Dai Corni di Canzo al Cornizzolo (23 km – 1450 m D+)
Percorso misto trail + asfalto: Eupilio – ciclabile del Segrino – Canzo – Asso – Colletta dei Corni (878 m) – rifugio S.E.V. (1276 m) – Forcella dei Corni (1298 m) – La Colma (997 m) – Sasso Malascarpa – bocchetta di San Miro – monte Rai (1259 m) – rifugio S.E.C. (1110 m) – monte Cornizzolo (1241 m) – monte Pesora (1190 m) – alpe Carella – Eupilio.
Periodo: Ottobre 2020
Partenza: Eupilio (383 m)
Distanza: 23 km
Dislivello: 1450 m
Acqua: si trovano diverse fontanelle lungo il percorso.
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Il meteo non prometteva bene sabato mattina, quando alle prime luci dell’alba ho parcheggiato a Eupilio, davanti al lago del Segrino e all’inizio di via Roma, dove comincia la salita per il Cornizzolo. Nebbiolina, qualche goccia di pioggia, freddo e umido. Così ho optato per un giro facile e veloce, non troppo lungo e con diversi chilometri su asfalto. Davvero alla portata di chiunque abbia i 25 km nelle gambe.
Ho costeggiato il lago del Segrino lungo la pista ciclo-pedonale, proseguendo poi sulla statale verso Canzo – c’è anche un sentiero che collega i due paesi partendo dal lungolago, ma il fango e la luce ancora scarsa mi hanno fatto optare per la strada asfaltata. Da Canzo si prosegue verso Asso, superando la stazione e continuando sempre lungo la strada principale, ora in leggera salita.
Seguendo le indicazioni per Valbrona, ho superato Asso – dove si trovano un paio di fontanelle – e percorso un tratto di strada, circa 500 m, un po’ pericoloso perché senza marciapiede. Si arriva ben presto a un incrocio dove si svolta tutto a destra e, dopo un altro centinaio di metri, si trova finalmente sulla destra una stradina sterrata in discesa con indicazioni per la Colletta dei Corni e il cartello giallo del Trail dei Corni. Ora è tutto facile: per un po’ basterà seguire i segnavia, attraversando il fiume Foce e cominciando a salire nel bosco verso i Corni di Canzo.
Il bosco in questa stagione è bellissimo, con la nebbia, il foliage autunnale e un tappeto di ricci e castagne. Adoro le prime ore del mattino, quando in giro non c’è davvero nessuno: in questo periodo, tuttavia, il silenzio del bosco è spesso disturbato dagli spari dei cacciatori. Perché qualcuno abbia licenza di sparare negli stessi boschi in cui i bambini raccolgono le castagne non mi è del tutto chiaro, ma tant’è.
Si passa per un tratto lungo il sentiero naturalistico dello Spaccasassi, ma le indicazioni da seguire fino alla Colletta dei Corni sono sempre i cartelli gialli della gara, oltre ai bolli bianco-rossi. Va detto, a onore dei CAI locali, che i sentieri di queste montagne sono sempre in ottime condizioni. Dopo un tratto semipianeggiante tra le betulle e dopo avere superato indenne un capanno di caccia, sono arrivata alla Colletta (878 m) e ho proseguito in direzione S. Miro – Terz’alpe lungo una strada carrozzabile, che ho poi abbandonato per prendere il sentiero in salita in direzione Corni di Canzo. Da qui in poi bisogna smettere di seguire i cartelli gialli, che pure incontreremo di nuovo qua e là lungo il percorso.
Dopo il primo tratto in salita, comincia un piacevole traverso con qualche saliscendi, dove troviamo anche una fontanella. Il sentiero ci deposita infine sulla strada carrozzabile che sale da Valbrona e che conduce al rifugio S.E.V., dove gli alberi si diradano e la vista si apre, spettacolare, sulle Grigne. Finalmente mi trovo al di sopra della nebbia in cui è immersa la pianura!
Superato il rifugio, si prosegue in salita seguendo le indicazioni, sempre evidenti, verso la Forcella dei Corni. Ho trovato questo tratto particolarmente bagnato e fangoso, ma la vista dei Corni coronati dal bosco in veste autunnale, con lo sfondo del cielo azzurro, ha compensato di gran lunga il disagio di scivolare indietro di un passo per ogni due passi che facevo in avanti.
Dalla forcella (1298 m) comincia la ripida discesa – lungo la quale si trova un’altra fontanella – verso la Colma, circa trecento metri più in basso.
