Anello in Val Gerola (18 km – 1270 D+)
Giro dei laghi in Val Gerola, tra Valtellina e Orobie
Un giro spettacolare, che sale tra i laghi della meravigliosa Val Gerola, passa ai piedi del Pizzo dei Tre Signori, attraversa creste e valli più o meno note, percorrendo i sentieri che collegano la Valtellina e le Orobie bergamasche. Un giro che tocca mete popolari e relativamente affollate, collegandole attraverso percorsi poco battuti. Dal laghetto in versione spiaggia, con gitanti che prendono il sole in costume da bagno, si passa in breve a lande deserte, pietraie e cime severe, territorio degli stambecchi; per poi ritrovarsi al rifugio meta di pranzi domenicali, e poco dopo di nuovo in mezzo al nulla.
Nel complesso è un percorso che si presta bene alla corsa, con lunghi tratti di sentiero più o meno pianeggiante dove si possono fare andare le gambe. Non essendo lunghissimo, in realtà si può anche sfruttarlo per una semplice passeggiata.
Si parcheggia a Pescegallo, sopra a Gerola Alta. È molto semplice: la strada finisce alla stazione di partenza degli impianti di risalita e il parcheggio è ampio e comodo. Si prende mentalmente nota del bar con terrazza ai piedi degli impianti, in posizione strategica per la birra di fine giro. Lasciandosi il bar sulla sinistra, si segue un largo sentiero pianeggiante che sembra portare a una casetta, un centinaio di metri più avanti. In realtà si supera la casetta e si prende il sentiero vero e proprio, che si inoltra dolcemente nell’abetaia.
A un primo bivio, all’altezza dell’alpeggio Tronella (o baita Dossetto, a seconda delle mappe), andiamo dritto seguendo le indicazioni per il lago di Trona e il lago Rotondo – il sentiero che si inerpica su per il bosco a sinistra è quello da cui scenderemo alla fine del giro. A questo punto il nostro sentiero comincia a salire con decisione, guadagnando rapidamente 3-400 metri di quota. Alla salita segue un lungo, piacevolissimo traverso, tutto corribile, che passa per la minuscola pozza di Piic e aggira il Pizzo del Mezzodì.
Arriviamo a un nuovo bivio: il sentiero di sinistra sale per la valle di Trona – da cui eventualmente si potrebbe tornare, dopo il lago Rotondo, per accorciare un poco il giro saltando il rifugio Benigni, ultima tappa del nostro percorso. Adesso però ignoriamo la deviazione a sinistra e proseguiamo dritto in leggera discesa, perdendo un po’ di dislivello per arrivare al lago di Trona (1815 m).
Attraversiamo la diga e saliamo seguendo le indicazioni per il Rifugio Falc. I cartelli ci danno due opzioni: una “direttissima” e un sentiero che dovrebbe salire più dolcemente. Io ho seguito la prima, un sentiero ripido ma molto facile e piacevole.
Anche dal lago dell’Inferno (2085 m) abbiamo due possibilità: salire al Pizzo dei Tre Signori (attenzione: il canale di discesa verso la Bocchetta d’Inferno a inizio luglio era ancora pieno di neve, utili bastoncini e ramponcini se si vuole optare per questo percorso) oppure costeggiare il lago lungo un sentiero così bello e piacevolmente corribile che, almeno per i miei gusti, non fa rimpiangere la cima sovraffollata del Pizzo. Seguendo dunque il sentiero che rimane più o meno in quota, si costeggia il lago tra rododentri, pietraie e pendii erbosi fino al fondo della valle, dove i bolli bianco/rosso cominciano a inerpicarsi su per roccette e lingue di neve per arrivare alla bocchetta d’Inferno (2306 m).
Al di là della bocchetta si apre la valle di Ornica, in provincia di Bergamo. Qui troviamo chiare indicazioni per i vari punti raggiungibili dalla bocchetta: a destra la cima del Pizzo dei Tre Signori, a sinistra il lago Rotondo, mentre proseguendo dritto in discesa si arriverebbe direttamente al rifugio Benigni. Quest’ultima è la tappa finale del giro, ma la raggiungeremo solo dopo essere saliti al lago Rotondo.
