Anello da Valmadrera (20 km – 1950 m D+)
Moregallo cima e creste – Sev – Forcella dei Corni – Monte Rai – Cornizzolo – San Pietro al Monte
Periodo: Novembre 2018
Partenza: Valmadrera (237 m)
Distanza: 20 km
Dislivello: 1950 m
Acqua: si può acquistare ai rifugi, se aperti; al Sec c\’è un rubinetto esterno, non sempre aperto; l\’unica fontana affidabile è all\’abbazia di San Pietro, nell\’ultima parte del giro.
GPX (clic dx, salva link con nome)
Questo giro è perfetto per mettere nelle gambe un po’ di dislivello – quasi 2000 metri – senza salire mai troppo di quota. Ottimo per una giornata novembrina dal meteo incerto! Attenzione: l’anello comprende un tratto un po’ tecnico (EE) sulle creste del Moregallo, dove è necessario sapersi muovere con disinvoltura su catene e roccette esposte.
Partiamo da Valmadrera, lasciando l’auto nell’ampio parcheggio di via San Rocco. Ci scaldiamo correndo lungo la strada asfaltata, lasciandoci sulla sinistra la via per San Martino, da cui arriveremo al ritorno, e svoltando a sinistra all’incrocio successivo verso Frazione Belvedere. Da qui prendiamo la mulattiera per San Tomaso, che abbandoniamo all’altezza della madonnina per prendere il sentiero 6-7 per il Moregallo.
Il sentiero sale dolcemente fino alla fonte di Sambrosera, da cui si dipartono diversi sentieri. Scegliamo la “normale” per la cima del Moregallo, il sentiero n. 6. Adesso la salita diventa più impegnativa. Superiamo l\’attacco per la cresta Osa, facile via alpinistica, e dopo un breve tratto in piano riprendiamo a salire lungo un ripido canale, sbucando alla bocchetta di Sambrosera (1132 m). Qui prendiamo il sentiero a sinistra, che in breve conduce in vetta al Moregallo (1276 m).
Proseguiamo lungo le creste di questa bella montagna che, nonostante l’altezza modesta, presenta un ambiente quasi alpinistico, con guglie rocciose e creste aeree. Di fronte a noi vediamo i Corni di Canzo e il Rifugio SEV, nostra prossima meta. Il sentiero ci fa perdere un po’ di quota, con l\’aiuto di qualche catena nei punti più ripidi, ma rimane poi alto, in cresta, con un bel panorama sul lago di Lecco e sulla Valtellina.
Arriviamo alla bocchetta di Moregge (1136 m), dove prendiamo il sentiero a destra che si inoltra nel bosco in leggera salita, verso il rifugio SEV. Seguiamo i bolli fino alla spianata erbosa, generalmente affollata in quanto facilmente raggiungibile da Canzo e Valbrona, e raggiungiamo il rifugio (1235 m).
Dietro al SEV prendiamo il sentiero che sale, ripido ma breve, fino alla Forcella dei Corni (1300 m). Passiamo tra il Corno Occidentale e il Corno Centrale, per poi cominciare un tratto di discesa: dobbiamo perdere 300 metri di dislivello per arrivare alla Colma (1000 m), crocevia di vari sentieri. Se siamo particolarmente assetati, possiamo fare una breve deviazione svoltando a sinistra e raggiungendo l’Acqua del Fo (indicazioni per Faggio Monumentale), altrimenti proseguiamo dritto lungo il sentiero n. 3 in direzione Sasso Malascarpa, Monte Prasanto, Bocchetta di San Miro.
Si risale nel bosco e il sentiero diventa nuovamente roccioso. Sbucati dagli ultimi alberi, alle nostre spalle si apre una bella vista sui Corni e sulle Grigne. Di fronte a noi, invece, il paesaggio è dominato dall’enorme ripetitore che ben presto raggiungeremo.
Da qui comincia la strada che dall’antenna conduce al Rifugio SEC e, poi, fino a Eupilio. Per il momento ne percorriamo solo un breve tratto in leggera discesa e la abbandoniamo per prendere a sinistra il sentiero per la bocchetta di San Miro.
Alla bocchetta svoltiamo a destra e prendiamo il sentiero n. 3 per il monte Rai. Raggiunta la cima (1261 m), scendiamo verso destra lungo la facile e divertente cresta erbosa fino a ricongiungerci con la strada, ora asfaltata. La percorriamo verso il Cornizzolo, che domina il paesaggio di fronte a noi. Passiamo accanto al Rifugio SEC, anch’esso di facile accesso e parecchio frequentato, e abbandoniamo la strada per salire al Cornizzolo (1241 m).
