Monte Bassetta (23 km – 1550 m D+)
Un fantastico balcone sul Lario, la Valtellina, la Val Chiavenna e la selvaggia Valle dei Ratti: il Monte Bassetta, con i suoi 1744 m, è facilmente raggiungibile, soleggiato anche in inverno, poco frequentato nonostante la vista mozzafiato.
Periodo: Gennaio 2022
Partenza: Mantello (SO)
Distanza: 23 km
Dislivello: 1550 m
Acqua: fontane agli alpeggi
GPX (clic dx, salva link con nome)
Il monte Bassetta è la prima, modesta cima dell’imponente catena montuosa che divide la Valtellina dalla Val Chiavenna, salendo dapprima dolcemente e poi con rilievi sempre più aspri dal punto in cui l’Adda si tuffa nel lago di Como fino alle spettacolari vette della Val Masino.
E tutto questo si offre alla vista con una semplice passeggiata priva di difficoltà, adatta anche alla stagione invernale (con la dovuta attrezzatura in base alla situazione neve), sulla soleggiata costiera dei Cèch in bassa Valtellina.
Sono partita da Mantello, dal comodo parcheggio in corrispondenza della rotonda e del ponte sull’Adda, per fare qualche chilometro di corsa in più; in alternativa, si possono togliere chilometri e dislivello parcheggiando a Cino, il cui campanile svetta alto sopra Mantello.
Dal parcheggio, attraverso la statale e subito l’abbandono, prendendo la via che entra in paese con indicazioni per Cino. Svolto subito a sinistra: un cartello indica che è una strada chiusa, ma non per i pedoni. Proseguo più o meno in piano per circa un chilometro, superando il piccolo cimitero di Mantello e seguendo una bella strada panoramica con vista sul Legnone. Trovo poi sulla destra il sentiero che sale verso Cino.
Il sentiero si inoltra nel bosco, mai troppo ripido, tagliando i tornanti della strada carrozzabile che serve gli alpeggi. Conviene seguirlo solo fino a quando si trovano le indicazioni per Cino. Non fate come me, che come al solito sono andata all’avventura nel bosco, lungo un sentiero non bollato di cui giustamente a un certo punto si perdono le tracce.
Non vi preoccupate: la traccia gpx qui allegata è già stata corretta in modo da risparmiarvi la mia ravanata nel bosco. Si tratta solo, a un certo punto, di prendere la strada carrozzabile verso sinistra e seguirla fino ai Prati dell’O, l’alpeggio super panoramico che io ho raggiunto per vie traverse. Non si passa per Cino all’andata, ma solo al ritorno.
In alternativa, si può salire anche dalla Piazza, altra alpe servita da strada carrozzabile, seguendo la dorsale dal monte Foffricio al monte Bassetta. Tenete presente che i pochi escursionisti di solito salgono in macchina fino alla Piazza, per cui i sentieri fino a qui sono davvero poco battuti e non si trovano tante indicazioni. Meglio affidarsi alla traccia gpx.
Si sale per la mulattiera in pietra e si attraversa il piccolo alpeggio Prati dell’O, per poi continuare su sentiero fino a incontrare le precise indicazioni che si potranno semplicemente seguire da qui in avanti: quelle che mi interessano sono per il monte Bassetta e il sentiero Bonatti. Quest’ultimo è un percorso di cui ignoravo l’esistenza, ma che ha decisamente stuzzicato la mia curiosità… ufficialmente inserito nella lista degli obiettivi per l’estate 2022!
La montagna innevata che mi accompagna sulla destra per tutta la salita è il monte Brusada, che supera di poco i 2000 m. Un altro posto che mi ripropongo di esplorare più avanti. Arrivo finalmente all’Alpe Bassetta e, da lì, salgo di pochi metri per raggiungere l’ampia cima dell’omonimo monte, da cui la vista spazia a trecentosessanta gradi dal Legnone verso il lago di Como, da qui alla Val Chiavenna e alla selvaggia Valle dei Ratti, infine sul caratteristico Sasso Manduino e verso la Val Masino.
Per il ritorno scelgo di passare da un altro alpeggio, Prati Nestrelli. Il sentiero, pure indicato da un cartello, non è evidente nella neve e per sbaglio rimango su una traccia poco più in alto. Quando mi rendo conto dell’errore, vedendo il vero sentiero dall’alto, lo raggiungo con un’ultima ravanata – anche questa eliminata dalla traccia gpx, che potete seguire con fiducia – e finalmente comincio a scendere di buon passo su un terreno facile e sicuro.
Scompaiono anche le ultime chiazze di neve e ghiaccio – i ramponcini sono rimasti sempre nello zaino – mentre, superato un breve traverso, comincio a perdere rapidamente quota. Continuo a seguire il sentiero, senza bolli ma sempre chiaramente indicato, fino a Prati Nestrelli.
Superato l’alpeggio, arrivo su una strada carrozzabile a tornanti. Trovo un sentiero per Cino, che probabilmente mi farebbe risparmiare tempo, ma oggi ho deciso di mettere nelle gambe un po’ di chilometri e proseguo dunque lungo la strada in discesa.
Arrivata a un campo sportivo poco sopra Cino, decido di complicarmi ulteriormente la vita prendendo la stradina che svolta tutto a sinistra rispetto alla strada principale. Con il senno di poi, conviene seguire la strada risparmiandosi forse mezzo chilometro di faticoso falsopiano. In ogni caso, si arriva abbastanza facilmente a Cino e, superata la chiesa, si continua in discesa lungo la strada che riporta a fondovalle e a Mantello.
