Un percorso tecnicissimo per creste aeree e traversi esposti caratterizza buona parte del sentiero 4 luglio, dove ogni estate si corre una delle gare più importanti della Valtellina. Vedere i tempi dei più forti ci fa sentire delle cacchine, ma insomma noi Martas siamo poco ambiziose e giriamo più che altro per divertirci!
Il giro è bellissimo e merita una gita fuori gara, per godersi appieno i panorami e il silenzio di queste selvagge Orobie valtellinesi.
Abbiamo lasciato un’auto al parcheggio Fucine-Les di Corteno Golgi, all’imbocco della strada che sale verso Sant’Antonio, e l’altra a Santicolo, punto di arrivo della gara, per seguire il percorso ufficiale; un inaspettato maltempo, però, ci ha costretto a tagliare l’ultima parte, verso la fine delle creste, scendendo dalla val Torsolazzo verso Corteno Golgi anziché terminare il giro a Santicolo. Questa soluzione d’emergenza si è rivelata interessante, con una bella discesa facile e corribile, e mi sento di consigliarla.
Per andare a prendere il sentiero 4 luglio vero e proprio bisogna per prima cosa salire a Sant’Antonio (1125 m) lungo la strada asfaltata e, poi, seguire le indicazioni per Campovecchio. Da qui si prosegue in direzione passo Sellero: non dritto, come facciamo dapprima noi, attirate da un asinello che sembra un Trudy e dall’invitante indicazione “3.30 h”; bensì verso destra, seguendo il sentiero 107 che si inoltra nel bosco, con tempo di percorrenza 6 h.
Guadagniamo quota in modo costante, su comodo sentiero, fino allo Zapel dell’Asen (2026 m). Da qui alla Val Rosa ci aspetta un lungo e accidentato traverso di 6 km, dove con ogni probabilità i top runner corrono al quattro e trenta, mentre noi non vediamo altra soluzione che camminare di buon passo.
Per fortuna abbiamo l’idea di rabboccare le borracce a un ruscello: sarà l’unico punto acqua da qui alla fine del giro! Finalmente dalla Val Rosa (1970 m) riprendiamo a salire. Non c’è anima viva e ci godiamo lo spettacolo delle creste che andremo a percorrere nella pace e nel silenzio. Man mano che saliamo, l’erba cede il posto alla pietraia e il sentiero, sempre ben segnato, si inerpica verso il passo Telenek (2560 m).
Dal passo, ci dirigiamo verso la cima Sellero (2744 m), il punto più alto della gara. Da qui in avanti il sentiero segue il filo di cresta, ed è un vero spettacolo!
Ci aspetta ora il tratto più tecnico del giro, una discesa piuttosto ripida con catene che ci porta al passo Sellero (2400 m).
A questo tratto attrezzato seguono, prima e dopo il passo Sellero, crestine aeree e traversi esposti: se dovessi classificare questo sentiero 4 luglio, cosa che non farò perché non sono un CAI e non scrivo per gli escursionisti, lo definirei di grado FBLO (fa balaa l’oecc).
Arriviamo al bivacco Davide, intorno al 20esimo km, completamente disidratate: nonostante il cielo nuvoloso, la giornata è caldissima e di acqua proprio non ne abbiamo trovata. Nella disperazione, attingiamo a una tanica appartenente a tale Claudio (grazie, Claudio! se leggi questo post, scrivici, così ti offriamo una birra!) prendendo solo il minimo sindacale per arrivare alla fine del giro.
Dal bivacco, il sentiero diventa un po’ più semplice. Continuiamo sempre più o meno in cresta, aggirando una cimetta non meglio identificata con qualche catena (non necessaria) e superando un traverso dove le catene risultano un gradito corrimano. In generale, il sentiero è in ottime condizioni: le protezioni non annullano le difficoltà intrinseche del percorso, ma di sicuro lo rendono il più sicuro possibile.
Alla bocchetta del Palone succede quello che è inevitabile in giornate così calde e umide: comincia a tuonare e cadono le prime gocce. La situazione non sembra tragica e valutiamo anche di proseguire, ma alla fine decidiamo, studiando le mappe di Strava, di dare una chance all’invitante val Torsolazzo che si apre sotto di noi e che dovrebbe riportarci a Corteno Golgi in tempi sicuramente inferiori a quelli che impiegheremmo a raggiungere Santicolo.
Seguiamo dunque i segnavia, ottimamente tracciati, del sentiero 134 e nel giro di pochi minuti cominciamo a congratularci tra di noi per la saggia decisione, visto che comincia prima a diluviare, poi a grandinare. Il sentiero, prima su pietraia, poi su pratone e infine nel bosco, non è mai troppo ripido e ci permette di scendere in tempi relativamente brevi e senza inconvenienti, a parte uno scivolone su una roccia bagnata.
Arriviamo infine a una strada sterrata, che imbocchiamo verso destra in direzione Sant’Antonio. Finalmente troviamo una fontana, dove possiamo dissetarci e sciacquare le ferite. In pochi chilometri raggiungiamo Sant’Antonio e, da qui, ripercorriamo i nostri passi fino alla macchina.
Sentiero 4 luglio (32,5 km – 2700 m D+)
19 Agosto 2023 by marta • Orobie, Valtellina Tags: bivacco davide, campovecchio, cima sellero, corsa in montagna, maratona del cielo, orobie valtellinesi, passo sellero, passo telenek, sant'antonio, sentiero 4 luglio, skymarathon, skyrunning • 0 Comments
Sulle tracce di una delle più celebri skymarathon valtellinesi.
