Trail veloce all’alpe di Granda (16 km – 1225 m D+)
Sopra Ardenno, sconosciuto ai più, si apre uno spettacolare balcone sulle cime della Valmasino. Dalla Cima di Granda e dall’omonima alpe, facilmente raggiungibili ma davvero poco frequentate, la vista è così bella che non vorrete più andarvene!
Periodo: Maggio 2021
Partenza: Piazzalunga (SO)
Distanza: 16 km
Dislivello: 1225 m
Acqua: fontana a Lotto e a Erbolo
GPX (clic dx, salva link con nome)
Questo giro, ci scommetto, non lo conoscete! Anche io ci ho messo un po’ a scoprirlo, facendomi incuriosire dai cartelli ma rimandando l’esplorazione ora per la neve, ora per gli alberi caduti nei boschi, ora perché alcuni sentieri sembravano non esistere sulla mappa di Strava.
Finalmente ho preso l’iniziativa e ho scoperto che si tratta di un percorso escursionistico, molto semplice in realtà, ma super panoramico! Ed è venuto fuori che questi sentieri, per quanto Strava ne ignori l’esistenza, sono tenuti molto bene. Il problema degli alberi caduti rimane al di sopra del rifugio Alpe Granda, verso il monte Scermendone, ma fino all’alpeggio si arriva senza difficoltà.
Ho deciso di partire da Piazzalunga, un grazioso borgo dove faccio sempre tappa acqua nei miei giri. Con il senno di poi, sarebbe forse stato meglio partire da Gaggio per risparmiarmi un’antipatica salita alla fine del giro! Per chi invece volesse ridurre un po’ distanza e dislivello, si può anche lasciare l’auto a Pioda: in questo caso si parte direttamente dal sentiero, eliminando il primo tratto di strada, e in discesa da Prati di Erbolo si prende il primo sentiero per Lotto, ricongiungendosi così con il percorso dell’andata. L’alternativa più ecologica, infine, è cominciare il giro dalla stazione di Ardenno, cosa che sicuramente farò la prossima volta con più tempo a disposizione!
Da Piazzalunga si segue la strada asfaltata in leggera salita per Pioda e Lotto. A Pioda si arriva in meno di un chilometro e, senza scendere in paese, si prende il sentiero che prosegue in piano, parallelo alla strada che è invece in discesa. Si troveranno poi le indicazioni per Lotto, che non lasciano possibilità d’errore. Il sentiero si inoltra nel bosco e comincia a salire, sempre più ripido, fino a incontrare di nuovo la strada per Lotto; si segue la strada solo per un tornante, poi si riprende il sentiero sulla sinistra e si continua in salita nel bosco fino a Lotto. Prima del laghetto artificiale, completamente recintato e nascosto alla vista, si svolta a sinistra: si trova qui il primo cartello che indica la direzione da seguire, Granda.
Di indicazioni se ne troveranno anche più avanti e il sentiero, oltre che segnato, sembra anche relativamente battuto. Nei pochi punti in cui la traccia risulta poco visibile per cumuli di foglie ci sono comunque diversi ometti che rendono letteralmente impossibile perdere l’orientamento. E pensare che avevo paura che questo sentiero non esistesse nemmeno!
Dopo un primo tratto di ripida salita, la pendenza diminuisce e si può tirare il fiato. Il bosco è stupendo, verde e lussureggiante, ma continuo a sbirciare tra le fronde per trovare qualche scorcio sulle vicine montagne innevate: mi trovo infatti sul crinale che separa la Valtellina dalla Val Masino, che per me è una delle valli più belle del mondo!
Il sentiero continua a salire e si arriva a un bivio: a sinistra si scende a Prato Tabiate, mentre io proseguo verso destra in direzione Granda. Ancora qualche saliscendi nel bosco, poi finalmente si sbuca sull’ampia cima di Granda (1708 m), che non sembra una cima ma è comunque un posto fantastico. Al bivacco Baita degli Alpini fa da sfondo una corona di montagne innevate, tra cui, se non erro, il monte Disgrazia.
Dopo il bivacco c’è ancora un breve tratto di salita, poi si comincia a scendere per i pascoli di questo enorme alpeggio fino a raggiungere un gruppetto di baite.
