta a guadagnare circa 200 metri di dislivello, dopodiché possiamo tirare il fiato con un chilometro abbondante di sentiero semipianeggiante nel bosco. Di nuovo il percorso si impenna con uno strappo in cui saliamo di altri 500 metri, arrivando al rifugio Carate (2.636 m).

Si prosegue ora verso destra, lungo l’Alta Via della Valmalenco, in direzione del rifugio Bignami. Tra roccette, sfasciumi e residui di neve bisogna muoversi con cautela, senza perdere di vista i bolli bianco-rossi che indicano la retta via in mancanza di un vero e proprio sentiero da seguire. Dopo un tratto più o meno pianeggiante, una nuova salita ci porta a quota 2.820 m, alla Forca di Fellaria. Da qui la vista può spaziare a trecentosessanta gradi sull’ambiente maestoso intorno a noi, dal Sasso Moro al Monte delle Forbici alla Cima Fontana – meta, quest’ultima, del nostro giro.

Proseguiamo ora in discesa verso l’Alpe di Fellaria e il rifugio Bignami. Pietraie e nevai lasciano gradualmente il posto a una valle bucolica, con ampi prati verdi e un bel torrente spumeggiante che abbiamo giudicato abbastanza sicuro per rifornirci d’acqua. Di fronte a noi la vista si apre su quello che è rimasto del ghiacciaio Fellaria.

Giunti al rifugio Bignami (2.401 m), che gode di una posizione davvero invidiabile ai piedi del ghiacciaio e sopra il lago di Gera, imbocchiamo il sentiero in discesa verso sinistra, seguendo le chiare indicazioni per Gembré, Val Poschiavina, Passo Confinale. 

Perdiamo quota fino ad arrivare praticamente al livello del lago, per poi ricominciare a salire verso l’Alpe Gembré. Poco dopo l’inizio della  salita, incontreremo un bivio dove dobbiamo tenere la destra per poter attraversare il torrente all’altezza di un ponticello: il sentiero di sinistra porta sempre all’Alpe Gembré, ma costringe a un guado un po’ antipatico.

L’alpeggio, abitato durante i mesi estivi dai pastori, vanta una vista forse ancora più bella del Bignami, dal lago di Gera al ghiacciaio sovrastante. Qui troviamo, finalmente, una fontana dove rinfrescarci e rifornirci d’acqua.

Abbandoniamo ora il sentiero che percorre il perimetro del lago di Gera e imbocchiamo quello in salita verso il passo Confinale e il bivacco Anghileri-Rusconi.

Una ripida salita ci condurrà a un ampio pianoro, dove incontreremo, sulla destra, delle indicazioni per la Val Poschiavina: dovrebbe esserci qui un sentiero, che però noi non abbiamo trovato. Proseguiamo comunque dritto, in leggera salita, fino al passo Confinale, che separa formalmente l’Italia dalla Svizzera, la Valmalenco dalla Val Poschiavo. Qui continuiamo a salire verso sinistra, arrivando ben presto al bivacco Anghileri-Rusconi (2.654 m), ben visibile per il suo colore arancio fiamma.

Si supera il bivacco e si prosegue in ripida salita, cercando di non perdere di vista i bolli bianco-rossi e i sempre più rari tratti di sentiero evidente. Il nostro percorso verso la Cima Fontana è comunque l’unico evidenziato dai segnavia, per cui è difficile sbagliare.

Ma la traccia tra rocce, sfasciumi e nevai diventa via via più labile, in un paesaggio che si fa sempre più selvaggio, lunare. Tra i residui di neve scrosciano piccoli e grandi corsi d’acqua, che qua e là formano cascatelle e laghetti, mentre sullo sfondo domina il ghiacciaio Fellaria. Uno spettacolo davvero magnifico.

Seguiamo il sentiero lungo un’ampia curva verso sinistra e arriviamo finalmente alla cresta sommitale, che percorriamo prestando attenzione ai pochi tratti esposti. Qui il sentiero è praticamente inesistente, ci muoviamo seguendo i bolli tra rocce e sfasciumi. Siamo ormai oltre i 3000 metri e la quota si fa sentire nelle gambe e nei polmoni.

Dalla vetta (3.068 m) si dovrebbe godere di un panorama impagabile… anche se noi non siamo stati fortunati con il meteo!

Torniamo ora sui nostri passi, ripassando per il bivacco, il passo Confinale, giù per il pianoro e fino all’Alpe Gembré, che vista dall’alto è ancora più bella. 

All’alpeggio, riprendiamo il giro del lago di Gera laddove lo avevamo interrotto per salire alla Cima Fontana: questo facile sentiero, molto bello e panoramico in quanto costeggia appunto il lago, ci porterà in 5 km – in gran parte in discesa, ma con ancora qualche breve tratto di salita – alla diga del lago di Gera e, da qui, alla strada asfaltata che ci ricondurrà a Campo Moro.