Periodo: Agosto 2023
Partenza: parcheggio Fucine-les, Corteno Golgi (BS)
Distanza: 32,5 km
Dislivello: 2700 m
Acqua: abbiamo seriamente patito la sete!
GPX (clic dx, salva link con nome)
Un percorso tecnicissimo per creste aeree e traversi esposti caratterizza buona parte del sentiero 4 luglio, dove ogni estate si corre una delle gare più importanti della Valtellina. Vedere i tempi dei più forti ci fa sentire delle cacchine, ma insomma noi Martas siamo poco ambiziose e giriamo più che altro per divertirci!
Il giro è bellissimo e merita una gita fuori gara, per godersi appieno i panorami e il silenzio di queste selvagge Orobie valtellinesi.
Abbiamo lasciato un’auto al parcheggio Fucine-Les di Corteno Golgi, all’imbocco della strada che sale verso Sant’Antonio, e l’altra a Santicolo, punto di arrivo della gara, per seguire il percorso ufficiale; un inaspettato maltempo, però, ci ha costretto a tagliare l’ultima parte, verso la fine delle creste, scendendo dalla val Torsolazzo verso Corteno Golgi anziché terminare il giro a Santicolo. Questa soluzione d’emergenza si è rivelata interessante, con una bella discesa facile e corribile, e mi sento di consigliarla.
Per andare a prendere il sentiero 4 luglio vero e proprio bisogna per prima cosa salire a Sant’Antonio (1125 m) lungo la strada asfaltata e, poi, seguire le indicazioni per Campovecchio. Da qui si prosegue in direzione passo Sellero: non dritto, come facciamo dapprima noi, attirate da un asinello che sembra un Trudy e dall’invitante indicazione “3.30 h”; bensì verso destra, seguendo il sentiero 107 che si inoltra nel bosco, con tempo di percorrenza 6 h.
Guadagniamo quota in modo costante, su comodo sentiero, fino allo Zapel dell’Asen (2026 m). Da qui alla Val Rosa ci aspetta un lungo e accidentato traverso di 6 km, dove con ogni probabilità i top runner corrono al quattro e trenta, mentre noi non vediamo altra soluzione che camminare di buon passo.
Per fortuna abbiamo l’idea di rabboccare le borracce a un ruscello: sarà l’unico punto acqua da qui alla fine del giro! Finalmente dalla Val Rosa (1970 m) riprendiamo a salire. Non c’è anima viva e ci godiamo lo spettacolo delle creste che andremo a percorrere nella pace e nel silenzio. Man mano che saliamo, l’erba cede il posto alla pietraia e il sentiero, sempre ben segnato, si inerpica verso il passo Telenek (2560 m).
Dal passo, ci dirigiamo verso la cima Sellero (2744 m), il punto più alto della gara. Da qui in avanti il sentiero segue il filo di cresta, ed è un vero spettacolo!
Ci aspetta ora il tratto più tecnico del giro, una discesa piuttosto ripida con catene che ci porta al passo Sellero (2400 m).
A questo tratto attrezzato seguono, prima e dopo il passo Sellero, crestine aeree e traversi esposti: se dovessi classificare questo sentiero 4 luglio, cosa che non farò perché non sono un CAI e non scrivo per gli escursionisti, lo definirei di grado FBLO (fa balaa l’oecc).
Arriviamo al bivacco Davide, intorno al 20esimo km, completamente disidratate: nonostante il cielo nuvoloso, la giornata è caldissima e di acqua proprio non ne abbiamo trovata. Nella disperazione, attingiamo a una tanica appartenente a tale Claudio (grazie, Claudio! se leggi questo post, scrivici, così ti offriamo una birra!) prendendo solo il minimo sindacale per arrivare alla fine del giro.
Dal bivacco, il sentiero diventa un po’ più semplice. Continuiamo sempre più o meno in cresta, aggirando una cimetta non meglio identificata con qualche catena (non necessaria) e superando un traverso dove le catene risultano un gradito corrimano. In generale, il sentiero è in ottime condizioni: le protezioni non annullano le difficoltà intrinseche del percorso, ma di sicuro lo rendono il più sicuro possibile.
Alla bocchetta del Palone succede quello che è inevitabile in giornate così calde e umide: comincia a tuonare e cadono le prime gocce. La situazione non sembra tragica e valutiamo anche di proseguire, ma alla fine decidiamo, studiando le mappe di Strava, di dare una chance all’invitante val Torsolazzo che si apre sotto di noi e che dovrebbe riportarci a Corteno Golgi in tempi sicuramente inferiori a quelli che impiegheremmo a raggiungere Santicolo.
Seguiamo dunque i segnavia, ottimamente tracciati, del sentiero 134 e nel giro di pochi minuti cominciamo a congratularci tra di noi per la saggia decisione, visto che comincia prima a diluviare, poi a grandinare. Il sentiero, prima su pietraia, poi su pratone e infine nel bosco, non è mai troppo ripido e ci permette di scendere in tempi relativamente brevi e senza inconvenienti, a parte uno scivolone su una roccia bagnata.
Arriviamo infine a una strada sterrata, che imbocchiamo verso destra in direzione Sant’Antonio. Finalmente troviamo una fontana, dove possiamo dissetarci e sciacquare le ferite. In pochi chilometri raggiungiamo Sant’Antonio e, da qui, ripercorriamo i nostri passi fino alla macchina.