Le creste del Resegone da Brumano (14,2 km – 1370 m D+)
Lungo l’anello del Resegone per il passo della Porta e la Pasada (1244 m) – sentiero delle creste (EE) da nord a sud con tappa al rifugio Azzoni e alla croce di vetta (1875 m) – ritorno lungo l’anello del Resegone passando per il passo del Giuff (1515 m), le Forbesette e il rifugio Resegone.
Periodo: Maggio 2020
Partenza: Brumano (911 m)
Distanza: 14,2 km
Dislivello: 1370 m
Acqua: sorgente Forbesette, sulla via del ritorno
percorso in formato GPX (clic dx, salva con nome)
Guardando il Resegone, che prende il nome proprio dalla sua inconfondibile sagoma, non viene forse voglia di arrampicarsi da una guglia all’altra e percorrere tutto quel bel profilo seghettato? Non è un percorso banale: richiede senza dubbio esperienza – il sentiero è classificato come EE, per escursionisti esperti – e particolare attenzione in condizioni invernali, quando la difficoltà aumenta e piccozza e ramponi diventano d’obbligo.
Il sentiero delle creste collega due passi agli antipodi dell’anello del Resegone, la Pasada (1244 m) a sud e il passo del Giuff (1515 m) a nord; si può percorrere in entrambi i sensi, ma presenta meno difficoltà nella direzione sud-nord, quindi dalla Pasada al passo del Giuff.
All’anello del Resegone, punto di partenza per raggiungere le creste, si può arrivare sia dal lecchese sia dalla bergamasca. Questo giro parte da Brumano, un grazioso borgo della Valle Imagna. Dato che le escursioni per il Resegone sono molto popolari, abbiamo deciso di avventurarci sulle creste nel tardo pomeriggio, per godercele in solitudine con la luce del crepuscolo.
A Brumano, si trova parcheggio poco prima o poco dopo la chiesa, lungo la strada principale. Il sentiero parte in salita proprio dalla chiesa: seguiamo le indicazioni per La Pasada, fino a raggiungere il sentiero che circumnaviga il massiccio del Resegone e che si chiama appunto “anello del Resegone”. Lo imbocchiamo verso sinistra in direzione della Pasada, passo sempre ben indicato. Il sentiero nel bosco è in gran parte pianeggiante e piacevolmente corribile.
Dopo avere superato il passo della Porta, cominciamo a guadagnare quota fino alla Pasada, dove un cartello dall’aria vissuta segnala il punto di partenza del sentiero delle creste. Il primo, massiccio torrione che si staglia davanti a noi è la Cima Quarenghi, da dove la vista può spaziare a trecentosessanta gradi: di fronte, seguendo il filo delle creste, si vede già la croce di vetta del Resegone; alle nostre spalle il monte Tesoro, il Linzone e le inconfondibili antenne di passo Valcava; a sinistra il lago di Lecco e a destra la verdeggiante valle Imagna.
Segue, tra ripide salite e discese – non adatte a chi soffra di vertigini o di equilibrio precario -, una serie di altre cime, di cui pochi ricordano i nomi: Cima Piazzo, I Solitari, Pizzo Brumano, Pizzo Daina, Torre di Valnegra. La roccia è bella e invoglia all’arrampicata; il sentiero è sempre indicato da bolli bianco-rossi non proprio freschissimi, che in alcuni casi può risultare difficile individuare: se vi perdete tra le roccette, tornate indietro e cercate i bolli, prima o poi si trovano. Meglio non cercare soluzioni fantasiose in questo ambiente così selvaggio!
A ogni cima, si apre una prospettiva nuova e inaspettata. La luce calda del tramonto e la compagnia di branchi di camosci, nel nostro caso, ha reso l’esperienza ancora più intensa. Finalmente sbuchiamo sul sentiero n. 10 e vediamo di fronte a noi il rifugio Azzoni e la croce di vetta (1875 m). Sulla destra, vediamo un sentiero che scende verso valle: è una buona via di fuga in caso si voglia accorciare il giro – le creste richiedono tanto tempo, che poi può variare parecchio a seconda delle capacità di ciascuno: indicativamente un paio d’ore per le creste sud e un’ora per le creste nord (secondo i cartelli, anche il doppio). Se, dunque, si è fatto tardi e si preferisce tornare a Brumano senza affrontare la seconda parte del percorso, si può imboccare il sentiero in discesa sulla destra prima del rifugio Azzoni e ci si ricongiungerà alla traccia del ritorno sull’anello del Resegone.
