Un percorso vario, facile ma allenante, con una decina di chilometri completamente in piano lungo il Sentiero Valtellina e poi due salite belle toste: da Colico a Pianted0 e da qui a Osiccio in val Lesina.
Se c’è una cosa che ho imparato dalle recenti esplorazioni in Valtellina, è che in inverno conviene volare basso. La neve è ancora tanta, in alcune valli il sole non arriva a sciogliere il ghiaccio fino a primavera inoltrata e sentieri che sulla carta sembrano facili possono presentare difficoltà impreviste.
Come dice Louis Oreiller (“Il pastore di stambecchi”, Ponte alle Grazie 2018), la montagna è così gentile da lanciare due o tre avvertimenti prima di fare male sul serio. Sta all’intelligenza di ciascuno saperli cogliere. Nel mio caso, ho capito che finché le temperature non si alzano significativamente mi conviene rimanere sotto quota 1000.
La sfida è diventata allora quella di trovare percorsi a saliscendi, per realizzare dislivello senza superare la soglia critica dei mille metri. Questo giro ad anello da Delebio è ideale: comincia con una decina di chilometri in piano, seguendo il sentiero Valtellina lungo il corso dell’Adda fino a Colico; risale poi in direzione del monte Legnone, con una salita davvero cattiva, + 700 m in un colpo solo; scende verso Piantedo, dove con sorpresa ho incrociato un tratto per me inedito del sentiero del Viandante; risale poi in Val Lesina verso Osiccio, da dove passa la GVO (Gran Via delle Orobie) e da qui scende infine a Delebio dalla ripida strada agro-silvo-pastorale Val Lesina.
Il punto di partenza è la Latteria Sociale Valtellina, ottima non solo come parcheggio ma anche come punto ristoro a fine corsa. Da qui si parte verso il centro di Delebio, proseguendo lungo viale Stelvio per meno di 1 km: alla seconda rotonda si svolta a destra, si passa prima sotto alla ferrovia, poi sotto alla superstrada, e si imbocca infine il Sentiero Valtellina in direzione Colico.
Personalmente ho trovato questo tratto, di circa 8 km, tra i più belli che abbia percorso sul Sentiero Valtellina: a destra il fiume Adda, a sinistra campi deserti se non per qualche airone solitario, sullo sfondo il Legnone innevato. Legnone che rimarrà una presenza costante per tutta la prima metà del giro.
Superiamo un ranch e la strada diventa sterrata, inoltrandosi nel bosco. A Colico mancano un paio di chilometri, come si apprende anche dalla chiara segnaletica del Sentiero Valtellina. L’Adda sfocia nel lago di Como e il percorso si fa sempre più panoramico, con spiagge incastonate tra le montagne e un ambiente che ricorda i fiordi norvegesi.
A una svolta del sentiero ci ritroviamo il Legnone di fronte, che spettacolo!
Si prosegue fino a Colico e da qui le indicazioni si fanno più confuse. Ho seguito per un tratto il percorso dei torrenti, dove purtroppo le indicazioni si perdono nel nulla, risalendo poi lungo via Chiaro da cui parte la strada carrozzabile per Fontanedo.
La strada da Chiaro comincia a inerpicarsi e la pendenza aumenta sempre di più. Incontriamo qualche cartello arancione del Sentiero del Viandante, ma le indicazioni da seguire sono quelle dell’anello di Fontanedo – fino appunto a Fontanedo – e il sentiero 1B per Monti Rusico, Alpe Scoggione, Monte Legnone.
Da Fontanedo la strada carrozzabile diventa sempre più sconnessa, fino a trasformarsi in ripido sentiero. A Monti Rusico (743 m) si può tirare brevemente il fiato lungo un tratto di carrozzabile, ma subito si ricomincia a salire lungo il sentiero 1B verso l’Alpe Scoggione e il Monte Legnone.
La salita ci porta oltre quota 900 m e il panorama si apre meravigliosamente su Colico e il lago di Como.
Si continua a guadagnare quota fino a incontrare le indicazioni per Piantedo: qui si abbandona il sentiero per il Legnone, dove ho tutte le intenzioni di tornare in estate, e si comincia la discesa.
