Sentiero del Viandante – variante alta (46,5 km – 2400 m D+)
Abbadia Lariana – Rongio – Lierna – Ortanella – chiesetta di San Pietro (990 m) – Perledo – Dervio – Dorio – Monte Perdonasco (602 m) – Monte Sparesee (604 m) – Posallo – Colico.
Periodo: Ottobre 2020
Partenza: Abbadia Lariana (stazione)
Arrivo: Colico (stazione)
Distanza: 46,5 km
Dislivello: 2400 m
Acqua: numerose fontane lungo tutto il percorso
GPX (clic dx, salva link con nome)
Del Sentiero del Viandante non ci si stanca mai! Questo bellissimo percorso, che collega Lecco alla Valtellina lungo una rete di sentieri, strade e mulattiere, passando per alcuni dei borghi più pittoreschi della regione, offre scorci stupendi sul lago di Como, percorsi semplici a bassa quota e un terreno ideale per il trail running. La logistica risulta molto semplice grazie alle numerose fontane e al collegamento ferroviario tra le diverse tappe.
Spesso sfrutto la prima parte del Viandante, da Abbadia Lariana a Rongio o Somana, come punto di partenza per giri ad anello sulle Grigne; nel 2018, dopo avere corso la prima metà a inizio primavera, con le cime innevate della Valtellina come sfondo, ho sperimentato la seconda parte, da Bellano a Colico, partecipando al Trail del Viandante – gara che purtroppo è stata poi cancellata, per ragioni indipendenti dall’emergenza sanitaria. Ho provato una volta un Viandante integrale, in versione invernale, seguendo tra Lierna e Varenna, dove il sentiero si sdoppia, la variante bassa (qui trovate descrizione e traccia gpx). Mi mancava solo la versione autunnale con variante alta e, lo scorso weekend, ho finalmente rimediato.
Con l’amico Meme, astro nascente della corsa in montagna, abbiamo parcheggiato poco prima delle 7,30 davanti alla stazione di Abbadia Lariana e per le 14,30, dopo 46 km e 2400 m di dislivello, siamo arrivati alla stazione di Colico, giusto in tempo per prendere il treno che ci ha riportato al punto di partenza. Il percorso è, come si può intuire dai nostri tempi, piuttosto veloce e corribile; per lunghi tratti è chiaramente segnalato da cartelli arancione, bolli dello stesso colore e adesivi con frecce giallo-blu, mentre vi sono punti in cui le indicazioni si perdono o non sono molto visibili, per cui sbagliare strada è quasi inevitabile: personalmente, non mi è mai capitato di passare dal Sentiero del Viandante senza almeno un errore di percorso!
In questo caso, abbiamo sbagliato in tre punti, di cui deve tenere conto chi decida di utilizzare la traccia gpx qui allegata: intorno al km 25, poco prima di Bellano, quando abbiamo preso la mulattiera in salita a destra anziché quella in discesa a sinistra (siamo dovuti tornare indietro, come si vede dalla traccia); al km 33, poco dopo Dervio, quando abbiamo preso il sentiero basso lungo il lago anziché rimanere alti (siamo riusciti a ricongiungerci al percorso poco più avanti, senza perdere troppo tempo); e al km 40, quando abbiamo proseguito per un breve tratto sulla carrozzabile anziché prendere il sentiero in discesa, privo di indicazioni, verso sinistra (qui siamo tornati indietro tempestivamente perché ho ricordato di avere commesso lo stesso errore in passato!).
Dalla stazione di Abbadia Lariana si prende la strada statale in direzione Lecco, verso sinistra con la stazione alle spalle, e la si segue brevemente fino al primo incrocio. Si svolta a sinistra in via Onedo, proseguendo dritto in salita fino a incontrare il primo cartello arancione del Sentiero del Viandante. Dopo circa 3 km (attenzione fin dall’inizio ai cartelli, che indicano una svolta a sinistra lungo la strada in discesa e poi, subito dopo il ponte, una mulattiera sulla destra) si arriva in un punto in cui è facile sbagliare: bisogna attraversare il ponte sulla superstrada seguendo le indicazioni e poi subito abbandonare l’ingannevole stradina sterrata su cui ci mandano i cartelli per prendere il sentiero senza cartelli in salita verso destra.