Se invece si decide di proseguire, dalla croce basta continuare a seguire i bolli lungo il sentierino scosceso che ci riporta per un tratto sul sentiero n. 10; proseguendo, torneremo sul sentiero delle creste (un cartello indica il passo del Giuff a due ore: a passo tranquillo, ne abbiamo impiegata forse una). Superiamo la Cima Pozzi e il Pizzo Morterone, ma il sentiero è principalmente in discesa. Più scosceso e franoso rispetto alle creste sud, l’ambiente richiede sempre molta attenzione. Sulla sinistra troneggiano le Grigne, ma la vista più bella a questo punto è alle nostre spalle, sulla strada percorsa dalla vetta a qui.
Una volta arrivati al passo del Giuff, le difficoltà sono finite. Si riprende l’anello del Resegone verso destra, in leggera discesa. Dalle Forbesette, dove troviamo una sorgente, bisogna seguire le indicazioni per il rifugio Resegone (1266 m) e, da qui, quelle per Brumano.
Resegone EE (20,5 km – 1850 m D+)
8 Marzo 2022 by marta • Valsassina Tags: alpinisti monzesi, anello del resegone, azzoni, capanna monza, corsa in montagna, creste della giumenta, erve, ghislandi, lecco, magnodeno, resegone, trail running • 0 Comments
Erve – Magnodeno (1241 m) – Creste della Giumenta (EE) – Passo del Fo – Piani d’Erna – Passo del Giuff – Colletto di Brumano – Monte Resegone (1875 m) – Passo del Fo – Capanna Monza – Erve via sorgente San Carlo.
Periodo: Marzo 2022
Partenza: Erve
Distanza: 20,5 km
Dislivello: 1850 m
Acqua: varie fontane, trovate chiuse
GPX (clic dx, salva link con nome)
Una fredda domenica dal meteo incerto è l’occasione ideale per una corsetta sul Resegone, troppo frequentato nei weekend di bel tempo. Ha nevicato, ma non sappiamo quanto: io e Tony partiamo quindi ben coperti e con i ramponcini nello zaino.
Uno dei miei percorsi preferiti è quello che da Erve sale al Magnodeno e percorre poi le Creste della Giumenta, un sentiero solo per escursionisti/runner esperti, fino al passo del Fo e a Capanna Ghislandi. Potete trovare qui una versione più breve dello stesso giro. Dal passo del Fo, invece che ridiscendere subito a Erve, io e Tony abbiamo seguito l’anello del Resegone verso i piani d’Erna e il passo del Giuff, per poi salire in vetta al Resegone dal Colletto di Brumano.
Sul versante settentrionale, tra i piani d’Erna e il colletto di Brumano, ci siamo trovati immersi in un clima polare, con il sentiero coperto di ghiaccio e un sottile strato di neve fresca (ramponcini a tratti utili, ma non indispensabili). Su quello meridionale, invece, abbiamo trovato condizioni più miti, con le primule in fiore e qualche raggio di sole. La partenza è appunto da Erve, dove troviamo parcheggio nella piazzetta davanti alla chiesa. Si attraversa il ponticello e si seguono senza possibilità d’errore le indicazioni per il Magnodeno.
Ci sono diversi sentieri: noi seguiamo quello in direzione “falesia”, facile e panoramico, che in breve ci porta in vista della croce di vetta del Magnodeno. Dal momento in cui si intravede la croce a quello in cui si arriva effettivamente in cima passa parecchio tempo, con alcuni tratti ripidi e faticosi. Ma veniamo ripagati da una vista fantastica, che spazia dalla valle dell’Adda fino alla Valsassina.
