Pizzo del Becco e Cabianca (29 km – 2000 m D+)
Carona – Lago Marcio (1.841 m) – Laghi Gemelli (1.968 m) – Lago Colombo (2.046 m) – Pizzo del Becco (2.507 m) – Passo d’Aviasco (2.289 m) – Monte Cabianca (2.601 m) – Rifugio Calvi (2.015 m) – Carona
Periodo: Ottobre 2019
Partenza: Carona (1.110 m)
Distanza: 29 km
Dislivello: 2000 m
Acqua: fontana al rifugio Laghi Gemelli
GPX (clic dx, salva link con nome)
Un giro divertente e molto vario, dove tratti corribili si alternano a ferrate e creste vertiginose. Si attraversano paesaggi selvaggi e lunari, si corre con gli stambecchi tra ghiaioni e rocce multicolore, ci si arrampica per sentieri tecnicissimi e poco battuti, godendo di panorami semplicemente spettacolari. Percorso consigliato solo a escursionisti più che esperti e in condizioni di perfetta visibilità.
La partenza è dal lungolago di Carona: si può lasciare l’auto in paese per evitare il parcheggio a pagamento alla diga. Scendiamo a questo punto verso la diga seguendo il lungolago e, superato il bar Pineta, imbocchiamo il noto e frequentatissimo sentiero CAI 211 in salita verso sinistra. In circa 4 km guadagneremo 700 m, arrivando al primo dei vari laghetti che incontreremo in questo giro, il lago Marcio (1.841 m). Qui si prende a destra il sentiero semi-pianeggiante che costeggia il lago e che ci condurrà ai laghi Gemelli (1.968 m). Conviene rabboccare le borracce alla fontana davanti al rifugio, perché poi per parecchio tempo non troveremo altra acqua. Attraversiamo la diga e prendiamo a sinistra il facile sentiero che porta al lago successivo, il lago Colombo (2.046 m).
Attraversiamo anche questa diga e proseguiamo in salita seguendo le indicazioni per il Passo d’Aviasco e per il Pizzo del Becco, il primo raggiungibile seguendo il facile sentiero 214 che costeggia il lago Colombo, il secondo invece passando per un ripido canalone segnalato come EE – che poi potrebbe anche essere un EEA, vista la ripida ferrata che ci separa dalla vetta. In questo tratto, molto verticale, sarebbe opportuno l’uso del caschetto.
Una volta sbucati dal canalone, vedremo chiaramente la cima alla nostra sinistra. Percorriamo l’ultimo tratto, non attrezzato ma comunque impegnativo, e raggiungiamo la croce di vetta del Pizzo del Becco (2.507 m), da cui si gode di un panorama a trecentosessanta gradi su tutte le Orobie.
A questo punto si torna indietro fino al punto in cui siamo usciti dalla ferrata: qui, anziché scendere da dove siamo arrivati, proseguiamo dritto seguendo il panoramico sentiero – sufficientemente evidente e indicato da ometti – che ci permette di scendere più gradualmente fino a ricongiungerci con il sentiero 214. Da qui una breve salita porta al passo d’Aviasco (2.289 m).
Si percorre brevemente e in piano il sentiero CAI 229, che porta al lago di Aviasco, per poi abbandonarlo e imboccare la cresta che sale verso sinistra verso il monte Cabianca. Una ripida salita ci porta alla prima cima, il monte dei Frati. Dopodiché proseguiamo in cresta, seguendo gli ometti e i rari bolli e ammirando il panorama che si fa sempre più selvaggio e spettacolare.
Dopo una ripidissima discesa su ghiaione, affrontiamo lo strappetto finale e raggiungiamo la vetta del Cabianca (2.601 m), indicata da una campanella. Anche da qui il panorama è impagabile.
La salita è praticamente finita, ma adesso comincia il pezzo più critico dove occorre davvero prestare attenzione. Ancora più della ferrata per il Pizzo del Becco, questo tratto di cresta è consigliato solo a chi si sappia muovere con disinvoltura in questo tipo di ambiente, e non abbia problemi di vertigini!
