Trail invernale in Valtellina (23,5 km – 700 m D+)
Un giro semplice e appagante che comincia a Forcola lungo l’Adda, seguendo il sentiero Valtellina (7 km), per poi inerpicarsi a Berbenno fino a raggiungere la via dei terrazzamenti. Si segue questo sentiero super panoramico passando per i borghi di Regoledo, Maroggia, Buglio in Monte, Gaggio. Si scende poi verso Ardenno e si riprende per un breve tratto il sentiero Valtellina per tornare a Forcola.
Periodo: Gennaio 2021
Partenza: Forcola (SO)
Distanza: 23,5 km
Dislivello: 700 m
Acqua: fontane lungo la via dei terrazzamenti
GPX (clic dx, salva link con nome)
Avete presente quelle domeniche di gennaio, quando il cielo azzurro, l’aria frizzante e il tepore di un pallido sole invernale attraggono inesorabilmente verso le montagne? Ecco, può darsi che in una di quelle domeniche il bollettino valanghe e i piedi piagati dagli scarponi ti facciano decidere, sia pure a malincuore, di tenerti alla larga dalla neve. Come soddisfare, allora, la voglia di natura, panorami affascinanti e aria pulita? Questo giro di corsa, facile e intuitivo, adatto a qualunque stagione, è un ottimo compromesso tra pianura e montagna, oltre che un buon allenamento di corsa collinare.
Si può partire da qualsiasi punto del percorso, ma consiglio di lasciare l’auto a Forcola – si trova facilmente posto lungo l’Adda all’altezza del ponte, angolo SP16 / via Roma. Da qui bisogna, a piedi, attraversare il ponte e prendere il sentiero Valtellina, facilmente riconoscibile, verso destra, in direzione Sondrio. Il sentiero Valtellina è una ciclovia che segue il corso dell’Adda e che non presenta alcuna difficoltà, salvo la neve ghiacciata che qui a valle permane ostinata da oltre un mese.
Si segue dunque il sentiero Valtellina per circa 7 km, da Forcola a Berbenno, ora su una, ora sull’altra sponda del fiume, con tratti di bosco che si alternano a spazi aperti, prati e campi dove la vista può spaziare fino alle montagne innevate della catena orobico-valtellinese.
Si abbandona il sentiero, riprendendo la strada, nel punto in cui si incontrano le indicazioni per la stazione di Berbenno: qui si utilizza il sottopasso per attraversare i binari, si percorre per un brevissimo tratto il provinciale in direzione Milano e, quasi subito, si incontrano le indicazioni per la via dei terrazzamenti. Seguiamo questi cartelli, numerosi e ben disposti, fino alla chiesa di Berbenno e su per il paese. Anche vari bolli di colore bianco-rosso aiutano a orientarsi.
Si guadagnano velocemente circa 200 metri di dislivello, prima di arrivare ai terrazzamenti veri e propri. La via dei terrazzamenti, che noi seguiremo solo per pochi chilometri, è in realtà un percorso molto più lungo che attraversa tutta la Valtellina da Morbegno a Tirano, passando per boschi, vigneti e piccoli borghi sapientemente costruiti sul versante solivo della montagna – troveremo qui un clima molto più mite rispetto al fondovalle.
Finalmente ci si addentra tra i vigneti e compaiono i primi cartelli gialli che, insieme ai soliti bolli bianco/rossi, andranno seguiti da qui in poi in direzione Buglio in Monte e Gaggio. La segnaletica è ottima, ma conviene comunque avere la traccia gpx, perché in alcuni punti si incrociano altre strade e sentieri e l’orientamento può risultare difficile. Il primo paese che attraversiamo è Regoledo, dove si trova tra l’altro una fontana; si prosegue passando dietro la chiesa e si continua poi tra i vigneti, con una vista magnifica che si apre a ogni svolta sulle montagne innevate.
Il sentiero, superato Regoledo, rimane pacificamente pianeggiante con qualche saliscendi, fino a raggiungere una bellissima terrazza panoramica.
A partire da qui, comincia l’unica salita veramente dura del giro, che per il resto risulta tutto “corribile”. Con un sentiero a scalini, di cui la foto non rende la ripidezza, si guadagnano d’un fiato circa 100 metri di dislivello.
Come tutte le salite, “poi spiana”! La pendenza diminuisce e il sentiero ci deposita sulla strada asfaltata che da Maroggia sale verso Monastero. La prendiamo verso sinistra, sempre seguendo i cartelli gialli che ci fanno tagliare i tornanti su sentiero o mulattiera, passando per la minuscola frazione di Piasci. Da qui, consiglio di barare un pochino e usare la strada asfaltata piuttosto che il sentiero, che scende tantissimo prima di risalire a Maroggia.
Anche in questo paesino troviamo una fontana: l’acqua da queste parti non manca davvero. Si continua poi in discesa sulla strada asfaltata, con un breve taglio su sentiero. Dopo il tornante, si abbandona la strada e si prende la mulattiera che attraversa il torrente e prosegue nel bosco. Attenzione, per i prossimi chilometri la segnaletica sarà meno chiara: al bivio, bisogna prendere il sentiero in leggera salita sulla destra, indicato da un bollo poco visibile oltre che da segni verde fluo rimasti forse da qualche gara. Si prosegue in leggera salita nel bosco fino a sbucare in questo punto:
Qui non ci sono indicazioni se non qualche bollo. Bisogna proseguire in direzione della casa, superarla e continuare in leggera discesa. Troveremo una fontana sulla destra e successivamente un nuovo bivio, dove di nuovo bisogna tenere la destra. Superiamo altre case e, all’altezza di una cappelletta, finalmente vedremo ricomparire i cartelli gialli della via dei terrazzamenti. Li seguiamo lungo la strada fino a Buglio in Monte, che dobbiamo attraversare senza mai perdere quota. Usciti dal centro, proseguiamo sempre in salita tenendo la destra a un bivio dove le indicazioni risultano un po’ nascoste e seguiamo la strada, che diventa mulattiera e poi sentiero.
