Periplo del Monte del Forno tra Valmalenco e Engadina: Chiareggio – Alpe Vazzeda – Passo Forno (2775 m) – Capanna Forno – Passo del Muretto (2555 m) – Alpe dell’Oro – Chiareggio.
Ecco un percorso di alta montagna relativamente semplice, ma davvero bello e di grande impatto: si supera il confine svizzero tra cime aguzze di oltre tremila metri, seguendo a ritroso il percorso dove nel 1944 l’alpinista e partigiano Ettore Castiglioni perse la vita nel tentativo di rientrare in Italia da Maloja, e si può ammirare quanto rimane del ghiacciaio del Forno, uno spettacolo sempre suggestivo. Quando dico che il percorso è “semplice” intendo un EE privo di grandi difficoltà, solo con pietraie e tratti di sentiero stretto, ripido e un po’ esposto. Naturalmente, viste le quote, la difficoltà aumenta in modo esponenziale in caso di maltempo e neve, e richiede in ogni caso una certa dimestichezza con un ambiente severo di alta montagna.
L’idea è nata la scorsa settimana, dopo l’ennesimo giro con Marta nell’amata Valmalenco: visto che siete sempre da quelle parti, ci ha scritto un’amica della mia socia, dovreste provare a scavallare in Engadina. Detto, fatto. Vedo che da Chiareggio ci sono due passi per l’Engadina: il passo Forno, piuttosto alto con i suoi 2775 m, e il più tranquillo passo del Muretto, a 2555 m. Purtroppo Marta lavora, ma lancio l’idea a Meme che, dopo essere stato tranquillizzato circa l’orario di partenza, accetta di accompagnarmi nell’esplorazione.
Si parte dunque da Chiareggio (accesso con ticket, acquistabile alle macchinette ma anche con Easypark): l’auto va lasciata al pian del Lupo, nell’ampio parcheggio lungo il fiume che si trova alla fine del paese. Si vedranno indicazioni per i vari rifugi della zona, tra cui vanno seguite quelle per il Tartaglione Crispo – facile meta per famiglie – e per il Del Grande Camerini – passeggiata più impegnativa. La partenza è in piano, lungo il corso del torrente.
Dopo poco più di un chilometro si abbandona il sentiero principale seguendo le indicazioni per il rifugio Del Grande Camerini e per il passo Forno, dato a 4 ore di cammino. Noi in tutto abbiamo impiegato meno di due ore dal parcheggio al passo, di buon passo ma senza ammazzarci. La salita dal bivio in avanti diventa più decisa, ma sempre gradevole, con qualche tratto pianeggiante qua e là per tirare il fiato e ammirare il paesaggio.
Ben presto raggiungiamo l’alpe Vazzeda inferiore e senza possibilità d’errore continuiamo a salire seguendo le puntuali indicazioni per il passo Forno, i segni gialli dell’alta via, i bolli bianco-rossi e adesso anche dei nuovi bolli bianco-azzurri – che, scopriremo poi, indicano la traversata alta dal passo Forno al passo del Muretto.
Superiamo anche l’alpe Vazzeda superiore e il bivio con il sentiero che porta, verso sinistra, al rifugio Del Grande Camerini e proseguiamo in salita verso la nostra bocchetta. L’ambiente diventa sempre più bello via via che guadagniamo quota: il gruppo roccioso alla nostra destra è il Monte Forno, mentre le vette che vediamo a sinistra dovrebbero essere le cime Vezzeda e di Val Bona. Metto qui sotto un paio di foto, così se qualcuno le riconosce mi può confermare o correggere!
Altre indicazioni incontrate più in alto mi portano a pensare che la rete di sentieri in questa zona sia più ampia del previsto e che, se i percorsi sono sempre così ben segnati, le possibilità di traversate e nuovi giri ad anello siano tantissime. Per il momento ci atteniamo però all’itinerario stabilito e proseguiamo verso la bocchetta, su un terreno che diventa sempre più una pietraia e con un’ultima lingua di neve (naturalmente Meme sente la necessità di passare proprio da lì).
La bocchetta segna anche il confine di Stato. Da qui sono indicati da una parte Capanna Forno, prossima tappa del giro, che viene data a mezz’ora di cammino sul versante elvetico (segnavia bianco-rosso); dall’altra il passo del Muretto, a due ore di cammino, sul versante italiano ai piedi del Monte del Forno (segnavia bianco-azzurro).
Non conoscendo la difficoltà di questo secondo percorso, ma ben conoscendo il costo dell’elisoccorso svizzero, costringo Meme, già partito lungo la traversata per il passo del Muretto come un bambino al parco giochi, a tornare indietro e a scendere verso Capanna Forno, come da programma.