Supero le baite e proseguo più o meno in piano lungo la pista sterrata, senza prendere il sentiero in discesa verso destra ma continuando dritto fino al rifugio Alpe Granda (1680 m), che però al momento è chiuso per ristrutturazione e, secondo il gestore, non riaprirà prima della fine di giugno.
Dal rifugio si diparte un sentiero in salita che porta verso il monte Scermendone, purtroppo interrotto da diversi alberi caduti e a oggi (23 maggio 2021) non ancora ripristinato. Ho quindi seguito la noiosa pista in leggera salita in direzione Merla / Verdel fino all’alpe Merla (1736 m).
A dirla tutta, questo tratto di pista si può saltare se riuscite a scovare il sentierino non segnato che dal rifugio Alpe Granda scende dritto per dritto nel bosco fino alla pista sottostante – l’ho percorso di recente trovandolo in condizioni relativamente buone, con qualche albero caduto ma aggirabile. In questo caso ho preso la strada più lunga e in salita perché, con il sentiero per il monte Scermendone impraticabile, avevo già tagliato fin troppo dislivello dal mio giro!
Dall’alpe si prende il sentiero non indicato che scende ripido nel bosco – quello a fondovalle, non quello che rimane più alto sulla destra e che penso riporti all’alpe di Granda. Questo sentiero probabilmente non è molto battuto e non l’ho trovato in ottime condizioni, ma mi ha comunque permesso di arrivare alla pista sottostante scavalcando giusto qualche tronco (attenzione!).
Alla fine del sentiero si svolta a destra: sì, ancora salita! Bisogna seguire la pista fino al casotto che vedete in foto, dietro al quale sbuca anche l’altro sentierino, quello che scende diretto dall’alpe di Granda. Alla stessa altezza ma sulla sinistra si trova invece il sentiero in discesa per Erbolo che ho in programma di seguire: anche questo su Strava non c’è, ma vi assicuro che esiste ed è in buone condizioni!
Si segue questo sentiero fino a tornare sulla strada carrozzabile che in breve porta a Prati di Erbolo, dove ho trovato anche una fontana funzionante.
Superate le prime baite, proseguo in discesa lungo la strada fino a trovare sulla destra il sentiero in discesa per Gaggio. Lo seguo fino alla località Piasc e qui svolto a destra, di nuovo su strada carrozzabile, continuando a seguire le indicazioni per Gaggio. Si trova poi, a un tornante, il sentiero per Piazzalunga che si inoltra nel bosco sulla destra.
Bisogna seguire questo sentiero, non molto battuto, in discesa verso sinistra, fino a sbucare sull’ennesima strada carrozzabile (o forse è sempre la stessa?!) che va imboccata verso destra. Mi trovo ora poco sopra il paesino di Gaggio, da cui mi è già capitato di passare diverse volte, e riconoscendo il posto realizzo anche che mi aspetta un’ultima salita prima di arrivare a Piazzalunga! Per circa un chilometro la strada continua a salire senza pietà, a tratti ripida, ma mai abbastanza da permettermi di smettere di correre senza sensi di colpa. Al bivio si prosegue dritto, ora per fortuna in leggera discesa, sempre seguendo le indicazioni fino a Piazzalunga. In tutto il giro ha richiesto meno di tre ore, comprese abbondanti pause foto. Ora che conosco i sentieri, lo inserirò appena possibile in percorsi più lunghi!
Alpe Granda da Ardenno (22 km – 1700 m D+)
14 Febbraio 2022 by marta • Valtellina Tags: alpe granda, ardenno, buglio in monte, cima di granda, corsa in montagna, gaggio, lotto, scermendone, trail running, valtellina, via dei terrazzamenti • 0 Comments
Ecco un altro anello panoramico in bassa Valtellina! Partenza dalla stazione di Ardenno, salita all’Alpe Granda con vista spaziale sulla Val Masino, discesa dalla via dei Terrazzamenti.
