Linzone e Tesoro da Caprino Bergamasco (28,5 km – 1500 m D+)

Dalla chiesa di Sant’Antonio Abate, Caprino Bergamasco, a Col Pedrino (814 m); salita al Linzone (1.392 m), traversata in cresta fino al monte Tesoro (1.432 m) passando per Il Pizzo (1.400 m), discesa da Forcella Bassa e poi Colle di Sogno (954 m); ritorno da Torre de’ Busi e località Casarola.

Periodo: Marzo 2019

Partenza: Caprino Bergamasco (315 m)

Distanza: 28,5 km

Dislivello: 1500 m

percorso in formato GPX (clic dx, salva con nome)

La cresta tra il Linzone e il Tesoro, nonostante gli enormi, antiestetici ripetitori che la rendono facilmente riconoscibile sia dal lecchese sia dalla bergamasca, offre un panorama unico, dove la vista può spaziare dalle Orobie al Monte Rosa pur non superando i 1.400 m di altezza. Tra aprile e maggio questa zona è resa particolarmente bella dalla fioritura dei narcisi.

I punti di partenza per salire al Linzone sono infiniti. Per mettere insieme un dislivello un po’ consistente, ho deciso in questo caso di parcheggiare a Caprino Bergamasco, davanti alla chiesa di San’Antonio Abate, dove ho trovato posto in abbondanza nonostante fosse domenica mattina.

Si comincia a correre in leggera salita lungo via Sant’Antonio, in direzione delle montagne che svettano davanti a noi, e si svolta poi a destra in via Casale. Una breve discesa ci depositerà sulla strada per Perlupario, che imbocchiamo verso sinistra. Prendiamo poi il sentiero in salita a sinistra, seguendo le indicazioni per Opreno e Col Pedrino. Questo sentiero taglia i primi tornanti della strada asfaltata che dobbiamo seguire, anche quando i tagli finiscono, fino a Opreno.

Attraversiamo il piccolo abitato e, quando la strada finisce, proseguiamo sul comodo e largo sentiero per Col Pedrino, sempre bene indicato. Si guadagna quota molto tranquillamente, con lunghi tratti pianeggianti tutti da correre. Arrivati a Col Pedrino, dobbiamo imboccare la strada asfaltata in discesa verso destra – bisognerà perdere un centinaio di metri di dislivello prima di ricominciare a salire verso il Linzone.

Seguiamo la strada, che fa prima una strettissima curva a gomito verso sinistra e successivamente un’altra stretta curva a destra, nello stesso punto in cui attraversa un piccolo torrente – e dove comincia la scalinata della Valcava, ottima alternativa per chi ama il vertical! Subito dopo la curva incontriamo sulla sinistra il sentiero per il Linzone, ben segnalato da un cartello.

Il sentiero sale dapprima dolcemente nel bosco, fino a una baita a circa 800 metri di altezza. Da qui in poi, la salita si impenna, portandoci a guadagnare circa duecento metri in meno di mezzo chilometro.

Si passa per un bel bosco di betulle, molto verticale, e faticosamente si sbuca in cima a un panettone che – scopro dalla mappa – prende il nome di Monte Placca. Approfittiamo di questo breve tratto in piano e poi in discesa per recuperare fiato e dare un po’ di tregua alle gambe, prima di riprendere la salita verso la cima del Linzone.

Ci aspettano ancora circa 300 metri di dislivello, piuttosto faticosi in verità, prima di arrivare alla croce di vetta. Qui ci sentiremo immediatamente ripagati di tutta la fatica dal panorama che si apre a 360 gradi sulle montagne circostanti, dalle Orobie alle Grigne al Monte Rosa in lontananza.

Di certo non possiamo non vedere i ripetitori che svettano a sinistra, e che ci indicano la direzione da prendere. A questo punto non serve più, infatti, seguire le indicazioni né la traccia gpx, basta proseguire in cresta verso le enormi antenne. Dopo averle superate, il sentiero ci deposita sulla strada asfaltata, via Valcava, all’altezza del valico – generalmente troveremo questo punto affollatissimo di ciclisti e motociclisti. Attraversiamo la strada e riprendiamo il sentiero dall’altra parte, seguendo le indicazioni per il Monte Tesoro.

Il sentiero è semi-pianeggiante, con qualche breve salita e discesa. Si rimane sempre in cresta, passando per la cimetta Il Pizzo, fino a raggiungere l’ampia vetta del Tesoro, dove si trovano una croce, un sacrario e, al piano sottostante, un rifugio-ristoro con tanto di bagni esterni. 

La vista da qui è molto bella: finalmente libera dalle antenne, si apre sulla valle dell’Adda, i laghi e le montagne che fanno loro da sfondo, via via fino al Rosa. Adesso si tratta di scendere e tornare, con un lungo giro, al punto di partenza. Attraversiamo la cima del Tesoro, superiamo il sacrario e imbocchiamo il sentiero in discesa dal lato opposto a dove siamo arrivati. Lo seguiamo perdendo rapidamente dislivello nel bosco, fino a incontrare la strada carrozzabile per Carenno. Seguiamo questa strada, molto comoda e in discesa – un tornante si può evitare, risparmiando forse un chilometro, se seguiamo il sentiero che scende a sinistra fino a Forcella Bassa. Da qui si riprende la strada verso sinistra.

Al quinto tornante da Forcella Bassa, abbandoniamo la strada che svolta tutto a destra e prendiamo il sentiero 811 a sinistra. Percorriamo questo bel traverso che, passando per alpeggi abbandonati e centri ancora abitati, ci condurrà a un pittoresco paesino dal nome evocativo: Colle di Sogno. Attraversiamo il paese e raggiungiamo la strada asfaltata, che dovremo percorrere in discesa fino a quando, all’altezza di una stretta curva a sinistra, incontriamo una stradina secondaria che si stacca sulla destra. La imbocchiamo e la percorriamo fino a incontrare sulla sinistra il sentiero 822, che porta a Torre de’ Busi.

Arrivati al centro abitato, prendiamo per un breve tratto la strada statale in discesa, prestando attenzione alle auto. Incontreremo due vie secondarie in ripida discesa alla nostra sinistra: la prima è una via chiusa, dobbiamo prendere la seconda – via Fontana, che ci porterà di nuovo sulla statale. Svoltiamo a sinistra, mantenendoci sul sentierino che costeggia la strada, protetto dal guard rail, e imbocchiamo poi il ponte e la strada a sinistra, abbandonando quindi di nuovo la statale.

Seguiamo ora la strada in salita verso località Casarola e da qui, infine, il sentiero verso Caprino Bergamasco, che ci riporterà sulla strada da Opreno già percorsa all’andata. Da qui torniamo alla chiesa, di cui comunque dovremmo scorgere facilmente il campanile.