Un giro spettacolare, che sale tra i laghi della meravigliosa Val Gerola, passa ai piedi del Pizzo dei Tre Signori, attraversa creste e valli più o meno note, percorrendo i sentieri che collegano la Valtellina e le Orobie bergamasche. Un giro che tocca mete popolari e relativamente affollate, collegandole attraverso percorsi poco battuti. Dal laghetto in versione spiaggia, con gitanti che prendono il sole in costume da bagno, si passa in breve a lande deserte, pietraie e cime severe, territorio degli stambecchi; per poi ritrovarsi al rifugio meta di pranzi domenicali, e poco dopo di nuovo in mezzo al nulla.
Nel complesso è un percorso che si presta bene alla corsa, con lunghi tratti di sentiero più o meno pianeggiante dove si possono fare andare le gambe. Non essendo lunghissimo, in realtà si può anche sfruttarlo per una semplice passeggiata.
Si parcheggia a Pescegallo, sopra a Gerola Alta. È molto semplice: la strada finisce alla stazione di partenza degli impianti di risalita e il parcheggio è ampio e comodo. Si prende mentalmente nota del bar con terrazza ai piedi degli impianti, in posizione strategica per la birra di fine giro. Lasciandosi il bar sulla sinistra, si segue un largo sentiero pianeggiante che sembra portare a una casetta, un centinaio di metri più avanti. In realtà si supera la casetta e si prende il sentiero vero e proprio, che si inoltra dolcemente nell’abetaia.
A un primo bivio, all’altezza dell’alpeggio Tronella (o baita Dossetto, a seconda delle mappe), andiamo dritto seguendo le indicazioni per il lago di Trona e il lago Rotondo – il sentiero che si inerpica su per il bosco a sinistra è quello da cui scenderemo alla fine del giro. A questo punto il nostro sentiero comincia a salire con decisione, guadagnando rapidamente 3-400 metri di quota. Alla salita segue un lungo, piacevolissimo traverso, tutto corribile, che passa per la minuscola pozza di Piic e aggira il Pizzo del Mezzodì.
Arriviamo a un nuovo bivio: il sentiero di sinistra sale per la valle di Trona – da cui eventualmente si potrebbe tornare, dopo il lago Rotondo, per accorciare un poco il giro saltando il rifugio Benigni, ultima tappa del nostro percorso. Adesso però ignoriamo la deviazione a sinistra e proseguiamo dritto in leggera discesa, perdendo un po’ di dislivello per arrivare al lago di Trona (1815 m).
Attraversiamo la diga e saliamo seguendo le indicazioni per il Rifugio Falc. I cartelli ci danno due opzioni: una “direttissima” e un sentiero che dovrebbe salire più dolcemente. Io ho seguito la prima, un sentiero ripido ma molto facile e piacevole.
Anche dal lago dell’Inferno (2085 m) abbiamo due possibilità: salire al Pizzo dei Tre Signori (attenzione: il canale di discesa verso la Bocchetta d’Inferno a inizio luglio era ancora pieno di neve, utili bastoncini e ramponcini se si vuole optare per questo percorso) oppure costeggiare il lago lungo un sentiero così bello e piacevolmente corribile che, almeno per i miei gusti, non fa rimpiangere la cima sovraffollata del Pizzo. Seguendo dunque il sentiero che rimane più o meno in quota, si costeggia il lago tra rododentri, pietraie e pendii erbosi fino al fondo della valle, dove i bolli bianco/rosso cominciano a inerpicarsi su per roccette e lingue di neve per arrivare alla bocchetta d’Inferno (2306 m).
Al di là della bocchetta si apre la valle di Ornica, in provincia di Bergamo. Qui troviamo chiare indicazioni per i vari punti raggiungibili dalla bocchetta: a destra la cima del Pizzo dei Tre Signori, a sinistra il lago Rotondo, mentre proseguendo dritto in discesa si arriverebbe direttamente al rifugio Benigni. Quest’ultima è la tappa finale del giro, ma la raggiungeremo solo dopo essere saliti al lago Rotondo.
Se per qualunque motivo si volesse accorciare il giro, sconsiglio di tagliarlo in questo punto: il lago Rotondo visto dall’alto è forse la parte più bella del percorso. Piuttosto è meglio eliminare il Benigni e, dal lago Rotondo, scendere per la valle di Trona fino a riprendere il sentiero dell’andata. Naturalmente il mio consiglio è di completare tutto il giro!
Dalla Bocchetta d’Inferno, quindi, si sale al lago Rotondo. Il sentiero è ripido e a tratti sdrucciolevole, ma basta tirare un poco e si è subito alla bocchetta del Paradisino (2457 m), il punto più alto del giro se non si passa dal Pizzo dei Tre Signori. Da qui la vista del lago Rotondo, completamente circondato da un anello di cime acuminate, è semplicemente spettacolare.