Perdiamo un centinaio di metri di quota nella pietraia, lungo un percorso sdrucciolevole ma non difficile, e arriviamo in vista del rifugio.
A sinistra, superando il Monte Rosso, compare il ghiacciaio del Forno.
Senza scendere fino al rifugio, seguiamo le indicazioni a destra per Maloja: un lungo traverso con qualche saliscendi, tecnico ma non particolarmente difficile, ci porterà verso il passo del Muretto aggirando il Monte del Forno e i pizzi dei Rossi sul lato elvetico. Approfittiamo di un tubo da cui esce un filo d’acqua per riempire le borracce prima di proseguire.
Lo scenario in questa prima parte del traverso è spettacolare, e lo diventa ancora di più quando raggiungiamo un laghetto alpino ai piedi del Monte del Forno.
Il sentiero si snoda per lo più su pietraia sempre sui 2600-2700 m di quota, per poi scendere in direzione Maloja fino a circa 2300 m. La discesa è piuttosto ripida e sdrucciolevole e, solo in questa parte, abbiamo avuto qualche difficoltà a trovare i bolli.
Attraversato un torrentello, la traccia curva verso destra e ci addentriamo in un pianoro con un paio di laghetti. In fondo si vede il passo del Muretto, che più che un muretto sembra una muraglia.
La salita è ripida, soprattutto nell’ultimo tratto prima della bocchetta, ma sono gli ultimi 250 m di dislivello: dal passo ci aspetta solo una lunga discesa, tra l’altro su un terreno molto facile. Scopriamo infatti che il passo del Muretto è il punto di arrivo del sentiero Rusca, che va da Sondrio a Chiareggio lungo il corso del torrente Mallero e sale infine fin quassù.
Scendiamo dunque lungo questo sentiero, facile e corribile, passando per l’alpe dell’Oro (circa 4 km dal passo del Muretto) e arrivando ben presto al parcheggio al pian del Lupo (3 km dall’alpe dell’Oro). In tutto circa 5 ore effettive, 5 ore e mezza comprese le pause.
Anello del Forno (20,5 km – 1675 m D+)
24 Agosto 2021 by marta • Valtellina Tags: chiareggio, corsa in montagna, engadina, forno, ghiacciaio, monte del forno, passo del muretto, passo forno, sentiero rusca, svizzera, trail running, valmalenco, valtellina • 0 Comments
Periplo del Monte del Forno tra Valmalenco e Engadina: Chiareggio – Alpe Vazzeda – Passo Forno (2775 m) – Capanna Forno – Passo del Muretto (2555 m) – Alpe dell’Oro – Chiareggio.
Periodo: Agosto 2021
Partenza: Chiareggio (SO)
Distanza: 20,5 km
Dislivello: 1675 m
Acqua: ruscelli e fontane
GPX (clic dx, salva link con nome)
Ecco un percorso di alta montagna relativamente semplice, ma davvero bello e di grande impatto: si supera il confine svizzero tra cime aguzze di oltre tremila metri, seguendo a ritroso il percorso dove nel 1944 l’alpinista e partigiano Ettore Castiglioni perse la vita nel tentativo di rientrare in Italia da Maloja, e si può ammirare quanto rimane del ghiacciaio del Forno, uno spettacolo sempre suggestivo. Quando dico che il percorso è “semplice” intendo un EE privo di grandi difficoltà, solo con pietraie e tratti di sentiero stretto, ripido e un po’ esposto. Naturalmente, viste le quote, la difficoltà aumenta in modo esponenziale in caso di maltempo e neve, e richiede in ogni caso una certa dimestichezza con un ambiente severo di alta montagna.
L’idea è nata la scorsa settimana, dopo l’ennesimo giro con Marta nell’amata Valmalenco: visto che siete sempre da quelle parti, ci ha scritto un’amica della mia socia, dovreste provare a scavallare in Engadina. Detto, fatto. Vedo che da Chiareggio ci sono due passi per l’Engadina: il passo Forno, piuttosto alto con i suoi 2775 m, e il più tranquillo passo del Muretto, a 2555 m. Purtroppo Marta lavora, ma lancio l’idea a Meme che, dopo essere stato tranquillizzato circa l’orario di partenza, accetta di accompagnarmi nell’esplorazione.
Si parte dunque da Chiareggio (accesso con ticket, acquistabile alle macchinette ma anche con Easypark): l’auto va lasciata al pian del Lupo, nell’ampio parcheggio lungo il fiume che si trova alla fine del paese. Si vedranno indicazioni per i vari rifugi della zona, tra cui vanno seguite quelle per il Tartaglione Crispo – facile meta per famiglie – e per il Del Grande Camerini – passeggiata più impegnativa. La partenza è in piano, lungo il corso del torrente.