Periodo: Febbraio 2022
Partenza: Ardenno
Distanza: 22 km
Dislivello: 1700 m
Acqua: varie fontane lungo tutto il percorso (quelle più in alto chiuse in inverno)
GPX (clic dx, salva link con nome)
L’Alpe Granda, storico alpeggio di Ardenno, è diventato uno dei miei posti preferiti da quando l’ho scoperto, più o meno un anno fa. Spettacolare balcone da cui ammirare la maestosa catena di vette della Val Masino, facilmente accessibile per strade e sentieri escursionistici, questo enorme pianoro a 1600 m di quota rimane sconosciuto ai più, silenzioso e poco frequentato.
Il giro che avevo in mente era in realtà più ambizioso: pensavo di salire anche al monte Scermendone e da lì arrivare alla chiesetta di San Quirico. Si tratta però, come immaginavo, di un percorso poco frequentato e senza indicazioni di alcun tipo, che ho eliminato dalla traccia gpx perché non mi sento di raccomandarlo. Oltre tutto, arrivata a quella che pensavo fosse la cima del monte Scermendone, che però era il Mercantelli (2070 m), anziché proseguire in cresta ho pensato bene di seguire una traccia in discesa nel bosco e ho perso quasi un’ora a ravanare più o meno a caso per riguadagnare la strada carrozzabile che passa poco più in basso.
Vi propongo quindi un giro un po’ più breve e decisamente più sicuro di quello che ho fatto effettivamente. La partenza è da Ardenno, dove approfitto come sempre del grande parcheggio gratuito della stazione. Si parte con un tratto di corsa in piano verso i terrazzamenti che caratterizzano il versante solivo della bassa Valtellina; si svolta a sinistra verso il cimitero e si continua in direzione delle montagne. Dalla strada vedo già la prossima parte del mio percorso, la ripida mulattiera in salita che mi porterà al paesino di Biolo.
Da Biolo, sempre in salita, seguo le indicazioni e i bolli fino a Pioda; supero anche questo piccolo abitato, che gode di una posizione davvero invidiabile con vista sul Legnone, e proseguo ancora in salita.
La tappa successiva è Lotto, che si raggiunge tramite un comodo sentiero che taglia i tornanti della strada. Anche qui, le indicazioni sono chiare e puntuali. Arrivando a Lotto il sentiero finalmente spiana un po’ e il bosco si apre per fare spazio a un bell’alpeggio con un laghetto artificiale.
Svolto a sinistra seguendo le indicazioni per Granda e approfitto di una fontana per rabboccare la borraccia. Ci sono fontane anche più in alto, ma in questa stagione sono chiuse: quella di Lotto è l’ultimo punto di rifornimento per parecchio tempo. Superato l’alpeggio, il sentiero si inerpica e si addentra di nuovo nel bosco, che nasconde solo parzialmente le prime cime della Val Masino alla mia sinistra. Mi trovo infatti sul crinale che separa questa bellissima valle laterale dalla Valtellina. Man mano che salgo verso la Cima di Granda (1708 m), si aprono scorci meravigliosi, ideali come selfie-point.
Le montagne sono davvero aride, ma d’altra parte in condizioni diverse, per esempio con tutta la neve venuta l’anno scorso, difficilmente mi sarei avventurata da queste parti in pieno inverno. Si tenga conto che qui i sentieri, anche quelli meglio segnati, sono davvero poco battuti e capita spesso di trovarli interrotti da alberi caduti, o impraticabili per la neve. In questo caso, l’unico ostacolo che incontro è un tappeto di foglie secche che ricopre i sentieri e che, in assenza di perturbazioni e di escursionisti, vi rimarrà probabilmente ancora a lungo.
Raggiungo la Cima di Granda, che definire “cima” è forse un po’ eccessivo, ma da cui la vista è semplicemente meravigliosa, e proseguo in discesa verso l’omonima Alpe.
Dalle baite proseguo in piano fino al rifugio Alpe Granda – che nonostante l’invidiabile posizione non mi sento, purtroppo, di consigliare – lungo una comoda e panoramica strada carrozzabile, dove trovo ancora qualche chiazza di neve ghiacciata e un po’ di fango. Prendo la mulattiera in salita dietro al rifugio e mi inoltro di nuovo nel bosco. Il sentiero sbuca su un’altra carrozzabile, e qui le nostre strade dovrebbero dividersi. Il mio consiglio è infatti di proseguire lungo il sentiero in discesa verso la Merla, sentiero che si prende pochi metri prima di arrivare alla carrozzabile. Io invece ho imboccato il sentiero in salita privo di indicazioni, che porta alla cresta Scermendone-San Quirico.