La discesa è molto tecnica. Franosa, anzi, è il termine più corretto. Si perdono circa 200 m sciando nella ghiaia e si arriva al lago Rotondo, le cui sponde nelle calde giornate estive sono relativamente affollate da gitanti in costume da bagno. Si continua a scendere da un sentiero più comodo e tranquillo, chiaramente indicato dai soliti bolli bianco/rosso. Prima di arrivare a fondo valle, dove un comodo sentiero risale comunque alla bocca di Trona (2224 m), si incontra una deviazione verso destra che indica “Pianella”. È un sentiero leggermente più tecnico di quello a fondo valle, ma comunque ben segnato, che attraversa frane, ruscelletti e paesaggi lunari, portando comunque alla bocca di Trona con qualche saliscendi. Se si sceglie questo sentiero si tenga presente che non è corribile, e che bisogna fare un po’ di attenzione a non perdere di vista i bolli (comunque freschi e ben evidenti).
A chi fosse appassionato di fotografia consiglio di portare la macchina fotografica in questo giro: gli stambecchi sono una presenza fissa nella zona e vale la pena di aggiungere un po’ di peso allo zainetto per scattare una foto da copertina.
Il sentiero che dalla bocca di Trona porta al Benigni altro non è che il buon vecchio 101, la traversata delle Orobie occidentali. Bellissimo e in questo tratto assolutamente corribile, nonché poco affollato se si escludono gli stambecchi: i gitanti sono tutti concentrati intorno ai laghi e al Rifugio Benigni.
Il rifugio sembra bello e i ragazzi che lo gestiscono sono simpatici e disponibili. Dalla fontana (acqua non potabile, ma io l\’ho bevuta lo stesso) si prende il sentiero numero 8 che scende dapprima molto rapidamente, poi in modo più dolce, verso Pescegallo. Si passa per un altro laghetto a circa 1800 m di altezza e si scende poi nel bosco fino a ricongiungersi con il sentiero dell’andata, all’altezza della baita Dossetto.
E da qui alla birra è davvero un attimo.
Anello in Val Gerola (18 km – 1270 D+)
11 Ottobre 2018 by marta • Valtellina Tags: anello, corsa in montagna, giro dei laghi, orobie, pescegallo, pizzo dei tre signori, rifugio benigni, sentiero, sentiero delle orobie, trail running, trona, val gerola, valtellina • 0 Comments
Giro dei laghi in Val Gerola, tra Valtellina e Orobie
Periodo: Luglio 2018
Partenza: Pescegallo (1450 m)
Distanza: 18 km
Dislivello: 1270 m
Acqua: quasi niente, portare scorta abbondante.
Un giro spettacolare, che sale tra i laghi della meravigliosa Val Gerola, passa ai piedi del Pizzo dei Tre Signori, attraversa creste e valli più o meno note, percorrendo i sentieri che collegano la Valtellina e le Orobie bergamasche. Un giro che tocca mete popolari e relativamente affollate, collegandole attraverso percorsi poco battuti. Dal laghetto in versione spiaggia, con gitanti che prendono il sole in costume da bagno, si passa in breve a lande deserte, pietraie e cime severe, territorio degli stambecchi; per poi ritrovarsi al rifugio meta di pranzi domenicali, e poco dopo di nuovo in mezzo al nulla.
Nel complesso è un percorso che si presta bene alla corsa, con lunghi tratti di sentiero più o meno pianeggiante dove si possono fare andare le gambe. Non essendo lunghissimo, in realtà si può anche sfruttarlo per una semplice passeggiata.
Si parcheggia a Pescegallo, sopra a Gerola Alta. È molto semplice: la strada finisce alla stazione di partenza degli impianti di risalita e il parcheggio è ampio e comodo. Si prende mentalmente nota del bar con terrazza ai piedi degli impianti, in posizione strategica per la birra di fine giro. Lasciandosi il bar sulla sinistra, si segue un largo sentiero pianeggiante che sembra portare a una casetta, un centinaio di metri più avanti. In realtà si supera la casetta e si prende il sentiero vero e proprio, che si inoltra dolcemente nell’abetaia.
A un primo bivio, all’altezza dell’alpeggio Tronella (o baita Dossetto, a seconda delle mappe), andiamo dritto seguendo le indicazioni per il lago di Trona e il lago Rotondo – il sentiero che si inerpica su per il bosco a sinistra è quello da cui scenderemo alla fine del giro. A questo punto il nostro sentiero comincia a salire con decisione, guadagnando rapidamente 3-400 metri di quota. Alla salita segue un lungo, piacevolissimo traverso, tutto corribile, che passa per la minuscola pozza di Piic e aggira il Pizzo del Mezzodì.