Il sentiero è segnato, ma decisamente poco frequentato: mi ritrovo a navigare in un mare di foglie secche in compagnia di timidi cerbiatti, con i bolli bianchi e rossi sugli alberi come unico riferimento quando il sentiero proprio non si vede. Si procede lentamente, ma dopo appena un chilometro si arriva alla strada carrozzabile, che rende il resto della discesa molto più rapido. Si arriva infine a incrociare – e per me è stata una piacevolissima sorpresa – un tratto del Sentiero del Viandante di cui ignoravo l’esistenza, quello che collega Piantedo a Delebio.
Seguiamo i cartelli arancione del Viandante fino a incontrare un torrentello: qui si abbandona il sentiero principale, si attraversa il torrente e si prosegue in salita lungo un sentiero poco battuto e non bollato. Si attraversa un altro torrente, che dalla mappa sembrerebbe essere il torrente Tavani, in corrispondenza di un grosso albero caduto.
Un ultimo tratto di sdrucciolevole sentiero in salita permette di guadagnare la strada carrozzabile, lunga e noiosa, che va seguita da qui in poi fino a Osiccio, passando per il panoramico Dosso della Mida.
Superata una piazzola per l’elisoccorso, possiamo considerare finita la salita: prendiamo la ripidissima mulattiera in discesa per Osiccio, da dove passa un’altra via che ho intenzione di esplorare in estate, la Gran Via delle Orobie o GVO. Senza entrare nell’abitato, si svolta a destra e si prosegue in discesa, senza possibilità d’errore, fino a Delebio. La mulattiera è terribilmente ripida e sconnessa, per cui non si riesce a correre veloce; si arriva tuttavia in fretta al paese, dove si ritrovano le indicazioni del Viandante. Da qui basta seguire il corso del torrente Lesina per arrivare al punto di partenza.
Anello da Delebio (26,5 km – 1300 m D+)
22 Marzo 2021 by marta • Valtellina Tags: anello di fontanedo, colico, corsa in montagna, delebio, dosso della mida, fontanedo, legnone, monti rusico, osiccio, percorso trail, piantedo, sentiero del viandante, sentiero valtellina, trail running, valtellina • 0 Comments
Un percorso vario, facile ma allenante, con una decina di chilometri completamente in piano lungo il Sentiero Valtellina e poi due salite belle toste: da Colico a Pianted0 e da qui a Osiccio in val Lesina.
Periodo: Marzo 2021
Partenza: Delebio
Distanza: 26,5 km
Dislivello: 1300 m
Acqua: niente fontane, qualche ruscello
GPX (clic dx, salva link con nome)
Se c’è una cosa che ho imparato dalle recenti esplorazioni in Valtellina, è che in inverno conviene volare basso. La neve è ancora tanta, in alcune valli il sole non arriva a sciogliere il ghiaccio fino a primavera inoltrata e sentieri che sulla carta sembrano facili possono presentare difficoltà impreviste.
Come dice Louis Oreiller (“Il pastore di stambecchi”, Ponte alle Grazie 2018), la montagna è così gentile da lanciare due o tre avvertimenti prima di fare male sul serio. Sta all’intelligenza di ciascuno saperli cogliere. Nel mio caso, ho capito che finché le temperature non si alzano significativamente mi conviene rimanere sotto quota 1000.
La sfida è diventata allora quella di trovare percorsi a saliscendi, per realizzare dislivello senza superare la soglia critica dei mille metri. Questo giro ad anello da Delebio è ideale: comincia con una decina di chilometri in piano, seguendo il sentiero Valtellina lungo il corso dell’Adda fino a Colico; risale poi in direzione del monte Legnone, con una salita davvero cattiva, + 700 m in un colpo solo; scende verso Piantedo, dove con sorpresa ho incrociato un tratto per me inedito del sentiero del Viandante; risale poi in Val Lesina verso Osiccio, da dove passa la GVO (Gran Via delle Orobie) e da qui scende infine a Delebio dalla ripida strada agro-silvo-pastorale Val Lesina.