Raggiunta la croce di vetta, scendiamo verso sinistra lungo la ripida traccia erbosa, ultimo tratto del Cornizzolo vertical. Arriviamo rapidamente alla strada, scavalchiamo il guardrail e seguiamo il sentiero che prosegue dall\’altra parte. Al bivio ignoriamo il sentiero a destra per Suello e teniamo la sinistra, proseguendo lungo il sentiero n. 11. La discesa è piacevole e corribile.
Una volta entrati nel bosco, continuiamo a scendere fino a raggiungere il Dosso della Guardia, dove di nuovo troviamo una deviazione a destra per Suello, mentre a sinistra si scende a Civate e tutto a sinistra si va per l\’abbazia di San Pietro al Monte. Quest’ultima è la nostra prossima destinazione. Il sentiero è più o meno pianeggiante fino all’abbazia, dove finalmente possiamo fare rifornimento d’acqua. Dalla fontana saliamo di qualche metro e troviamo sulla destra le indicazioni per il sentiero n. 7 e San Tomaso.
Seguiamo il lungo traverso, ai piedi del Rai e del Corno Birone, che ci riporterà fino a Valmadrera con qualche saliscendi nel bosco. Al bivio con il sentiero Luisin per San Tomaso, prendiamo quest’ultimo, indicato dalla lettera L sui segnavia, abbandonando il n. 7. Proseguiamo lungo il traverso fino a un nuovo bivio: a sinistra si sale per il Corno Birone, a destra si scende per Valmadrera-Civate. Andiamo a destra e, poco dopo, prendiamo il sentiero a sinistra per Valmadrera.
Ci aspetta adesso una discesa piuttosto ripida e, poi, un nuovo tratto semipianeggiante nel bosco. A un nuovo bivio seguiamo le indicazioni per sentiero dei massi erratici – sentiero n. 5. Ben presto arriveremo alle indicazioni per San Martino, la chiesetta che domina dall’alto il paese di Valmadrera. Seguiamo i cartelli, arriviamo alla chiesetta e proseguiamo lungo la strada in discesa fino a incrociare via San Rocco, da dove siamo arrivati.
Bolettone veloce (10,5 km – 500 m D+)
10 Maggio 2019 by marta • Lario Tags: baita patrizi, bocchetta di molina, bolettone, capanna mara, corsa in montagna, cresta, dorsale, monti lariani, percorso, trail running, viceré • 2 Comments
Periodo: Maggio 2019
Partenza: Alpe del Viceré (903 m)
Distanza: 10,5 km
Dislivello: 500 m
Acqua: no
percorso in formato GPX (clic dx, salva con nome)
Il Bolettone è una montagnetta di 1.317 m, o meglio una lunga e facile cresta, molto panoramica e fatta di divertenti saliscendi, dove si farebbe fatica a distinguere la “vetta” vera e propria se non fosse per la presenza di una croce. Meta perfetta per una breve uscita serale, questa zona offre una combinazione perfetta di sentieri facili, corribili, e panorami mozzafiato che con la luce calda del tramonto diventano ancora più belli.
Si può partire dall’Alpe del Viceré, a 900 m di altezza. La lunga strada a tornanti è molto frequentata dai ciclisti, per cui prestate attenzione se la percorrete in auto. Si parcheggia comodamente in un ampio spazio sterrato.
Per cominciare il giro, usciamo dal parcheggio tornando indietro per un breve tratto, e abbandoniamo subito la strada asfaltata imboccando una mulattiera pianeggiante con una curva a gomito verso destra. Sarà questa la via maestra che seguiremo per 5 km fino alla bocchetta di Molina (1.130 m), ignorando i vari sentieri che salgono verso destra.
Dopo un primo tratto pianeggiante e persino in leggera discesa, il sentiero comincia a guadagnare quota senza mai diventare davvero impervio. Chi è allenato lo percorrerà tutto di corsa senza alcun problema. Si passa per un alpeggio, Pian delle Rovere, dove troneggia l’abbandonata Baita Patrizi, e finalmente si arriva alla bocchetta, dove il paesaggio si apre sul lago di Como, di fronte, e sul monte Boletto, verso sinistra.
Con una stretta curva verso destra prendiamo il sentiero che segue la dorsale e che ci porterà, nel giro di un chilometro scarso, alla croce di vetta del Bolettone. In questo tratto troveremo delle salite più ripide, ma il dislivello da percorrere ormai è davvero poco.
L’orientamento è piuttosto semplice, basta mantenersi sulla cresta e seguire le indicazioni per il Bolettone. Raggiunta la cima, da cui si apre un bel panorama con le Grigne sullo sfondo, proseguiamo dritto e imbocchiamo il sentiero che scende verso sinistra – il Sentiero delle Colme. Dopo un tratto più ripido, spesso reso scivoloso dal fango, arriviamo a Capanna Mara, e da qui è tutto molto semplice: prendiamo la strada di ciottoli che scende verso destra e la seguiamo per circa 3 km, tutti in discesa, fino a tornare al parcheggio da cui siamo partiti.