Completamente privo di bolli e tracce umane, il sentiero risulta sempre meno battuto man mano che mi avvicino alla cresta, fino a scomparire del tutto; alcuni tratti di neve ghiacciata mi costringono a procedere con cautela, ma tornano utili perché conservano vecchie impronte di scarponi che mi confermano di essere sul percorso giusto. Continuando a salire con la massima attenzione, riesco comunque a gustarmi questo ambiente tanto bello e selvaggio.
Ho voluto comunque mostrarvi il posto meraviglioso in cui mi sono ritrovata: un panorama del genere, per quanto mi riguarda, merita di essere conquistato a costo di qualche disagio. Se qualcuno volesse arrampicarsi quassù a dare un’occhiata, tenendo conto che sarebbe un sentiero EE (se solo ci fosse un sentiero), consiglio di arrivare alla vetta del Mercantelli e ridiscendere molto attentamente per la stessa via, oppure cercare di proseguire in cresta, pur nella totale assenza di bolli, fino alla croce del monte Scermendone. La cosa da NON fare, come sempre mi ripeto pur continuando a disattendere i buoni propositi, è seguire vaghe tracce (di animali) lontano dal filo di cresta.
In qualche modo, ammaccata, graffiata e punzecchiata, emergo dal bosco e ritrovo la noiosa carrozzabile, che dopo questa ravanata mi sembra molto meno noiosa. Torno sui miei passi e, sorpresa di impiegare non più di qualche minuto a ripercorrere in piano l’evidentemente modesta distanza che avevo coperto in cresta, vado a prendere il sentiero in discesa per la Merla.
Siamo di nuovo sul percorso “consigliato”. Raggiunto l’alpeggio, il sentiero da prendere è quello senza indicazioni che scende dritto nel bosco: va invece evitato il sentiero in costa che riporta all’Alpe Granda. La discesa nel bosco, salvo qualche breve tratto ricoperto di ghiaccio vivo, è semplice e piacevole e mi porta ben presto sulla strada che collega l’Alpe Granda con le località Our e Nansegolo, frazioni di Buglio in Monte. Dopo un paio di tornanti in discesa, all’altezza delle prime case, trovo sulla destra un sentierino che mi permette di accorciare un po’ il percorso.
Non ci sono indicazioni, ma so più o meno in che direzione andare. Certo, procederei molto più in fretta se il sentiero non fosse ricoperto da un instabile manto di foglie secche, dove mi trovo immersa, in alcuni punti, fino al ginocchio. Dopo un tratto di sentiero che mi sembrerebbe molto ripido, se non fossi da poco riemersa dalla mia epica ravanata sotto il monte Scermendone, riguadagno la strada, ora asfaltata, e sempre in discesa arrivo al bivio per Buglio in Monte.
Senza scendere a Buglio, tengo la destra e proseguo comodamente su asfalto per un altro chilometro. Incontro una galleria e, poco prima, le indicazioni della via dei Terrazzamenti. Io qui mi trovo su un terreno arcinoto, ma i cartelli gialli dei Terrazzamenti aiuteranno senz’altro i neofiti a orientarsi da qui ad Ardenno.
Sempre seguendo le indicazioni, si lascia la strada asfaltata per prendere verso sinistra la mulattiera che ne taglia i tornanti. Si passa dalle prime baite di Gaggio per poi arrivare al paesello vero e proprio, dove come al solito vengo accolta dalle facce perplesse di due alpaca.
Proseguendo in discesa, sempre su facile e panoramica mulattiera, si comincia finalmente a vedere Ardenno a pochi chilometri di distanza.
L’ultimo tratto di mulattiera è particolarmente bello con la luce calda del pomeriggio. Ben presto arrivo in paese e, con un ultimo chilometro in piano, raggiungo la macchina.