Moregallo EE (12 km – 1200 m D+)
26 Giugno 2022 by marta • Lario Tags: corni di canzo, corsa in montagna, creste, lario, Moregallo, preguda, trail running, valmadrera • 0 Comments
Giretto breve ma intenso da Valmadrera. Salita a San Tomaso, rifugio SEV, creste del Moregallo e discesa via Preguda.
Periodo: Giugno 2022
Partenza: Valmadrera (LC)
Distanza: 12 km
Dislivello: 1200 m
Acqua: fontane in salita
GPX (clic dx, salva link con nome)
Poco tempo a disposizione ma voglia di trail, dove andare se non nel fantastico triangolo lariano? La mia heat-map di Strava in questa zona è un groviglio di linee rosse, da quante volte l’ho girata in lungo e in largo, ma ci sono sempre nuovi sentieri da scoprire e mille modi diversi di concatenarli! Tra le montagnette del Lario la mia preferita è senza dubbio il Moregallo, che vi ho già proposto in diverse salse (per esempio qui e qui).
Parcheggio poco dopo le 7 davanti al Sigma di Valmadrera, imposto il disco orario dalle 8 alle 9 e cerco di capire se posso fare il giro che ho in mente in meno di due ore. Ovviamente la risposta è no, ma decido che lo spauracchio della multa è una buona motivazione per far girare le gambe. (Se volete prendervela con calma, troverete facilmente parcheggi senza disco orario poco fuori dal centro del paese). Parto di corsa, che il giro è breve e la multa incombe, e salgo verso la frazione Belvedere lungo una piacevole stradina pedonale. Superate le ultime case, imbocco la mulattiera che mi porterà a San Tomaso.
Questa stradina, in salita ma sempre corribile, con qualche tratto piano in cui si può tirare il fiato, si presta particolarmente bene agli allenamenti trail. Faccio il mio ingresso trionfale alla piana di San Tomaso, dove trovo solo un gregge di pecore e un pastore perplesso. C’è una fontanella, ma visto il caldo mi sono portata una bella scorta d’acqua e non ho bisogno di fare rifornimento.
Da qui bisogna prendere il sentiero 4-8 verso Pianezzo. Ci sono diversi sentieri, ma le indicazioni in questa zona sono sempre chiare e precise, per cui basta fare attenzione ai cartelli e non si può sbagliare.
La salita è a tratti ripida, a tratti più morbida e quasi corribile, in ogni caso sempre bene indicata. Incontro un’ultima fontana a un crocevia di sentieri, dove continuo a seguire il mio 4-8. Sbuco alla bocchetta di Luera (1209 m) e proseguo verso il rifugio SEV, che ben presto comincio anche a vedere.
Il sentiero cambia faccia quando passo sotto le falesie del Corno centrale: la roccia qui è bianca e l’ambiente ricorda, sia pure per un breve tratto, quello di alta montagna. Dura poco e torno a immergermi nel bosco. Raggiunto il rifugio SEV, scendo per il prato e prendo il sentiero in discesa nel bosco seguendo le indicazioni per Valmadrera: lasciandomi alle spalle i Corni di Canzo, mi dirigo verso il Moregallo. Alla bocchetta di Moregge (1110 m) ricomincio a salire lungo le creste (solo per escursionisti esperti).
Da quassù la vista può spaziare lungo tutto il ramo lecchese del lago di Como, fin quasi a Colico. Bisogna mantenersi sempre il più in alto possibile lungo il filo di cresta: i sentieri che tagliano di traverso la montagna poco più in basso sono spesso coperti di vegetazione e più adatti agli animali che alle persone. In effetti, gli unici altri escursionisti che trovo a spasso sono delle pecore con una spiccata inclinazione per l’arrampicata sportiva.
Nell’ultimo tratto, quando la vetta del Moregallo è ormai in vista, delle catene aiutano nella discesa e nella risalita dell’ultima cresta. Si continua a vedere il lago di Annone, mentre il lago di Como è nascosto dalla montagna: mi raccomando, non fatevi tentare dalle tracce (di animali) che sembrano scendere lungo l’erto versante nord, seguite sempre i bolli e il sentiero principale che vira appunto verso il lago di Annone.
Sbuco in vetta (1276 m), saluto velocemente la madonnina che con la consueta imperturbabilità domina sul Barro e sui laghi sottostanti, e riparto di corsa alla volta del sasso di Preguda. Sono ormai le 9 e mi auguro che i vigili non stiano già cominciando a girare per Valmadrera, perché mi manca ancora un bel pezzetto! Dalla bocchetta di Sambrosera continuo a seguire il sentiero n. 6 per Valmadrera via Preguda e, dopo un breve tratto pianeggiante, scavalco le creste e comincio la ripida discesa verso Valmadrera.
Incrocio il sentiero Paolo e Eliana, ottima alternativa per rientrare a Valmadrera da frazione Belvedere, ma continuo a seguire il più panoramico sentiero per Preguda. La discesa è piuttosto ripida e sdrucciolevole, scivolo un paio di volte ma sono determinata a raggiungere la mia macchina prima dei vigili! Finalmente la pendenza si addolcisce, il ghiaino scivoloso cede il passo al più morbido terreno del bosco e raggiungo infine il sasso di Preguda (647 m) e l’annessa chiesetta.
Proseguo in discesa seguendo il percorso permanente della Dario & Willy e il sentiero mi porta ben presto a una strada carrozzabile. Questa strada va seguita, ma solo per un breve tratto. Senza lasciarvi ingolosire dalla discesa (errore che ho già fatto), buttate un occhio sulla destra e troverete il facile e comodo sentiero per Valmadrera.
Da qui al centro del paese ci metto poco. Ho sforato di un’ora rispetto al mio disco orario, ma per fortuna niente multa!