Bassetta da Cino (19,8 km – 1400 m D+)

Percorso trail da Cino sulla soleggiata costiera dei Cèch, con salita al panoramico monte Bassetta (1744 m).

Periodo: Gennaio 2022

Partenza: Cino (SO)

Distanza: 19,8 km

Dislivello: 1400 m

Acqua: fontana all’alpe Piazza

GPX (clic dx, salva link con nome)

Di solito non torno nello stesso posto due volte in un mese, ma per il monte Bassetta ho fatto un’eccezione: tra le vette valtellinesi facilmente raggiungibili in inverno è, infatti, in assoluto la più panoramica! Da questo spettacolare panettone la vista può spaziare dal Legnone al lago di Como e, soprattutto, alle cime della val dei Ratti e della Val Masino, come l’inconfondibile Sasso Manduino. Se nel giro fatto a inizio gennaio c’era ancora neve, adesso (30/01/2022) ne è rimasta davvero pochissima solo in cima al Bassetta.

Il Sasso Manduino visto dal Bassetta

Parcheggio a Cino, in via Garibaldi. Nello zainetto ho solo una flask – sono erroneamente convinta di trovare fontane ovunque -, una barretta e i ramponcini (just in case). Parto corricchiando lungo la strada che collega Cino e Cercino, due dei paesini sulla soleggiata costiera dei Cèch. Dopo un chilometro e mezzo più o meno in piano, si trova sulla sinistra una mulattiera in salita.

Mulattiera Cercino-Bioggio

Le indicazioni da seguire sono quelle per “percorso didattico” e Bioggio. La mulattiera sale dapprima con decisione, poi con pendenza sempre più blanda, fino a spianare arrivando a Bioggio.

Santa Maria in Bioggio

Dal santuario ho preso il sentiero in leggera salita, ma in realtà si può seguire anche la strada in leggera discesa: i due percorsi si ricongiungono poco dopo. All’incrocio, si prende la strada senza indicazioni che prosegue in salita.

All’incrocio si prende la strada in salita

Questa seconda carrozzabile sarebbe infinita, ma per fortuna un sentierino, difficile da vedere, mi permette di tagliare qualche tornante. Si tratta di un ripido sentiero da enduristi – ormai li riconosco a colpo d’occhio – e infatti ben presto trovo tre ragazzi che, lasciate le moto sulla strada, sono scesi a ripulire il sentiero dagli alberi caduti. Se in altri posti c’è antipatia tra escursionisti e motociclisti, in questi boschi le due specie convivono più o meno in pace. Certi sentieri che percorro abitualmente sarebbero del tutto impraticabili, coperti di vegetazione e ostruiti dai tronchi, se non vi passassero regolarmente le moto da enduro. Per cui saluto con gratitudine e continuo a salire.

Il sentiero da enduro

Gli ultimi tornanti invece mi tocca farli tutti, perché non vedo più nessuna scorciatoia su sentiero. Arrivo finalmente a un bivio, dove la vegetazione si apre e mi permette di ammirare il Legnone in tutta la sua imponenza.

Il Legnone domina sulla Valtellina

Al bivio si prende la strada che svolta tutto a sinistra, in discesa, verso Prati Nestrelli. Nella direzione opposta è indicato il monte Brusada e mi ripropongo di tornare in esplorazione più avanti con la bella stagione: per il momento preferisco attenermi al piano originale di salire al Bassetta da Prati Nestrelli.

La carrozzabile per Prati Nestrelli

La strada è lunga e faticosa, un po’ a saliscendi. Sulla destra trovo in successione ben due sentieri che salgono al monte Bassetta, al sentiero Bonatti e al rifugio Brusada. Li ignoro, sia perché non so a che altezza arrivano, sia perché fa caldo, ho quasi finito l’acqua e vorrei proprio passare dalla fontana di Prati Nestrelli prima di cominciare la salita al Bassetta. In realtà, scopro che il sentiero Prati Nestrelli-Bassetta comincia ben prima della fontana e, stupidamente, non allungo il percorso per riempire la borraccia.

Sentiero Prati Nestrelli – Bassetta

Il sentiero che sale da Prati Nestrelli al Bassetta è bello, semplice e panoramico. L’altra volta lo avevo fatto in discesa e ne ho conservato un buon ricordo. In due chilometri e mezzo si guadagnano circa 500 m di quota, ben distribuiti. Finalmente arrivo in vista dell’alpe Bassetta.

Compare l’alpe Bassetta

Raggiungo l’alpe, sperando di trovarvi dell’acqua. Non ci sono fontane, ma trovo molti escursionisti intenti a bere e mangiare. Nessuno a quanto pare ha dell’acqua da cedermi. Mi viene offerta una lattina di red bull e ricevo anche un mezzo rimprovero quando la rifiuto, come se non avessi davvero sete. Signori, se volete provo a spiegarvi che cosa succederebbe al mio stomaco e al mio intestino se durante una corsa ingerissi una red bull. Ma facciamo che vi lascio alla vostra abbuffata e mi arrangio da sola. Grazie, eh.

La cresta del Bassetta

Lascio l’alpe e salgo al monte Bassetta, dove è rimasta un po’ di neve che mi metto a masticare. Meglio di niente. Provvidenzialmente arriva una persona gentile, che mi offre dell’acqua (e anche del vino). Accetto con gratitudine un goccio d’acqua, che vedrò di farmi bastare fino all’alpe Piazza, dove spero finalmente di trovare una fontana.

Discesa dal sentiero Bonatti

Senza ripassare dall’alpe, taglio giù per il prato andando a intercettare il sentiero Bonatti, che dal Bassetta scende verso il monte Foffricio. Le foto non rendono la bellezza di questa discesa: sembra di andare a tuffarsi nel lago di Como! Sulla destra compare poi la Val Chiavenna con il lago di Novate Mezzola.

Il lago di Novate Mezzola

Il sentiero è molto secco e a tratti scivoloso, ma facile al pari di quello che sale da Prati Nestrelli. In meno di venti minuti sono al monte Foffricio, indicato da un cartello, altrimenti non mi accorgerei neanche di essere su un monte.

Il monte Foffricio

Prendo ora il sentiero verso destra, che in un chilometro di facile discesa mi porta all’alpe Piazza, dove finalmente trovo una fontana. Che bello bere quando si ha davvero sete!

Arrivo all’alpe Piazza

Dall’alpe scendo a intercettare la strada, che percorro brevemente fino a trovare sulla sinistra un altro sentiero taglia-tornanti. Bisogna prendere quello in discesa, naturalmente.

Si prende il sentiero in discesa

Da questo sentiero evidentemente gli enduristi non passano, perché è coperto di foglie e mi costringe a procedere lentamente. Mi fa comunque risparmiare un bel tratto di strada: solo per gli ultimi 2 km mi tocca correre su asfalto fino a Cino.