Il sentiero a questo punto è solo una vaga traccia, con qualche bollo qua e là. Bisogna rimanere in cresta per circa un chilometro, procedendo con cautela nei tratti più esposti. Arrivati a un bivio, dove si potrebbe proseguire in direzione del Madonnino, si scende verso sinistra in un ghiaione sdrucciolevole ma non eccessivamente ripido. Anche qui, un minimo di traccia c’è, indicata talvolta da ometti in pietra, ma bisogna un po’ inventarsi la strada (o seguire la traccia gpx). La direzione, in ogni caso, è il rifugio Calvi, ben visibile sotto di noi! Una volta raggiunto il rifugio, si torna a Carona di corsa lungo gli 8-9 km di noiosa ma facile strada.
Laghi Gemelli e Valle dei Frati (18,6 km – 1250 m D+)
11 Agosto 2020 by marta • Orobie Tags: anello, carona, corsa in montagna, laghi gemelli, lago colombo, lago marcio, montagna, orobie, passo d'aviasco, trail running, valle dei frati • 0 Comments
Carona – Lago Marcio (1.841 m) – Laghi Gemelli (1.968 m) – Lago Colombo (2.046 m) – Passo d’Aviasco (2.289 m) – Valle dei Frati – Lago dei Frati (1.941 m) – Pagliari – Carona
Periodo: Agosto 2020
Partenza: Carona (1.110 m)
Distanza: 18,6 km
Dislivello: 1250 m
Acqua: fontana al rifugio Laghi Gemelli e a Pagliari
GPX (clic dx, salva link con nome)
Questo giro è piuttosto semplice e veloce, ma decisamente appagante. Si passa per quattro laghi orobici e per la selvaggia Valle dei Frati, dove non è raro incontrare stambecchi e marmotte. La discesa per questa valle è un po’ tecnica, anche se mai esposta o pericolosa; per il resto, si passa solo per semplici sentieri escursionistici.
La partenza è dal lungolago di Carona: scendendo in auto verso la diga si incontrano prima delle strisce bianche, poi i parcheggi a pagamento. Dopo avere parcheggiato si segue di corsa il lungolago e, superato il bar Pineta, si imbocca il noto e frequentatissimo sentiero CAI 211 in salita verso sinistra per il rifugio Laghi Gemelli. In circa 4 km guadagneremo 700 m, arrivando al lago Marcio (1.841 m). Qui si prende a destra il sentiero semi-pianeggiante che costeggia il lago e che ci condurrà con un ultimo strappetto ai laghi Gemelli (1.968 m). Conviene rabboccare le borracce alla fontana davanti al rifugio, perché poi per parecchio tempo non troveremo altra acqua.
Attraversiamo la diga e prendiamo a sinistra il facile sentiero che porta al lago successivo, il lago Colombo (2.046 m). Superata anche questa diga, si prosegue in salita seguendo le indicazioni per il Passo d’Aviasco e per il Pizzo del Becco, il primo raggiungibile seguendo il facile sentiero 214 che costeggia il lago Colombo, il secondo invece passando per un canalone segnalato come EE – che poi potrebbe anche essere un EEA, vista la ripida ferrata per arrivare in vetta. Se vi interessa aggiungerlo al giro, tenete conto che è consigliabile almeno il caschetto.
Con il nobile scopo di riportare a casa il fratellino tutto intero, sennò poi chi la sente la mamma, ho optato per il sentiero 214, che costeggia il lago Colombo e sale poi verso il Passo d’Aviasco (2.289 m). Se fino ai Gemelli il percorso è molto battuto, in questo tratto l’affollamento diminuisce e ci si immerge finalmente in una natura incontaminata.
Dal passo, si prende il sentiero in discesa verso sinistra e ci si addentra nella Valle dei Frati, il vero obiettivo di questa gita. Il sentiero in alcuni tratti è ripido e sdrucciolevole, in altri è una semplice sequenza di bolli nella pietraia: ma non è mai troppo difficile e soprattutto i tratti più tecnici non sono esposti.
Arrivati all’ultimo laghetto, il Lago dei Frati, lo si costeggia e si comincia poi a scendere nel bosco, fino a raggiungere un bivio: si svolta a sinistra, seguendo senza possibilità d’errore il sentiero 247 per Pagliari (Carona). La discesa adesso è semplice e rilassante. Attraversato il torrente, si passa per il grazioso alpeggio di Pagliari, dove tra l’altro si può fare rifornimento d’acqua, e si prosegue poi in discesa lungo la strada carrozzabile fino a Carona.