Arriviamo a un nuovo bivio: il sentiero di sinistra sale per la valle di Trona – da cui eventualmente si potrebbe tornare, dopo il lago Rotondo, per accorciare un poco il giro saltando il rifugio Benigni, ultima tappa del nostro percorso. Adesso però ignoriamo la deviazione a sinistra e proseguiamo dritto in leggera discesa, perdendo un po’ di dislivello per arrivare al lago di Trona (1815 m).
Attraversiamo la diga e saliamo seguendo le indicazioni per il Rifugio Falc. I cartelli ci danno due opzioni: una “direttissima” e un sentiero che dovrebbe salire più dolcemente. Io ho seguito la prima, un sentiero ripido ma molto facile e piacevole.
Anche dal lago dell’Inferno (2085 m) abbiamo due possibilità: salire al Pizzo dei Tre Signori (attenzione: il canale di discesa verso la Bocchetta d’Inferno a inizio luglio era ancora pieno di neve, utili bastoncini e ramponcini se si vuole optare per questo percorso) oppure costeggiare il lago lungo un sentiero così bello e piacevolmente corribile che, almeno per i miei gusti, non fa rimpiangere la cima sovraffollata del Pizzo. Seguendo dunque il sentiero che rimane più o meno in quota, si costeggia il lago tra rododentri, pietraie e pendii erbosi fino al fondo della valle, dove i bolli bianco/rosso cominciano a inerpicarsi su per roccette e lingue di neve per arrivare alla bocchetta d’Inferno (2306 m).
Al di là della bocchetta si apre la valle di Ornica, in provincia di Bergamo. Qui troviamo chiare indicazioni per i vari punti raggiungibili dalla bocchetta: a destra la cima del Pizzo dei Tre Signori, a sinistra il lago Rotondo, mentre proseguendo dritto in discesa si arriverebbe direttamente al rifugio Benigni. Quest’ultima è la tappa finale del giro, ma la raggiungeremo solo dopo essere saliti al lago Rotondo.
Se per qualunque motivo si volesse accorciare il giro, sconsiglio di tagliarlo in questo punto: il lago Rotondo visto dall’alto è forse la parte più bella del percorso. Piuttosto è meglio eliminare il Benigni e, dal lago Rotondo, scendere per la valle di Trona fino a riprendere il sentiero dell’andata. Naturalmente il mio consiglio è di completare tutto il giro!
Dalla Bocchetta d’Inferno, quindi, si sale al lago Rotondo. Il sentiero è ripido e a tratti sdrucciolevole, ma basta tirare un poco e si è subito alla bocchetta del Paradisino (2457 m), il punto più alto del giro se non si passa dal Pizzo dei Tre Signori. Da qui la vista del lago Rotondo, completamente circondato da un anello di cime acuminate, è semplicemente spettacolare.
La discesa è molto tecnica. Franosa, anzi, è il termine più corretto. Si perdono circa 200 m sciando nella ghiaia e si arriva al lago Rotondo, le cui sponde nelle calde giornate estive sono relativamente affollate da gitanti in costume da bagno. Si continua a scendere da un sentiero più comodo e tranquillo, chiaramente indicato dai soliti bolli bianco/rosso. Prima di arrivare a fondo valle, dove un comodo sentiero risale comunque alla bocca di Trona (2224 m), si incontra una deviazione verso destra che indica “Pianella”. È un sentiero leggermente più tecnico di quello a fondo valle, ma comunque ben segnato, che attraversa frane, ruscelletti e paesaggi lunari, portando comunque alla bocca di Trona con qualche saliscendi. Se si sceglie questo sentiero si tenga presente che non è corribile, e che bisogna fare un po’ di attenzione a non perdere di vista i bolli (comunque freschi e ben evidenti).
A chi fosse appassionato di fotografia consiglio di portare la macchina fotografica in questo giro: gli stambecchi sono una presenza fissa nella zona e vale la pena di aggiungere un po’ di peso allo zainetto per scattare una foto da copertina.
Il sentiero che dalla bocca di Trona porta al Benigni altro non è che il buon vecchio 101, la traversata delle Orobie occidentali. Bellissimo e in questo tratto assolutamente corribile, nonché poco affollato se si escludono gli stambecchi: i gitanti sono tutti concentrati intorno ai laghi e al Rifugio Benigni.
Il rifugio sembra bello e i ragazzi che lo gestiscono sono simpatici e disponibili. Dalla fontana (acqua non potabile, ma io l\’ho bevuta lo stesso) si prende il sentiero numero 8 che scende dapprima molto rapidamente, poi in modo più dolce, verso Pescegallo. Si passa per un altro laghetto a circa 1800 m di altezza e si scende poi nel bosco fino a ricongiungersi con il sentiero dell’andata, all’altezza della baita Dossetto.
E da qui alla birra è davvero un attimo.