Se non si ci si perde questa svolta, in breve e senza ulteriori possibilità d’errore si arriva a Rongio, crocevia di sentieri per le Grigne. Si prosegue in discesa seguendo i cartelli, adesso ben evidenti, e si risale per Somana. Tratti su strada si alternano a graziosi sentieri immersi nel bosco, con salitelle mai troppo faticose e lunghi tratti in discesa.
A 10 km dalla partenza, facciamo il nostro ingresso trionfale a Lierna, ancora deserta di prima mattina, e subito ricominciano i dubbi circa il percorso da seguire.
Le indicazioni, a cercarle bene, prima o poi si trovano e ben presto arriviamo al punto in cui il sentiero si sdoppia: a sinistra la variante bassa, meno bella se non per il fatto che permette di passare dal castello di Vezio, a destra quella alta, più panoramica e tutto sommato non molto più faticosa. Il dislivello alla fine è lo stesso, con la differenza che la variante alta presenta un’unica, lunga salita, in cui si guadagnano in fretta 700 m, mentre quella bassa distribuisce il dislivello tra tanti saliscendi.
La vista si apre via via che si guadagna quota. Il sole è ormai alto sulla dorsale lariana, dall’altra parte del lago, mentre noi ancora battiamo i denti all’ombra. Non importa, ci pensa la salita a riscaldarci! Arriviamo infine in località Ortanella e alla minuscola chiesa di San Pietro che, a 990 m, rappresenta il punto più alto del Sentiero del Viandante.
Davanti alla chiesetta c’è un bel prato con terrazza panoramica affacciata sul lago, dove finalmente troviamo il conforto del primo raggio di sole. Ma subito ci tocca tornare all’ombra lungo il sentiero – qui di nuovo bene indicato e in leggera discesa. “C’è anche la brina” commenta Meme in tono vagamente accusatorio.
Attraversiamo in effetti prati e boschi piuttosto freddini, correndo ora in discesa. Passiamo sul versante della Valsassina e la vista lago cede il posto ai pizzi di Parlasco; il paesino che si vede incastonato tra le montagne è Esino Lario. Per la nostra gioia, ci aspetta ora un pur breve tratto di corsa in piano su strada sterrata tutta al sole!
Seguendo le indicazioni del Viandante, prendiamo il sentiero a sinistra che si inoltra di nuovo nel bosco e cominciamo la lunga discesa verso Varenna. Ben presto la vista si riapre sul lago e su Varenna, in un tratto di sentiero davvero panoramico dove abbiamo goduto anche della compagnia di due camosci – che a differenza del lago non si sono lasciati fotografare.
Uscendo dal bosco, ci ritroviamo nei viottoli di Vezio, ai piedi del castello, da dove arriva la variante bassa: i due sentieri da qui in poi si ricongiungono. Continuiamo a seguire i cartelli arancione, rientrando per un breve tratto nel bosco, da cui si esce all’altezza della strada per Esino Lario. Noi dobbiamo prendere non la strada, ma la mulattiera in salita fino a Perledo, un altro grazioso borgo con terrazza panoramica.
La prossima tappa è Bellano. Seguiamo la mulattiera in discesa fino a immetterci sulla strada – in qualche punto un po’ pericolosa – e seguiamo i cartelli, tenendo presente che dobbiamo sempre scendere fino in paese. Siamo intorno al km 25, dove Meme e io abbiamo clamorosamente sbagliato strada, salendo per un bel pezzo prima di renderci conto che l’unica soluzione era tornare indietro. Da Bellano a Dervio la strada continua, relativamente ben segnalata, con qualche saliscendi ma principalmente in discesa, prima della seconda e ultima lunga salita del giro.
