Cornizzolo con la neve (15 km – 1100 m D+)
Percorso facile e sicuro anche con i sentieri innevati. Vista spaziale a trecentosessanta gradi!
Civate – Località Pozzo – Suello – Cesana Brianza – Santuario Madonna della Neve – Alpe Carella – Monte Pesora – Monte Cornizzolo (1241 m) – Rifugio SEC – sentiero 11 per Civate.
Periodo: Dicembre 2021
Partenza: Civate, parcheggio via Cerscera
Distanza: 15 km
Dislivello: 1100 m
Acqua: portare scorta per tutto il giro.
GPX (clic dx, salva link con nome)
Povero Cornizzolo, lo usiamo sempre come ripiego quando le condizioni impediscono di andare altrove! Eppure questa montagna di altezza modesta, davvero a due passi da Milano, offre una rete di sentieri facili e sicuri, perfettamente segnati, e una vista che, nelle giornate limpide, spazia dal lago di Como fino al Monte Rosa e al Monviso.
Ve l’ho proposto in tutte le salse: in versione notturna (Cornizzolo di Natale), con la nebbia in autunno (Dai Corni di Canzo al Cornizzolo) e persino con la pioggia (Trail per un giorno di pioggia). Mancava giusto un Cornizzolo con la neve fresca! Dopo le abbondanti nevicate dei giorni scorsi, io e Marta abbiamo optato per questo giro breve, semplice ma panoramico. La partenza è dal solito parcheggio in via Cerscera a Civate, da dove si comincia a salire lungo la strada verso la Località Pozzo.
Una volta alla Località Pozzo, dove quasi tutti i sentieri sono indicati verso destra, noi prendiamo la stradina pianeggiante verso sinistra, che seguiamo fino a Suello. Da qui si continua lungo la strada asfaltata fino a Cesana Brianza: un paio di chilometri noiosi, ma veloci. In salita ora, si supera il piccolo parco del Roccolo e finalmente ricomincia lo sterrato. Un sentiero in salita ci porta, senza possibilità d’errore, al santuario Madonna della Neve.
Senza superare il santuario, bisogna prendere il sentiero un po’ nascosto che sale verso destra, seguendo le indicazioni per il Cornizzolo. Si sale per poco lungo una strada sterrata e, al tornante, si prende il sentiero che prosegue dritto nel bosco in direzione Campora. Basta ora continuare lungo questo sentiero fino a incrociare la strada a tornanti che da Eupilio sale verso il Cornizzolo.
La strada, monotona e mai troppo ripida, si presta bene agli allenamenti di corsa. Noi oggi preferiamo salire camminando lungo il sentiero che taglia i tornanti. Incontriamo però parecchie persone che stanno salendo o scendendo dalla strada, anch’essa innevata più o meno come il sentiero.
Sbucando dal bosco, veniamo aggredite da raffiche di vento e, bardandoci quanto possibile, attacchiamo la cresta del monte Pesora. L’alternativa qui, in caso di cattivo tempo, è proseguire lungo la strada che porta dritto al rifugio SEC. La salita diventa più ripida, ma mai esposta o pericolosa. A 1000 metri di quota ci sono forse 10-15 cm di neve: il vento sale dal lago e ha quasi del tutto ripulito il lato sinistro della montagna, accumulando la neve in cresta e sul lato destro.
Raggiungiamo e subito abbandoniamo la cima del Pesora, dove si fatica a rimanere in piedi da quanto è forte il vento. Proseguiamo lungo il sentiero in discesa e vediamo di fronte a noi la nostra meta, il Cornizzolo.
Un’ultima salitella ci porta alla croce di vetta, provvidenzialmente collocata su un grosso blocco di cemento che offre riparo dal vento. Da qui ci godiamo la vista dell’intero arco alpino, dalle prealpi lombarde fino al Rosa e al Monviso. L’idea era quella di proseguire verso il Rai e il Corno Birone, ma il percorso sarebbe tutto in cresta e con questo vento ci passa la voglia.
Scendiamo allora al rifugio SEC e, da qui, andiamo a prendere il sentiero 11 per Civate. L’alternativa è il sentiero 10, che scende tutto nel bosco passando per l’abbazia di San Pietro; l’11 rimane più aperto e rientra nel bosco solo nel tratto finale. Entrambi i sentieri comunque sono ben segnati e, oggi, piuttosto fangosi.
Tra qualche scivolata nel fango e tratti in cui dobbiamo rallentare per la neve ghiacciata, arriviamo senza difficoltà alla Località Pozzo e, da qui, torniamo sui nostri passi fino alla macchina.
Monte Bassetta (23 km – 1550 m D+)
8 Gennaio 2022 by marta • Lario, Valtellina Tags: corsa in montagna, costiera dei cech, inverno, lago di como, lario, monte bassetta, neve, percorso invernale, trail running, val chiavenna, valtellina • 0 Comments
Un fantastico balcone sul Lario, la Valtellina, la Val Chiavenna e la selvaggia Valle dei Ratti: il Monte Bassetta, con i suoi 1744 m, è facilmente raggiungibile, soleggiato anche in inverno, poco frequentato nonostante la vista mozzafiato.