Dopo poco più di un chilometro si abbandona il sentiero principale seguendo le indicazioni per il rifugio Del Grande Camerini e per il passo Forno, dato a 4 ore di cammino. Noi in tutto abbiamo impiegato meno di due ore dal parcheggio al passo, di buon passo ma senza ammazzarci. La salita dal bivio in avanti diventa più decisa, ma sempre gradevole, con qualche tratto pianeggiante qua e là per tirare il fiato e ammirare il paesaggio.
Ben presto raggiungiamo l’alpe Vazzeda inferiore e senza possibilità d’errore continuiamo a salire seguendo le puntuali indicazioni per il passo Forno, i segni gialli dell’alta via, i bolli bianco-rossi e adesso anche dei nuovi bolli bianco-azzurri – che, scopriremo poi, indicano la traversata alta dal passo Forno al passo del Muretto.
Superiamo anche l’alpe Vazzeda superiore e il bivio con il sentiero che porta, verso sinistra, al rifugio Del Grande Camerini e proseguiamo in salita verso la nostra bocchetta. L’ambiente diventa sempre più bello via via che guadagniamo quota: il gruppo roccioso alla nostra destra è il Monte Forno, mentre le vette che vediamo a sinistra dovrebbero essere le cime Vezzeda e di Val Bona. Metto qui sotto un paio di foto, così se qualcuno le riconosce mi può confermare o correggere!
Altre indicazioni incontrate più in alto mi portano a pensare che la rete di sentieri in questa zona sia più ampia del previsto e che, se i percorsi sono sempre così ben segnati, le possibilità di traversate e nuovi giri ad anello siano tantissime. Per il momento ci atteniamo però all’itinerario stabilito e proseguiamo verso la bocchetta, su un terreno che diventa sempre più una pietraia e con un’ultima lingua di neve (naturalmente Meme sente la necessità di passare proprio da lì).
La bocchetta segna anche il confine di Stato. Da qui sono indicati da una parte Capanna Forno, prossima tappa del giro, che viene data a mezz’ora di cammino sul versante elvetico (segnavia bianco-rosso); dall’altra il passo del Muretto, a due ore di cammino, sul versante italiano ai piedi del Monte del Forno (segnavia bianco-azzurro).
Non conoscendo la difficoltà di questo secondo percorso, ma ben conoscendo il costo dell’elisoccorso svizzero, costringo Meme, già partito lungo la traversata per il passo del Muretto come un bambino al parco giochi, a tornare indietro e a scendere verso Capanna Forno, come da programma.
Perdiamo un centinaio di metri di quota nella pietraia, lungo un percorso sdrucciolevole ma non difficile, e arriviamo in vista del rifugio.
A sinistra, superando il Monte Rosso, compare il ghiacciaio del Forno.
Senza scendere fino al rifugio, seguiamo le indicazioni a destra per Maloja: un lungo traverso con qualche saliscendi, tecnico ma non particolarmente difficile, ci porterà verso il passo del Muretto aggirando il Monte del Forno e i pizzi dei Rossi sul lato elvetico. Approfittiamo di un tubo da cui esce un filo d’acqua per riempire le borracce prima di proseguire.
Lo scenario in questa prima parte del traverso è spettacolare, e lo diventa ancora di più quando raggiungiamo un laghetto alpino ai piedi del Monte del Forno.
Il sentiero si snoda per lo più su pietraia sempre sui 2600-2700 m di quota, per poi scendere in direzione Maloja fino a circa 2300 m. La discesa è piuttosto ripida e sdrucciolevole e, solo in questa parte, abbiamo avuto qualche difficoltà a trovare i bolli.
Attraversato un torrentello, la traccia curva verso destra e ci addentriamo in un pianoro con un paio di laghetti. In fondo si vede il passo del Muretto, che più che un muretto sembra una muraglia.
La salita è ripida, soprattutto nell’ultimo tratto prima della bocchetta, ma sono gli ultimi 250 m di dislivello: dal passo ci aspetta solo una lunga discesa, tra l’altro su un terreno molto facile. Scopriamo infatti che il passo del Muretto è il punto di arrivo del sentiero Rusca, che va da Sondrio a Chiareggio lungo il corso del torrente Mallero e sale infine fin quassù.
Scendiamo dunque lungo questo sentiero, facile e corribile, passando per l’alpe dell’Oro (circa 4 km dal passo del Muretto) e arrivando ben presto al parcheggio al pian del Lupo (3 km dall’alpe dell’Oro). In tutto circa 5 ore effettive, 5 ore e mezza comprese le pause.