A Dervio si attraversa il paese e le indicazioni sono talmente evidenti che ci siamo alquanto sorpresi quando abbiamo realizzato di trovarci per la seconda volta fuori strada. Fuori strada in un posto meraviglioso, a dirla tutta, perché abbiamo corso forse per un chilometro lungo un sentiero che costeggia il lago tra bosco e spiaggette. Peccato fossimo dalla parte sbagliata della ferrovia: al primo sottopasso siamo tornati verso il paese e, risalendo un po’ a caso, siamo riusciti a tornare sulla mulattiera a mezza costa dove infine abbiamo ritrovato i cartelli arancione del Viandante. Finalmente sul percorso giusto, abbiamo cominciato a salire sopra Dorio, passando per la chiesetta di San Giorgio e il grazioso abitato di Mandonico.
Il sentiero adesso, pur con qualche tratto in piano, comincia a salire con decisione. Questa salita, anche se decisamente più breve rispetto a quella di Ortanella, risulta parecchio faticosa ora che abbiamo tutti questi chilometri sulle gambe. Il paesaggio, in compenso, si fa sempre più bello mentre ci alziamo di nuovo rispetto al livello del lago.
A una breve discesa segue un’altra salita, faticosa ma molto bella nel bosco di castagni già colorato di rosso e giallo. Passiamo per il monte Perdonasco (602 m) e successivamente per il monte Sparesee (604 m), approdando infine alla chiesa della Madonna dei Monti: qui il sentiero cede il passo a una strada carrozzabile, che seguiamo in discesa verso Posallo. Attenzione intorno al km 40 a imboccare il sentiero che scende nel bosco a sinistra: al bivio non ci sono indicazioni, ma continuando lungo il sentiero incontreremo i bolli arancione della gara. In ogni caso la carrozzabile, anche se più lunga, porta comunque a Posallo. Da qui i cartelli sono evidenti e ci portano a svoltare a destra lungo una strada in salita, attraversare il torrente con l’aiuto di una passerella in legno e imboccare l’ultima salitella del percorso.
Da qui in poi è tutta discesa fino a Colico. Aiutandoci con la traccia gpx o, a questo punto, anche con google maps, scendiamo dritto per dritto lungo via Chiaro, prendiamo verso sinistra via al Boscone e, alla rotonda, andiamo di nuovo a sinistra in via Nazionale: poche centinaia di metri e siamo in stazione, fortunatamente in orario per il treno!
Croce di Muggio da Bellano (22,7 km – 1700 m D+)
18 Ottobre 2021 by marta • Lario, Valsassina Tags: anello, bellano, croce di muggio, lago, lago di como, lago di lecco, percorso, sentiero del viandante, valsassina • 2 Comments
Panoramico percorso ad anello da Bellano al monte Croce di Muggio (1799 m), tra il lago di Como e la Valsassina.
Periodo: Ottobre 2021
Partenza: Bellano
Distanza: 22,7 km
Dislivello: 1700 m
Acqua: fontane agli alpeggi
GPX (clic dx, salva link con nome)
Il monte Croce di Muggio, ben noto a escursionisti e famiglie per i suoi sentieri semplici ma panoramici, i ristorantini all’alpe Giumello e i pendii innevati dove i bambini possono divertirsi in inverno, è meno frequentato da chi pratica la corsa in montagna. A torto: dal lago alla vetta si mette insieme un bel dislivello, alternando tratti verticali a tratti veloci e corribili. Insomma, un ottimo terreno d’allenamento!