Il punto di partenza è la Latteria Sociale Valtellina, ottima non solo come parcheggio ma anche come punto ristoro a fine corsa. Da qui si parte verso il centro di Delebio, proseguendo lungo viale Stelvio per meno di 1 km: alla seconda rotonda si svolta a destra, si passa prima sotto alla ferrovia, poi sotto alla superstrada, e si imbocca infine il Sentiero Valtellina in direzione Colico.
Personalmente ho trovato questo tratto, di circa 8 km, tra i più belli che abbia percorso sul Sentiero Valtellina: a destra il fiume Adda, a sinistra campi deserti se non per qualche airone solitario, sullo sfondo il Legnone innevato. Legnone che rimarrà una presenza costante per tutta la prima metà del giro.
Superiamo un ranch e la strada diventa sterrata, inoltrandosi nel bosco. A Colico mancano un paio di chilometri, come si apprende anche dalla chiara segnaletica del Sentiero Valtellina. L’Adda sfocia nel lago di Como e il percorso si fa sempre più panoramico, con spiagge incastonate tra le montagne e un ambiente che ricorda i fiordi norvegesi.
A una svolta del sentiero ci ritroviamo il Legnone di fronte, che spettacolo!
Si prosegue fino a Colico e da qui le indicazioni si fanno più confuse. Ho seguito per un tratto il percorso dei torrenti, dove purtroppo le indicazioni si perdono nel nulla, risalendo poi lungo via Chiaro da cui parte la strada carrozzabile per Fontanedo.
La strada da Chiaro comincia a inerpicarsi e la pendenza aumenta sempre di più. Incontriamo qualche cartello arancione del Sentiero del Viandante, ma le indicazioni da seguire sono quelle dell’anello di Fontanedo – fino appunto a Fontanedo – e il sentiero 1B per Monti Rusico, Alpe Scoggione, Monte Legnone.
Da Fontanedo la strada carrozzabile diventa sempre più sconnessa, fino a trasformarsi in ripido sentiero. A Monti Rusico (743 m) si può tirare brevemente il fiato lungo un tratto di carrozzabile, ma subito si ricomincia a salire lungo il sentiero 1B verso l’Alpe Scoggione e il Monte Legnone.
La salita ci porta oltre quota 900 m e il panorama si apre meravigliosamente su Colico e il lago di Como.
Si continua a guadagnare quota fino a incontrare le indicazioni per Piantedo: qui si abbandona il sentiero per il Legnone, dove ho tutte le intenzioni di tornare in estate, e si comincia la discesa.
Il sentiero è segnato, ma decisamente poco frequentato: mi ritrovo a navigare in un mare di foglie secche in compagnia di timidi cerbiatti, con i bolli bianchi e rossi sugli alberi come unico riferimento quando il sentiero proprio non si vede. Si procede lentamente, ma dopo appena un chilometro si arriva alla strada carrozzabile, che rende il resto della discesa molto più rapido. Si arriva infine a incrociare – e per me è stata una piacevolissima sorpresa – un tratto del Sentiero del Viandante di cui ignoravo l’esistenza, quello che collega Piantedo a Delebio.
Seguiamo i cartelli arancione del Viandante fino a incontrare un torrentello: qui si abbandona il sentiero principale, si attraversa il torrente e si prosegue in salita lungo un sentiero poco battuto e non bollato. Si attraversa un altro torrente, che dalla mappa sembrerebbe essere il torrente Tavani, in corrispondenza di un grosso albero caduto.
Un ultimo tratto di sdrucciolevole sentiero in salita permette di guadagnare la strada carrozzabile, lunga e noiosa, che va seguita da qui in poi fino a Osiccio, passando per il panoramico Dosso della Mida.
Superata una piazzola per l’elisoccorso, possiamo considerare finita la salita: prendiamo la ripidissima mulattiera in discesa per Osiccio, da dove passa un’altra via che ho intenzione di esplorare in estate, la Gran Via delle Orobie o GVO. Senza entrare nell’abitato, si svolta a destra e si prosegue in discesa, senza possibilità d’errore, fino a Delebio. La mulattiera è terribilmente ripida e sconnessa, per cui non si riesce a correre veloce; si arriva tuttavia in fretta al paese, dove si ritrovano le indicazioni del Viandante. Da qui basta seguire il corso del torrente Lesina per arrivare al punto di partenza.