Periodo: Gennaio 2022
Partenza: Mantello (SO)
Distanza: 23 km
Dislivello: 1550 m
Acqua: fontane agli alpeggi
GPX (clic dx, salva link con nome)
Il monte Bassetta è la prima, modesta cima dell’imponente catena montuosa che divide la Valtellina dalla Val Chiavenna, salendo dapprima dolcemente e poi con rilievi sempre più aspri dal punto in cui l’Adda si tuffa nel lago di Como fino alle spettacolari vette della Val Masino.
E tutto questo si offre alla vista con una semplice passeggiata priva di difficoltà, adatta anche alla stagione invernale (con la dovuta attrezzatura in base alla situazione neve), sulla soleggiata costiera dei Cèch in bassa Valtellina.
Sono partita da Mantello, dal comodo parcheggio in corrispondenza della rotonda e del ponte sull’Adda, per fare qualche chilometro di corsa in più; in alternativa, si possono togliere chilometri e dislivello parcheggiando a Cino, il cui campanile svetta alto sopra Mantello.
Dal parcheggio, attraverso la statale e subito l’abbandono, prendendo la via che entra in paese con indicazioni per Cino. Svolto subito a sinistra: un cartello indica che è una strada chiusa, ma non per i pedoni. Proseguo più o meno in piano per circa un chilometro, superando il piccolo cimitero di Mantello e seguendo una bella strada panoramica con vista sul Legnone. Trovo poi sulla destra il sentiero che sale verso Cino.
Il sentiero si inoltra nel bosco, mai troppo ripido, tagliando i tornanti della strada carrozzabile che serve gli alpeggi. Conviene seguirlo solo fino a quando si trovano le indicazioni per Cino. Non fate come me, che come al solito sono andata all’avventura nel bosco, lungo un sentiero non bollato di cui giustamente a un certo punto si perdono le tracce.
Non vi preoccupate: la traccia gpx qui allegata è già stata corretta in modo da risparmiarvi la mia ravanata nel bosco. Si tratta solo, a un certo punto, di prendere la strada carrozzabile verso sinistra e seguirla fino ai Prati dell’O, l’alpeggio super panoramico che io ho raggiunto per vie traverse. Non si passa per Cino all’andata, ma solo al ritorno.
In alternativa, si può salire anche dalla Piazza, altra alpe servita da strada carrozzabile, seguendo la dorsale dal monte Foffricio al monte Bassetta. Tenete presente che i pochi escursionisti di solito salgono in macchina fino alla Piazza, per cui i sentieri fino a qui sono davvero poco battuti e non si trovano tante indicazioni. Meglio affidarsi alla traccia gpx.
Si sale per la mulattiera in pietra e si attraversa il piccolo alpeggio Prati dell’O, per poi continuare su sentiero fino a incontrare le precise indicazioni che si potranno semplicemente seguire da qui in avanti: quelle che mi interessano sono per il monte Bassetta e il sentiero Bonatti. Quest’ultimo è un percorso di cui ignoravo l’esistenza, ma che ha decisamente stuzzicato la mia curiosità… ufficialmente inserito nella lista degli obiettivi per l’estate 2022!
La montagna innevata che mi accompagna sulla destra per tutta la salita è il monte Brusada, che supera di poco i 2000 m. Un altro posto che mi ripropongo di esplorare più avanti. Arrivo finalmente all’Alpe Bassetta e, da lì, salgo di pochi metri per raggiungere l’ampia cima dell’omonimo monte, da cui la vista spazia a trecentosessanta gradi dal Legnone verso il lago di Como, da qui alla Val Chiavenna e alla selvaggia Valle dei Ratti, infine sul caratteristico Sasso Manduino e verso la Val Masino.
Per il ritorno scelgo di passare da un altro alpeggio, Prati Nestrelli. Il sentiero, pure indicato da un cartello, non è evidente nella neve e per sbaglio rimango su una traccia poco più in alto. Quando mi rendo conto dell’errore, vedendo il vero sentiero dall’alto, lo raggiungo con un’ultima ravanata – anche questa eliminata dalla traccia gpx, che potete seguire con fiducia – e finalmente comincio a scendere di buon passo su un terreno facile e sicuro.
Scompaiono anche le ultime chiazze di neve e ghiaccio – i ramponcini sono rimasti sempre nello zaino – mentre, superato un breve traverso, comincio a perdere rapidamente quota. Continuo a seguire il sentiero, senza bolli ma sempre chiaramente indicato, fino a Prati Nestrelli.
Superato l’alpeggio, arrivo su una strada carrozzabile a tornanti. Trovo un sentiero per Cino, che probabilmente mi farebbe risparmiare tempo, ma oggi ho deciso di mettere nelle gambe un po’ di chilometri e proseguo dunque lungo la strada in discesa.
Arrivata a un campo sportivo poco sopra Cino, decido di complicarmi ulteriormente la vita prendendo la stradina che svolta tutto a sinistra rispetto alla strada principale. Con il senno di poi, conviene seguire la strada risparmiandosi forse mezzo chilometro di faticoso falsopiano. In ogni caso, si arriva abbastanza facilmente a Cino e, superata la chiesa, si continua in discesa lungo la strada che riporta a fondovalle e a Mantello.