A Bellano si può arrivare comodamente in treno; per chi invece si muove in auto, l’ideale è trovare posto, con un po’ di fortuna, in via Roma, da dove partono i sentieri. In alternativa si può usare il parcheggio dietro la stazione, a pagamento nei giorni feriali, o approfittare degli spazi un po’ abusivi (ma senza divieti) che si trovano all’ultimo tornante della strada in discesa per Bellano, subito prima del passaggio a livello. Io come al solito mi sono fermata in uno di questi spazi, senza entrare in paese. A piedi, poi, ho attraversato i binari, superato il supermercato e svoltato a destra nella strada principale; dopo il ponte sul il torrente Pioverna, la prima via sulla destra è appunto via Roma, da cui si imbocca la mulattiera in salita verso l’orrido di Bellano.
La salita mi porta alla frazione Ombriaco e a un bivio, dove svolto a sinistra; al ritorno arriverò in questo stesso punto, ma dalla parte opposta. Mi trovo su un terreno molto familiare, il Sentiero del Viandante, e comincio a seguire i noti cartelli arancione in direzione Varenna. Ben presto, come spesso accade quando penso di conoscere a memoria la strada, mi distraggo, perdo di vista i cartelli e mi ritrovo su un sentiero sconosciuto, poco più in alto rispetto al Viandante. Supero una chiesetta e arrivo a un belvedere, da dove la vista spazia fino a Varenna.
Il tempo, come potete vedere dalle foto, non è meraviglioso, ma questo giro è abbastanza semplice da potersi fare pressoché in qualsiasi condizione meteo. L’alpe Giumello e il monte Croce di Muggio, del resto, con il bel tempo sono troppo affollati per i miei gusti: una grigia giornata di inizio autunno è proprio quello che ci vuole per un allenamento da queste parti! I boschi, in ogni caso, non sono deserti, perché molti sono in giro a raccogliere le castagne, che in questo periodo si trovano a quintali.
Trovo sulla sinistra un sentiero in discesa con indicazioni per il Viandante, che vorrei andare a riprendere. Il sentiero mi porta a una strada asfaltata, che in assenza di altri cartelli imbocco verso destra. Il Viandante, ahimé, si trova da qualche parte ancora più in basso, ma ora che me ne rendo conto ho già percorso qualche centinaio di metri lungo la strada e decido di perseverare nell’errore: la direzione, infatti, è corretta, e lungo la strada trovo indicazioni per l’alpe Giumello. Dopo due tornanti in salita, lascio la strada e prendo il sentiero tutto a sinistra, letteralmente ricoperto di castagne.
Proseguo lungo questo sentiero, molto grazioso e in buone condizioni, con la speranza che mi porti da qualche parte. Supero un alpeggio e il bosco si apre, lasciando spazio a prati e campi coltivati.
A un crocevia di sentieri trovo finalmente delle indicazioni, tra cui quelle per Noceno: stranamente sono già riuscita a rimettermi sulla retta via senza passare per rovi, torrenti o burroni come mio solito! Seguo dunque senza possibilità d’errore la mulattiera in salita, a tratti bella ripida, che tra cappellette e castagni mi farà guadagnare i circa 3-400 m di dislivello che mi separano da Noceno.
Questo piccolo alpeggio, tutto arroccato su un ripido pendio, va letteralmente scalato per proseguire, sempre in salita, verso Camaggiore. Una fontana permette qui di fare un primo rifornimento d’acqua.
Alla fine del paese, piuttosto che seguire la mia traccia, vi conviene tirare dritto cercando di riprendere subito la mulattiera verso Camaggiore. Io invece ho di nuovo sbagliato strada, attratta dai belati di alcune simpatiche pecorelle, e pur di non tornare indietro mi sono trovata a risalire più o meno a caso nel bosco fino a rimettermi sulla retta via.
Finalmente a Camaggiore, ormai oltre i 1200 m di quota, prendo verso sinistra la strada per S. Ulderico, che ben presto mi porta a un altro fantastico belvedere.
