Alta via delle cinque terre (35,5 km – 1650 m D+)

Da Levanto a Portovenere lungo il sentiero AV5T (alta via delle 5 terre), passando per Punta Mesco, il passo del Termine, il colle del Telegrafo e Campiglia

Periodo: Giugno 2020

Partenza: Levanto

Arrivo: Portovenere

Distanza: 35,5 km

Dislivello: 1650 m

Acqua: hotel a Colla di Gritta (km 10), un paio di bar al colle del Telegrafo (km 27), bar e fontanella a Campiglia (km 30)

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L’alta via delle cinque terre (AV5T) è un sentiero ben segnato che da Levanto porta fino a Portovenere, mantenendosi alto sopra i caratteristici borghi di Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola, Riomaggiore. Le parti più belle e caratteristiche, a picco sul mare, sono la prima – da Levanto a Punta Mesco – e l’ultima – da Campiglia a Portovenere. La parte centrale del percorso si svolge invece nell’entroterra, tra una fitta macchia mediterranea e freschi boschi di castagni che nascondono la vista sia del mare sia delle cinque terre. 

Si tratta di un sentiero ideale per il trail, con un terreno quasi sempre facile e corribile. Dopo averlo affrontato in piena estate, il mio consiglio è di andarci in pieno inverno! Per quanto lungo, infatti, il percorso è molto veloce e si può fare tranquillamente in poche ore anche quando le giornate sono brevi, con il vantaggio di non avere sempre il sole che picchia e l’acqua razionata.

Il golfo di Levanto

La logistica richiede un minimo di organizzazione. Noi abbiamo parcheggiato alla Spezia, in via del Cappelletto, dove ci sono le ultime strisce bianche prima di entrare in centro. Da lì, una corsetta di due chilometri e mezzo ci ha portato alla stazione, dove abbiamo preso il treno per Levanto. Il percorso parte appunto dalla stazione di Levanto e finisce a Portovenere: da qui, siamo tornate in autobus alla Spezia e un’ultima passeggiata ci ha riportato alla macchina.

Dalla stazione si parte in leggera discesa verso il grazioso centro di Levanto: lo attraversiamo velocemente, risalendo poi verso il castello.

Da Levanto verso Monterosso

Seguiamo il segnavia bianco-rosso (in questo primo tratto il sentiero indicato sui cartelli non è AV5T, ma SVA) in direzione Monterosso e Colla di Gritta, lungo una bella mulattiera che passa tra gli olivi guadagnando quota poco a poco. In diversi punti si incrocia la strada: i segnavia sono abbastanza evidenti, ma consiglio comunque, per evitare dubbi, di scaricare anche la traccia gpx.

Il sentiero passa alto lungo la costa, con scorci meravigliosi sul mare, e di tanto in tanto si inoltra nel bosco, graziandoci con salitelle per lo più all’ombra. 

Eremo di Sant’Antonio del Mesco

In meno di 6 km siamo a Punta Mesco, una piccola penisola alla cui estremità troviamo i resti dell’eremo di Sant’Antonio del Mesco. In basso a sinistra si intravede il golfo di Monterosso.

Dall’eremo, dopo una doverosa pausa per le foto, si torna indietro per un tratto e, senza scendere verso Monterosso, si prosegue in leggera salita seguendo le indicazioni per Termine. Godiamoci la vista del mare, perché da qui in poi per parecchi chilometri ci addentreremo nell’entroterra e non vedremo altro che bosco. 

Si continua verso l’entroterra

Il sentiero prosegue in una fitta e profumata macchia mediterranea alternando tratti pianeggianti e brevi salite, che sotto il sole di fine giugno risultano comunque abbastanza impegnative. Torniamo in vista di Levanto, poi il sentiero svolta verso destra e passa alto sopra Monterosso, che invece non vedremo più.

Una bella discesa ci porta a Colla di Gritta, dove passa la strada e dove sorge in posizione strategica un albergo-ristorante. A questo punto – km 10 – un rifornimento d’acqua ci avrebbe fatto comodo: l’albergo purtroppo era chiuso, ma abbiamo approfittato di un provvidenziale rubinetto esterno per riempire le borracce.

Si passa ora per un breve tratto sulla strada, per poi riprendere il sentiero seguendo i segnavia. Ci aspetta ora una salita piuttosto faticosa, nell’unico punto in cui abbiamo dovuto farci un po’ largo nella vegetazione tra spine e qualche pianta urticante, che pure non siamo riuscite a identificare. Alla fine della salita si sbuca sulla strada, che va presa verso destra (nonostante un segnavia un po’ ingannevole sulla sinistra). Si prosegue, con qualche saliscendi, lungo un ampio sentiero che ci porterà al passo del Termine.

Da qui in avanti il sentiero è indicato molto chiaramente come AV5T. Una nuova salita ci porta al punto più alto del giro – “alto” si fa per dire, siamo comunque sotto gli 800 m di quota. Si prosegue con saliscendi vari fino al km 22: da qui il percorso sarà prevalentemente in discesa. Particolarmente felice, almeno per noi, è stato l’arrivo al colle del Telegrafo, sopra Riomaggiore, intorno al km 27: qui, infatti, non solo si ricomincia a vedere il mare, ma ci sono anche un paio di bar dove rifocillarsi! Il primo bar compare come un miraggio sbucando sulla strada dal sentiero, mentre il secondo si incontra proseguendo per qualche centinaio di metri lungo l’alta via.

La tappa successiva (km 30) è Campiglia, un grazioso paesino con vista sulle cinque terre. In piazza troveremo una rara nonché utilissima fontanella. Da Campiglia si comincia a intravedere anche La Spezia, ma il nostro percorso prosegue dritto lungo la penisola in fondo alla quale si trova Portovenere.

Questa è in assoluto la parte più bella dell’alta via: il sentiero, quasi sempre in discesa, diventa più tecnico e la vista si apre sul golfo di Portovenere.

Il golfo di Portovenere

Un ultimo tratto di strada e sentiero in leggera salita ci porta sul monte Muzzerone, dove tra l’altro si trova, con vista spaziale e in posizione strategica per escursioni e scalate, il rifugio Muzzerone. Poco più avanti comincia la discesa verso il castello di Portovenere, che dall’alto possiamo ammirare in tutta la sua imponenza.

Una volta in paese, dove i nostri vestiti sporchi e sudati contrastano singolarmente con l’eleganza dei turisti, si possono acquistare alla Proloco i biglietti dell’autobus per La Spezia. Una pucciatina nel mare, birretta e focaccia, e siamo come nuove!