Dopo la foto di rito, torniamo sui nostri passi e scendiamo brevemente lungo un ripido sentiero. Al primo bivio teniamo la sinistra e al secondo prendiamo il sentiero in leggera discesa verso destra. Perdiamo un po’ di quota attraversando il bosco fino ad arrivare a una fontanella (chiusa, come tutte quelle che troveremo da qui fino alla sorgente San Carlo). In questo punto si dividono il sentiero n. 23, indicato – in modo un po’ eccessivo – come EEA, e il n. 24, escursionistico e più veloce: entrambi portano al passo del Fo e si ricongiungono un chilometro e mezzo più avanti, alla fine delle creste.
Le Creste della Giumenta sono divertenti e panoramiche, a patto di non soffrire di vertigini. Ci si arrampica su e giù per roccette attrezzate con catene, fino a raggiungere Capanna Ghislandi, dove si riprende un sentiero di grado escursionistico.
Ci troviamo qui al passo del Fo e dobbiamo seguire le indicazioni per i Piani d’Erna lungo l’anello del Resegone. Il sentiero è facile, semipianeggiante e bene indicato. Ci troviamo ben presto a un bivio, dove teniamo la sinistra seguendo le indicazioni per la funivia. Questa è la variante EE dell’anello del Resegone, mentre quella escursionistica passa poco più in basso.
Il sentiero in realtà è sempre corribile, tranne per un brevissimo tratto dove una catena aiuta nell’attraversamento di un canale. Ben presto raggiungiamo i Piani d’Erna e proseguiamo in salita verso il passo del Giuff.
Il clima cambia radicalmente mentre ci spostiamo verso nord: la temperatura si abbassa e troviamo il sentiero ricoperto di neve e ghiaccio. Proseguiamo in leggera salita, con lunghi tratti corribili, fino al passo del Giuff (1515 m), poi, da qui alla sorgente delle Forbesette, possiamo tirare il fiato con una bella discesa. A un nuovo bivio, dove troveremo le indicazioni per la vetta del Resegone e il rifugio Azzoni (da non confondere con il rifugio Resegone, che si trova molto più in basso), abbandoniamo l’anello e intraprendiamo l’ultima salita del nostro giro.
Poco meno di 500 m di dislivello ci separano dalla croce di vetta e, nonostante le condizioni non ottimali, troviamo decine di escursionisti che salgono e scendono – si tratta della classica salita al Resegone da Brumano.
Infreddoliti e anche piuttosto affamati, considerando che siamo in giro da quasi quattro ore con solo un paio di gel sullo stomaco, raggiungiamo il rifugio Azzoni e valutiamo di fermarci per una fetta di torta. La ressa però ci dissuade e decidiamo di tirare dritto fino a Erve, non prima di essere saliti alla croce per una foto – che oggi esce più bella del solito, perché qualcuno ha installato tra le rocce la bandiera della pace.
Sempre più congelati, cominciamo la discesa dal sentiero n. 1, la via normale per i Piani d’Erna. Torniamo finalmente sul versante solivo del Resegone e recuperiamo una temperatura corporea accettabile. Dopo un breve tratto ancora per roccette, il sentiero diventa corribile, e qui ci riscaldiamo davvero! Abbandoniamo il sentiero principale per prendere il cosiddetto Sentiero della Staffa – molto poco battuto – che taglia verso sinistra in direzione Capanna Ghislandi / Passo del Fo.
Passando dall’attacco della ferrata del Centenario, arriviamo al passo del Fo e a Capanna Ghislandi.
Da qui seguiamo le indicazioni e il facile sentiero per il rifugio successivo, Capanna Alpinisti Monzesi (o Capanna Monza).
Scendiamo ora lungo il sentiero principale verso Erve. A un bivio, prendiamo la facile discesa che passa per la sorgente San Carlo e lungo il corso del torrente Erve: tra le due varianti, è quella più corribile e veloce, e a noi lo stomaco brontola dalla fame! Percorriamo in fretta i circa 4 km che ci mancano e, arrivati in paese, ci precipitiamo al circolo Arci dove veniamo rifocillati con ottimi panini e birra.