Se per qualunque motivo si volesse accorciare il giro, sconsiglio di tagliarlo in questo punto: il lago Rotondo visto dall’alto è forse la parte più bella del percorso. Piuttosto è meglio eliminare il Benigni e, dal lago Rotondo, scendere per la valle di Trona fino a riprendere il sentiero dell’andata. Naturalmente il mio consiglio è di completare tutto il giro!
Dalla Bocchetta d’Inferno, quindi, si sale al lago Rotondo. Il sentiero è ripido e a tratti sdrucciolevole, ma basta tirare un poco e si è subito alla bocchetta del Paradisino (2457 m), il punto più alto del giro se non si passa dal Pizzo dei Tre Signori. Da qui la vista del lago Rotondo, completamente circondato da un anello di cime acuminate, è semplicemente spettacolare.
La discesa è molto tecnica. Franosa, anzi, è il termine più corretto. Si perdono circa 200 m sciando nella ghiaia e si arriva al lago Rotondo, le cui sponde nelle calde giornate estive sono relativamente affollate da gitanti in costume da bagno. Si continua a scendere da un sentiero più comodo e tranquillo, chiaramente indicato dai soliti bolli bianco/rosso. Prima di arrivare a fondo valle, dove un comodo sentiero risale comunque alla bocca di Trona (2224 m), si incontra una deviazione verso destra che indica “Pianella”. È un sentiero leggermente più tecnico di quello a fondo valle, ma comunque ben segnato, che attraversa frane, ruscelletti e paesaggi lunari, portando comunque alla bocca di Trona con qualche saliscendi. Se si sceglie questo sentiero si tenga presente che non è corribile, e che bisogna fare un po’ di attenzione a non perdere di vista i bolli (comunque freschi e ben evidenti).
A chi fosse appassionato di fotografia consiglio di portare la macchina fotografica in questo giro: gli stambecchi sono una presenza fissa nella zona e vale la pena di aggiungere un po’ di peso allo zainetto per scattare una foto da copertina.
Il sentiero che dalla bocca di Trona porta al Benigni altro non è che il buon vecchio 101, la traversata delle Orobie occidentali. Bellissimo e in questo tratto assolutamente corribile, nonché poco affollato se si escludono gli stambecchi: i gitanti sono tutti concentrati intorno ai laghi e al Rifugio Benigni.
Il rifugio sembra bello e i ragazzi che lo gestiscono sono simpatici e disponibili. Dalla fontana (acqua non potabile, ma io l\’ho bevuta lo stesso) si prende il sentiero numero 8 che scende dapprima molto rapidamente, poi in modo più dolce, verso Pescegallo. Si passa per un altro laghetto a circa 1800 m di altezza e si scende poi nel bosco fino a ricongiungersi con il sentiero dell’andata, all’altezza della baita Dossetto.
E da qui alla birra è davvero un attimo.
Anello tra Orobie e Val Gerola (21 km – 1450 m D+)
25 Luglio 2019 by marta • Orobie, Valtellina Tags: anello, benigni, bocchetta di trona, corsa in montagna, laghi, lago di pescegallo, lago di trona, passo verrobbio, pescegallo, san marco, sentiero delle orobie occidentali, trail running, trincee, val gerola • 4 Comments
Da Pescegallo (1.450 m) all’omonimo lago (1.865 m) – Passo di Verrobbio (2.026 m) – Sentiero 101 o delle Orobie occidentali – Rifugio Benigni (2.222 m) – Bocchetta di Trona (2.224 m) – discesa verso il lago di Trona e ritorno a Pescegallo.
Periodo: Luglio 2019
Partenza: Pescegallo (1.450 m)
Distanza: 21 km
Dislivello: 1450 m
Acqua: qualche ruscello nella prima parte e fontana non potabile al Benigni, meglio portare una scorta abbondante e/o soldi.
GPX (clic dx, salva link con nome)
Un giro relativamente breve, immediato e semplice da seguire, anche senza la traccia gpx. Il percorso, svolgendosi intorno ai 2000 m di quota, è adatto alla stagione estiva.
