Anello del Monviso (36 km – 2600 m D+)

Tra Italia e Francia sempre in quota, per ammirare da tutti i lati la montagna “a forma di montagna”.
Pian della Regina (1800 m) – Pian del Re (2020 m) – Buco di Viso (2880 m) – refuge du Viso (2460 m) – col de Valante (2815 m) – rifugio Vallanta (2450 m) – passo Gallarino (2726 m) – rifugio Quintino Sella (2640 m) – Pian della Regina.

Periodo: Settembre 2024

Partenza: Pian della Regina, Crissolo

Distanza: 36 km

Dislivello: 2600 m

Acqua: tre fontane e qualche ruscello.

GPX (clic dx, salva con nome)

Gli anelli, quelli belli! Era da anni che puntavo il Gran Tour del Monviso e un bel sabato di settembre, freddo e terso come piace a me, sono finalmente riuscita a organizzarlo. Ringrazio sin d’ora i miei cavalieri per un giorno, Michele e Andrea, compagni ideali per una corsetta senza pretese, decine di foto e chiacchiere a iosa al cospetto del Signor Viso.

Il team Monviso.

Il Monviso è tanto bello quanto remoto e, da Milano, richiede un viaggio piuttosto lungo. Con una sveglia assassina siamo riusciti a parcheggiare davanti al rifugio Pian della Regina, sopra Crissolo, alle 8,30 del mattino. Non avevo considerato il tempo che Michele necessita per cambiarsi, ma insomma per le 9 eravamo in marcia. Il giro si può fare in senso orario o antiorario e noi abbiamo scelto quest’ultima opzione – che ci ha regalato una prima salita molto dolce e una discesa finale piuttosto cattiva, forse meglio invertire?

Partenza da Pian della Regina.

Dal rifugio Pian della Regina, che dispone anche di un’area camper e di piazzole per le tende, si prende la stradina in discesa che sembra dirigersi proprio verso il Monviso, poi il sentiero in salita verso destra. La prima tappa è il Pian del Re, dove arriva anche la strada: dobbiamo farci largo tra le auto e gli escursionisti in partenza, ma superato il parcheggio torniamo subito sul sentiero.

La chiesetta di Pian del Re.

Con qualche sorpasso strategico ci portiamo in pole position su una salita davvero comoda, facile e morbida, seguendo le indicazioni per Pian Mait e Buco di Viso. Dai cartelli scopriamo di trovarci anche sul percorso della GTA, la Grande Taversata delle Alpi: da ogni giro nasce sempre lo spunto per il successivo.

La prima salita è facile e morbida.

Man mano che guadagniamo quota il sentiero si fa più roccioso, senza mai diventare eccessivamente tecnico. Ci stiamo avvicinando al Buco di Viso, la galleria dove si entra dall’Italia e si esce in Francia. Consiglio la frontale per l’attraversamento, anche se si tratta solo di un centinaio di metri: siamo quasi a 2900 m di quota, le temperature sono polari e il fondo è ghiacciato. Attenzione: l’accesso è vietato ai cani.

Freschino nel Buco di Viso.

Dopo un glorioso ingresso in territorio francese, cominciamo a scendere in una valle aperta e molto panoramica. Un ruscello d’alta quota ci accompagna lungo la discesa e ci fornisce il primo rifornimento d’acqua, anche se al refuge du Viso non manca poi molto.

Refuge du Viso.

All’esterno del rifugio, come ci era stato detto, troviamo una fontana a cui rabboccare le borracce e anche un minuscolo e grazioso WC.

WC ad alta quota.

Ci aspetta ancora un bel tratto in leggera discesa, con vista spettacolare sul versante francese del Monviso, prima di cominciare a inerpicarci per un sentiero roccioso, ma non troppo impegnativo, verso il col de Valante.

In salita verso il col de Valante.

Se tra il Pian del Re e il Buco di Viso abbiamo superato decine e decine di escursionisti, quassù siamo soli al cospetto del Re di Pietra. Ce lo godiamo in pace prima di cominciare la discesa per il Vallanta, il secondo dei tre rifugi lungo l’anello del Monviso. Anche qui c’è una fontana esterna, coperta di ghiaccio ma con acqua ancora corrente.

Fontana al rifugio Vallanta.

Dal Vallanta perdiamo quota lungo un sentiero che si trasforma via via in una stradina sterrata, noiosa ma veloce. Per la prima volta dalla partenza ci troviamo sotto i duemila metri e in un bosco: il sentiero da seguire, ora in salita, è l’U10 per passo Gallarino e rifugio Quintino Sella. Dopo qualche centinaio di metri di dislivello usciamo dal bosco e torniamo ad ammirare un panorama d’alta quota, in un ambiente che diventa sempre più lunare via via che ci avviciniamo al passo.

Verso il passo Gallarino.

Si alza il vento e la temperatura percepita si abbassa notevolmente, ma questa è la parte del giro che mi è piaciuta in assoluto di più. La salita è quasi finita e un bel tratto di sentiero corribile, con qualche saliscendi, ci accompagna fino al passo Gallarino. Qui si prosegue verso sinistra in discesa, verso il rifugio Quintino Sella, e il Monviso ricompare alla nostra sinistra in tutto il suo splendore.

Un’altra faccia del Monviso.

Ben presto arriviamo in vista del rifugio e del lago blu cobalto ai suoi piedi: per raggiungerli dobbiamo affrontare ancora un breve tratto di salita. Ci fermiamo al rifugio il tempo di rabboccare le flask e scambiare due parole con alcuni dei tanti alpinisti che oggi hanno raggiunto la vetta Monviso: molti altri stanno arrivando per provarci domani, o anche solo per ammirare dal basso il Re di Pietra.

Discesa su pietraia.

Affrontiamo l’ultima salitella, facendoci largo tra una processione di escursionisti e scalatori, e poi comincia finalmente la discesona finale. Siamo pronti a lasciare andare le gambe, ma la prima parte del sentiero è una pietraia dove da correre c’è ben poco. La vista in compenso è spettacolare: ogni curva ci regala uno scorcio nuovo e impagabile.

Man mano che perdiamo quota il sentiero diventa più corribile, anche se ne posso dire di averne visti di più semplici. Il dislivello è tanto ma finalmente arriviamo in vista prima del Pian del Re, poco più in alto alla nostra sinistra, poi del Pian della Regina, con il suo rifugio e la concreta promessa di una birretta fresca.