Double-ring in Engadina (32,5 km – 2450 m D+)

Pontresina – capanna Paradis – Piz Languard (3262 m) – Steinbochweg – capanna Segantini – lago Muragl – forcella Val Champagna (2806 m) – Muottas Muragl – Panoramaweg – Pontresina.
Periodo: Agosto 2022
Partenza: Pontresina (Svizzera)
Distanza: 32,5 km
Dislivello: 2450 m
Acqua: poche fontane, ruscelli
GPX (clic dx, salva link con nome)

Ok, questo giro non è proprio a due passi da Milano, ma come non approfittare degli ultimi giorni di ferie e di un invito a Pontresina per una corsetta ad alta quota sulle alpi svizzere? Il doppio anello è una creazione di Giudy, che si autodefinisce una “ciuccia-asfalto”, ma anche nel trail non scherza.

Lago Muragl (2713 m).

Tutto il percorso è segnato perfettamente e la traccia gpx è quasi inutile. Nonostante si rimanga sempre a quote impegnative, almeno per i miei polmoni, i sentieri sono facili e corribili: un bel cambiamento per me, dopo un’estate passata a saltellare per le pietraie della val Masino. Solo l’ultimo tratto per salire al piz Languard è ripido e forse un po’ vertiginoso: niente di particolarmente impegnativo, peraltro evitabile senza modificare il resto del giro.

Ah, che belli i sentieri svizzeri!

Partiamo da Pontresina, dove parcheggiamo nei pressi della seggiovia (Sesselbahn Languard) e prendiamo via Giarsun, che porta a una chiesetta con un piccolo cimitero. Qui ci troviamo a un bivio: imbocchiamo il sentiero verso destra seguendo le indicazioni per capanna Paradis, nostra prima tappa, mentre da quello a sinistra arriveremo alla fine del giro. Saliamo piacevolmente nel bosco, che ogni tanto si apre con una vista spaziale sul poco che rimane del ghiacciaio del Morteratsch. Superati gli ultimi alberi, continuiamo a guadagnare quota e raggiungiamo la malga.

Capanna Paradis (2540 m).

Abbiamo guadagnato fin qui circa 700 m di dislivello e ne mancano più o meno altrettanti per la cima del piz Languard, punto più alto del giro. Una breve ma divertente discesa ci permette di sciogliere le gambe prima di riprendere a salire, seguendo le puntuali indicazioni per il piz Languard che, da capanna Paradis, è dato a 2 ore e mezza di cammino (senza tirarci il collo, ci mettiamo molto meno).

Breve discesa dopo capanna Paradis.

Attraversiamo un’ampia valle, brulla e secca, e cominciamo a risalire sul versante opposto. Di fronte a noi svetta il piz Languard e già si intravede, poco sotto la cima, il rifugio omonimo. Lo raggiungiamo con un breve strappetto: alcuni escursionisti ci hanno preceduto, ma è ancora presto e il rifugio non è affollato. Lasciamo qui i bastoncini, che non ci servono per l’ultimo tratto di roccette.

Vetta del Piz Languard dal rifugio.

Ci arrampichiamo seguendo i bolli e aiutandoci con grossi canaponi azzurri, nuovi di zecca e ben tesi. Si trattano proprio bene, qui in Svizzera!

Ultimo tratto attrezzato.

Dalla cima del piz Languard, a 3262 m, la vista è semplicemente spaziale in questa giornata così tersa. Non c’è nemmeno tanto vento e possiamo goderci il panorama in maniche corte.

Vista spaziale dai 3262 m del Piz Languard.

Riscendiamo al rifugio, recuperiamo i bastoncini e torniamo sui nostri passi fino al primo bivio: qui svoltiamo a destra, in direzione opposta a quella da cui siamo arrivate, poi teniamo ancora la destra imboccando il sentiero degli stambecchi (Steinbochweg) verso la capanna Segantini (2731 m).

Sentiero degli stambecchi (Steinbochweg).

Si tratta di un fantastico traverso, tutto corribile, a quota 2700 m circa, che porta al terzo dei quattro rifugi del nostro giro, questo abbastanza affollato visto che è ormai ora di pranzo. Assetate e speranzose, ci avviciniamo alla fontana, ma niente da fare: kein Trinkwasser, ammonisce un cartello, acqua non potabile. All’interno del rifugio apprendiamo con sgomento che una bottiglia piccola costa 6 franchi e una grande 13. Non accettano la carta e abbiamo solo 10 euro, per cui tutto ciò che possiamo permetterci è mezzo litro in due (ho bevuto anche un po’ d’acqua della fontana, per fortuna senza conseguenze immediate).

Grazioso bagno esterno a capanna Segantini.

La prossima tappa è il lago Muragl, anch’esso facilmente raggiungibile seguendo le indicazioni – i laghi si chiamano “Lej”. Scendiamo lungo un sentiero piuttosto affollato, perdendo circa 400 m di quota, e attraversiamo il torrente. Qui lasciamo in sospeso il primo anello e apriamo il secondo. Anche questo parte con una bella salita, circa 500 m da qui alla forcella Val Champagna passando per il lago Muragl.

Lago Muragl (2713 m).

Il lago è bellissimo, ancora meglio se visto dall’alto. Considerando la facilità con cui lo si raggiunge, ci riteniamo fortunate a trovare meno di una decina di persone sulle sue sponde. Un ultimo tratto di salita ci porta da qui alla forcella di Val Champagna (2806 m).

Verso la forcella di val Champagna.

Si scende, ora, e anche parecchio: da 2800 a meno di 2000 m, sempre su facile sentiero. Le indicazioni da seguire sono quelle per Samedan.

Comincia la seconda, lunga discesa.

Via via che perdiamo quota, la pietraia lascia il posto ai pascoli e il sentiero si avvicina al torrentello, oggi piuttosto in secca, che scorre a fondovalle. Ben presto raggiungiamo una baita con fontana: i proprietari non ci sono e ci serviamo da sole. Avevamo sì riempito le flask ai ruscelli, ma con tutti gli animali che ci sono in giro siamo più tranquille con l’acqua fresca e zampillante della baita.

Finalmente una fontana!

Scendiamo ancora un po’ e torniamo a immergerci nel bosco. Bisogna rimanere a sinistra del torrente, senza mai attraversarlo. Il sentiero svolta tutto a sinistra, con un ultimo tratto bello corribile nel bosco prima dell’ultima salita.

Verso la fine della discesa.

Con un sadismo degno dei migliori organizzatori di gare, Giudy ha previsto a questo punto un’ultima salita di quasi 500 m: seguiamo dunque le indicazioni per Muottas Muragl, per andare a chiudere il secondo anello. La salita, a dire il vero, non è troppo ripida e ci porta ben presto al crocevia, a quota 2400 m circa, da cui poche ore fa abbiamo imboccato il sentiero per il lago Muragl.

Muottas Muragl (2454 m).

Le indicazioni da seguire sono ora quelle per Unterer Schafberg. Attraversiamo il torrente e ne approfittiamo per rabboccare un’altra volta le borracce, poi risaliamo brevemente e andiamo a prendere il bellissimo traverso che prende il nome – meritatissimo – di Panoramaweg.

Panoramaweg.

Vedendolo da lontano ho brontolato, credendo poco alle rassicurazioni di Giudy. In realtà, come dice lei, questo ampio sentiero pianeggiante fa proprio venire voglia di correre! Ci divertiamo dunque per un paio di chilometri, prima della discesa finale che ci riporta alla seggiovia, passando per la chiesetta dell’andata.

Un super double-ring, grazie Giudy!