Passo Camerozzo EE (28 km – 2045 m D+)

Uno dei passi più spettacolari del sentiero Roma, con salita tostissima dalla valle del Ferro e discesa panoramica dalla val Porcellizzo.
Filorera – San Martino – val di Mello – casera Ferro – bivacco Molteni-Valsecchi (2515 m) – passo Camerozzo  (2765 m) – rifugio Gianetti – Bagni di Masino – San Martino – Filorera.

Periodo: Agosto 2023

Partenza: Filorera

Distanza: 28 km

Dislivello: 2045 m

Acqua: fontana alla Gianetti.

GPX (clic dx, salva link con nome)

Non è estate senza un giretto sul sentiero Roma!

Quest’anno l’occasione è stata la salita al Badile di Samu e Meme: decido di aspettarli alla Gianetti e, per ingannare l’attesa, di spararmi una bella salita nella valle del Ferro scavallando in val Porcellizzo dal passo Camerozzo. Roberto, che conosce le tracce di Trail Rings meglio di me, è in vacanza in Valtellina e decide di accompagnarmi. Il cielo è terso e la giornata non potrebbe cominciare meglio!

Partenza da Filorera.

Parto da Filorera, dove trovo facilmente posto lungo il torrente poco dopo la Casa della Montagna – dove comincia e finisce il Kima, uno dei giri più belli che abbia mai fatto. Roberto mi aspetta al campo sportivo di San Martino, che in effetti sarebbe il punto di partenza più logico per il nostro giro: ma alla ressa dei villeggianti a caccia di selfie in val di Mello preferisco un paio di chilometri di corsa lungo la ciclabile che collega i due paesi. Insieme prendiamo il sentiero che si addentra in val di Mello e lo percorriamo per poco meno di un chilometro; attraversiamo il torrente e seguiamo brevemente la strada fino a trovare le indicazioni per la valle del Ferro.

Indicazioni per la valle del Ferro.

La prima parte di salita nel bosco è facile e piacevole, con pendenza moderata e sentiero ben segnato, ma sappiamo che la pacchia durerà poco. Entrambi, infatti, dopo avere percorso una volta la valle del Ferro in discesa ci siamo ripromessi di non commettere più questo errore. In salita, invece, è un’altra storia: il percorso, faticoso ma fattibile, si svolge in un bellissimo anfiteatro di placche granitiche e cascatelle, che si apprezzano appieno solo in questo senso di marcia.

Valle del Ferro – parte bassa.

La parte più dura della salita è quella che va dalla casera Ferro al bivacco Molteni-Valsecchi: un pratone ripido e poco battuto, dove il sentiero si perde nell’erba alta e la pendenza aumenta esponenzialmente insieme alla quota (o almeno dà questa impressione).

Valle del Ferro – parte alta.

Man mano che saliamo, davanti a noi si apre il classico sfondo del sentiero Roma: vette aguzze come lame affilate – in questo caso i pizzi del Ferro e, a sinistra, il pizzo Camerozzo con l’omonimo passo – contro un cielo blu cobalto. Ho perso il conto delle volte che sono stata da queste parti, ma ogni volta la meraviglia è la stessa.

Al bivacco Molteni-Valsecchi.

Finalmente raggiungiamo il bivacco e ci concediamo una meritata pausa, ma siamo ben presto messi in fuga da una pecora assassina che ha deciso di mangiare o me, o il Tronky nel mio zainetto: entrambe le soluzioni mi sembrano inaccettabili. Pazienza, siamo ormai arrivati sul sentiero Roma che, dal bivacco al passo Camerozzo, è quasi pianeggiante e ci permette di tirare il fiato.

Le prime catene del passo Camerozzo.

Il sentiero Roma, a differenza della salita dalla valle del Ferro, è segnato ottimamente e piuttosto battuto, nonostante la difficoltà del percorso. Tra i sette passi, il Camerozzo è uno dei più alti e difficili: per chi non si senta più che sicuro in questo tipo di ambiente, è raccomandato l’uso di imbrago e kit ferrata.

Verso il passo Camerozzo.

La salita verso il passo è la parte più lunga e impegnativa, mentre la discesa è più breve e pochi tratti attrezzati, in cui comunque bisogna fare attenzione, ci depositano sul lungo sentiero che attraversa la val Porcellizzo. Davanti a noi si stagliano il Cengalo e il Badile, e vediamo già la Gianetti in lontananza.

Rifugio Gianetti.

La traversata non è breve, ma alla fine raggiungiamo il rifugio, dove vado a informarmi sulle cordate dirette al Badile. Mi dicono che dovrò aspettare almeno un paio d’ore, per cui mi metto comoda, mentre Roberto dopo un’oretta comincia a scendere. Vado in fissa sul Badile (scottandomi la faccia, perché il sole splende proprio in quella direzione) e finalmente vedo scendere i miei amici.

Gli amici in discesa dal Badile.

La mia discesa con Meme e Samu appesantiti da zaini e corde è bella rilassata: per una volta corrono al mio passo! Senza contare che il sentiero dalla Gianetti è decisamente più semplice rispetto a quello percorso in salita. Ai Bagni di Masino li saluto per proseguire in discesa verso San Martino e poi Filorera – ma con tempismo perfetto ci ritroviamo al bar di Ardenno per l’aperitivo!