Proseguo ora in piano lungo una facile e corribilissima strada sterrata, per circa due chilometri e mezzo. Poi la strada finisce bruscamente nel nulla, anche se non posso lamentarmi di non essere stata avvertita: poco prima della fine, infatti, ho visto e ignorato un sentiero in discesa per San Ulderico. Di nuovo decido di non tornare sui miei passi, ma di esplorare il bosco alla mia destra, certa di andare a incrociare l’anello di Muggio che passa da qualche parte un po’ più in alto.
Si vedono alcune tracce, ma definirlo “sentiero” è un po’ eccessivo. Ligia alle regole non scritte del buon ravanage, tiro dritto mantenendomi sempre il più in alto possibile sul crinale, che ha una pendenza dapprima accettabile, poi sempre più elevata, fin quasi al 50%. Chi non ama questo tipo di ambiente o non si sente sicuro fuori sentiero può evitare questo tratto prendendo l’anello di Muggio direttamente da Camaggiore. Io, personalmente, ho trovato questa parte nel bosco divertente e comunque priva di pericoli.
Continuando a ravanare, e seguendo qua e là le tracce di qualcuno che da queste parti deve essere passato prima di me – anche se poteva benissimo essere un branco di cinghiali – raggiungo l’anello, che potrei imboccare in una o nell’altra direzione, dato che in entrambi i modi si arriva all’alpe Giumello. Nel dubbio, ho scelto una terza via, di cui mi piaceva il nome: Sentiero dei Mirtilli.
Seguo dei bolli giallo fluo, che ricordano quelli di una gara, disegnati qua e là sugli alberi, e supero un primo tratto non proprio corribilissimo per la presenza di radici bagnate e scivolose. Il sentiero diventa poi più bellino e riesco a correre fino a un bivio privo di indicazioni. Decido di salire in cima al monte Croce di Muggio, avvolto da un innocuo nuvolone, e prendo dunque il sentiero in salita verso destra.
Dal bivio alla croce di vetta mancano forse 100 m di dislivello, che percorro rapidamente su facile sentiero, passando per gli impianti da sci che caratterizzano il monte Croce di Muggio. Dalla croce (1799 m) il panorama di solito è bello, ma oggi non si vede proprio niente!
Attraverso tutta la cima e prendo il sentiero che scende dall’altra parte. Anche questo è facile e corribile, e ben presto mi ritrovo all’alpe Giumello. Passo a bere un caffè al ristoro Genio e riparto poi lungo l’anello di Muggio in direzione Alpe Chiaro.
Proseguo fino all’omonimo belvedere, dove finalmente le nubi si diradano e torno a vedere il lago di fronte a me. Anziché proseguire lungo l’anello, si prende qui a sinistra il sentiero in discesa, poco visibile ma indicato, per Vendrogno.
Dopo una discesa piuttosto ripida arrivo a un pianoro con una fontana. Il sentiero prosegue in discesa nel bosco verso destra, anche se ci metto un attimo a individuarlo. Continuo a scendere fino a un alpeggio, dove trovo nuove indicazioni per Vendrogno.
Continuo in discesa su facile sentiero fino a sbucare su una strada carrozzabile, che imbocco verso sinistra; subito l’abbandono, prendendo il sentiero non indicato che scende verso destra. Qui si trova qualche altro bivio, sempre con poche indicazioni: nel dubbio tenete la destra e proseguite in discesa, affidandovi anche alla mia traccia gpx (no worries, qui non ci sono originali varianti fuori pista!). Sbuco infine sulla strada asfaltata e, passando per Mornico, continuo a seguire i cartelli per Vendrogno, che mi permettono qua e là di tagliare i tornanti su facile sentiero.
Da Vendrogno proseguo prima su strada, poi di nuovo su sentiero, in direzione Bellano. Ben presto raggiungo la frazione Ombriaco e da qui non mi resta che ripercorrere la strada dell’andata fino alla macchina. Tempo di percorrenza: circa 4 ore al netto delle pause.