Partiamo da Pescegallo (Gerola Alta). La strada a tornanti che arriva da Morbegno termina in un ampio parcheggio, davanti alla seggiovia e a un invitante bar con terrazza. Parcheggiamo il più vicino possibile al bar e torniamo indietro nella direzione da cui siamo arrivati, lasciandoci sulla destra la strada di servizio delle piste da sci e l’albergo Mezzaluna. Subito dopo l’albergo prendiamo la strada asfaltata in salita verso destra. All’angolo troveremo una bella fontana con acqua fresca, perfetta per riempire le borracce prima e dopo il giro.
Seguiamo la strada per circa 300 metri, poi imbocchiamo il sentiero in salita verso destra. Percorriamo senza possibilità d’errore questo sentiero, che dopo un chilometro abbondante, in cui guadagniamo circa 300 m di dislivello, ci deposita sulla strada di servizio già incontrata al parcheggio. La imbocchiamo verso sinistra e la percorriamo fino alla diga del lago di Pescegallo (1.865 m).
Attraversiamo la diga e prendiamo il sentiero verso destra, seguendo le indicazioni per il passo di Verrobbio. Il sentiero, in leggera salita, costeggia dapprima il lago, per poi inerpicarsi su per la montagna.
Attraversiamo una prima bocchetta, più o meno alla stessa altezza del nostro passo, e scolliniamo nella valle accanto. Dopo un tratto di sentiero in discesa, riprendiamo a salire tra roccette e sfasciumi, passando per il laghetto di Verrobbio, fino ad arrivare al passo di Verrobbio (2.026 m).
Da qui ci aspettano 2 km di facile discesa verso Passo San Marco, fino a incrociare il sentiero 101, o sentiero delle Orobie occidentali, che imbocchiamo con una curva a gomito verso destra in direzione del Rifugio Benigni.
Seguiamo questo bellissimo, panoramico sentiero per circa 8 km, con un tratto ancora in discesa e poi ricominciando gradualmente a guadagnare quota con brevi salite alternate a tratti di saliscendi divertenti e veloci.
Il sentiero, sempre chiaramente indicato, prosegue semplice e evidente fino all’ultimo strappo verso il Benigni. Qui si inerpica all’improvviso, trasformandosi in un ripido canalone roccioso – peraltro sempre molto affollato nelle domeniche di bel tempo, in quanto ultimo tratto del percorso che da Ornica porta al rifugio.
Arrivati al Benigni (2.222 m), se vogliamo fare rifornimento d’acqua possiamo utilizzare la fontana del rifugio. Un cartello avverte che si tratta di acqua non potabile ma, quando ci si ritrova – come a me spesso capita – con molta sete e il portafogli 1000 metri più in basso, può comunque tornare utile. Io ne ho approfittato un paio di volte e non ho avuto problemi.
Riprendiamo il sentiero 101 in direzione del rifugio Grassi e proseguiamo per un breve tratto in discesa, poi di nuovo in salita, verso la bocca di Trona (2.024 m). Da qui la vista si apre sulla Val Gerola in tutto il suo splendore, tra laghi, ghiaioni e vette aguzze.
Alla bocchetta abbandoniamo il 101 e prendiamo il sentiero che scende in Val Gerola verso il lago di Trona. Perdiamo rapidamente quota, facendo attenzione a mantenerci sul sentiero che rimane a destra del torrente e in alto sopra il lago – un altro sentiero, ben segnalato e bollato, attraversa il torrente e scende al lago, ma non è quello giusto!
Costeggiando il lago, che vedremo per tutto il tempo in basso a sinistra, e superando il Pizzo di Tronella e il Pizzo del Mezzodì sulla destra, arriviamo finalmente a incrociare il sentiero che collega Pescegallo con la diga del lago di Trona.
Imbocchiamo questo sentiero verso destra e lo percorriamo fino al parcheggio di Pescegallo. Impossibile sbagliare: all’unico bivio, quello per il lago di Pescegallo, manteniamo la sinistra e proseguiamo in discesa nel bosco fino a tornare al punto di partenza.