Si prosegue ora senza possibilità di errore lungo questo sentiero, fino a quando i cartelli gialli conducono a una strada asfaltata molto panoramica che, a circa 700 metri di quota, rappresenta il punto più alto del nostro percorso.
Ci aspetta adesso la parte più divertente: una lunga discesa su strada e sentiero, indicata piuttosto bene dai soliti cartelli gialli.
Si attraversa il grazioso borgo di Gaggio e, sempre in discesa, si continua verso Ardenno, abbandonando ora la via dei terrazzamenti e proseguendo dritto per dritto verso le Orobie che si stagliano di fronte a noi. Alla stazione di Ardenno utilizziamo il sottopasso per attraversare binari e provinciale e ci dirigiamo, attraverso i campi, verso l’argine dell’Adda.
Si imbocca ora il sentiero Valtellina verso sinistra e, in un chilometro circa, si torna al punto di partenza.
Adda – San Genesio (22 km – 850 m D+)
10 Febbraio 2021 by marta • Senza categoria Tags: adda, airuno, ciclabile dei laghi, ciclopedonale, città fantasma, colle brianza, consonno, corsa in montagna, monte crocione, mountainbike, olginate, pista ciclabile, san genesio, sentiero, trail running • 0 Comments
Percorso trail facile e adatto alle giornate di maltempo. Solo per veri appassionati di corsa nel fango!
Periodo: Febbraio 2021
Partenza: Trattoria Cantù, Fornasette di Olginate
Distanza: 22 km
Dislivello: 850 m
Acqua: meglio portare almeno una borraccia
GPX (clic dx, salva link con nome)
In un lugubre fine settimana di inizio febbraio, sotto una pioggerella autunnale e immersi nella nebbia, io e super Tony abbiamo trovato comunque il modo di divertirci un po’ su un percorso facile e sicuro, che dall’Adda arriva al Monte di Brianza o di San Genesio che dir si voglia (877 m), passando per la città fantasma di Consonno.
Dopo avere parcheggiato alle Fornasette di Olginate, davanti alla Trattoria Cantù – ovviamente vale solo se dopo il giro ci si ferma a pranzo, altrimenti trovatevi un altro parcheggio! – abbiamo imboccato la pista ciclo-pedonale lungo l’Adda in direzione Lecco. Quando piove, fango e pozzanghere la fanno da padroni, ma non fatevi scrupolo a sporcarvi le scarpe: non è niente rispetto a quello che si troverà sui sentieri tra Consonno e San Genesio.
Costeggiamo l’Adda per poco più di 5 km; a Olginate, abbandoniamo la ciclabile e attraversiamo il paese in leggera salita (seguire la traccia gpx). All’inizio della lunga strada a tornanti, particolarmente amata dai ciclisti, che sale fino a Consonno, troveremo una mappa del parco del Monte di Brianza e le prime indicazioni che ci interessano, quelle del sentiero 209 per Consonno.
La segnaletica è chiarissima e non richiede ulteriori spiegazioni: si continua in salita, su un terreno piuttosto fangoso – e non è ancora niente rispetto a quello che ci aspetta tra un po’ – ma mai troppo ripido: si guadagnano circa 400 m in 2 km.
Quando il sentiero sbuca sulla strada asfaltata, svoltiamo a sinistra e scendiamo per la foto di rito nella spettrale Consonno, che con la nebbia sembra ancora più lugubre di quello che è. Costruita negli anni Sessanta con l’intento di farne una sorta di Las Vegas italiana, Consonno è rimasta incompiuta e nel tempo si è trasformata in una decrepita, grottesca città fantasma.
Dopo un giretto tra gli edifici diroccati, si torna indietro per riprendere la strada da cui siamo arrivati. Noi abbiamo tagliato per un sentierino sulla sinistra, ma vista la quantità di fango è probabilmente consigliabile seguire la strada asfaltata che gira intorno al monte Regina (820 m).
Abbandoneremo questa strada per prendere il fangosissimo sentiero n. 1 verso sinistra, in direzione San Genesio. Bisogna seguire questo sentiero, indicato in modo chiarissimo dal segnavia bianco-rosso (salvo un punto in cui bisogna stare un po’ a cercare le indicazioni, che comunque ci sono), fino al Monte di San Genesio. Non aspettatevi un panorama da “vetta”: rimaniamo sempre immersi nel bosco e, nel nostro caso, nella nebbia.
Dopo una meritata pausa al ristoro alpino, scendiamo le scale e torniamo sui nostri passi per prendere il sentiero in discesa, anche questo molto fangoso, seguendo le indicazioni per Aizurro.
Arrivati a Aizurro, svoltiamo a destra lungo la strada asfaltata e seguiamo in discesa il sentiero n. 4 che, tagliando i tornanti della strada, ci porta fino a Airuno.
Superiamo la linea ferroviaria e attraversiamo il paese (di nuovo, seguire la traccia gpx), fino a raggiungere una stradina sterrata tra i campi che ci riporterà alla ciclabile dell’Adda. La imbocchiamo verso sinistra e, in meno di un chilometro, siamo al punto di partenza.
Un super grazie a super Tony per le risate, le scivolate nel fango, la mangiata in compagnia e, least but not last, per avere posato come sempre per le foto a beneficio dei lettori di Trail Rings.