Si ricomincia a salire verso il Sasso di Malascarpa e, superati gli ultimi alberi, la vista si apre questa volta sul Resegone.
Verso destra invece compare, meno gradevole alla vista ma utile per l’orientamento, l’antenna gigante del Sasso di Malascarpa. La si raggiunge dopo un divertente tratto di cresta rocciosa, mai tecnicamente difficile.
Qui si trovano le indicazioni per la bocchetta di S. Miro (30 minuti) e il monte Rai (40 minuti). In realtà, correndo, ci vuole molto meno. Si prosegue dunque lungo la strada carrozzabile che porta al rifugio S.E.C., in leggera discesa, fino a incontrare sulla sinistra nuove indicazioni per S. Miro e Rai. Saliamo dunque e in un attimo arriviamo alla bocchetta. Qui i cartelli sono fin troppi e possono confondere: senza guardarli, basta prendere il sentiero in salita verso destra e ben presto si raggiunge la cima erbosa del monte Rai (1259 m).
Finalmente posso godermi la mia parte preferita dei monti lariani: la facile e divertente discesa lungo l’ampia cresta del Rai verso il S.E.C. e il monte Cornizzolo, ben visibile verso destra (a sinistra, con lo sfondo del Resegone, c’è invece il selvaggio Corno Birone, che oggi però ho deciso di saltare).
Alla fine della discesa si riprende per un breve tratto la strada che proviene dal Sasso di Malascarpa, si arriva alla cappelletta e al rifugio e, da qui, si sale alla croce del Cornizzolo (1241 m). Da qui la vista è davvero a trecentosessanta gradi e nelle giornate limpide spazia fino al monte Rosa.
La cimetta che si intravede oltre il Cornizzolo è il monte Pesora, ed è lì che mi dirigo per concludere il giro in bellezza: dopo una ripida discesa arrivo a una sella, con un tratto semipianeggiante e poi l’ultima salitella della giornata. Dal Pesora, infatti, è tutto in discesa.
Il sentiero scende, sempre seguendo la linea della cresta, fino a incontrare la strada asfaltata che porta a Eupilio. Si possono tagliare alcuni tornanti con ulteriori tratti di sentiero, cosa che io ho fatto fino a quando sono rientrata nel mare di nebbia che ancora ricopriva la pianura: da lì in avanti, per non sbagliare, ho seguito la strada.
Passando per l’alpe Carella e tra un enorme gregge di capre, ho percorso in fretta gli ultimi chilometri e raggiunto l’auto strategicamente posteggiata alla fine della discesa!
Trail per un giorno di pioggia (22,5 km – 1200 m D+)
3 Maggio 2021 by marta • Lario Tags: alpe carella, civate, cornizzolo, corsa in montagna, lario, madonna della neve, percorso, rai, rifugio sec, salita cornizzolo, san tomaso, strada, trail running, triangolo lariano, valle dell'oro, valmadrera • 0 Comments
Un percorso per metà su strada e per metà su sentiero facile, adatto anche alle condizioni meteo più inclementi.
Civate – Località Pozzo – Suello – Cesana Brianza – Santuario Madonna della Neve – Alpe Carella – Rifugio SEC – Monte Rai (1259 m) – Bocchetta di San Miro – San Tomaso – Valmadrera – Civate
Periodo: Maggio 2021
Partenza: Civate, centro sportivo Baselone
Distanza: 22,5 km
Dislivello: 1200 m
Acqua: fontana all’alpe Carella, sul sentiero 1 verso San Tomaso e sulla mulattiera per Valmadrera
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Il cielo minaccia pioggia, un nuvolone nero avvolge il Cornizzolo, ma è pur sempre il primo maggio e a casa non si rimane! Cercando di stare il più possibile su strada e il meno possibile in quota, con Meme abbiamo messo insieme questo percorso facile e veloce, ma allenante.
Partiamo dal centro sportivo Baselone a Civate e risaliamo la valle dell’Oro prendendo l’omonima via in salita verso sinistra. Poco meno di un chilometro di strada e troveremo sulla sinistra il sentiero n. 10 per San Pietro. Si segue questo sentiero fino alla fontanella, poi, anziché salire verso San Pietro, si svolta a sinistra proseguendo lungo la mulattiera in discesa.
Passiamo per la Località Pozzo e continuiamo a seguire il nostro facile sentiero in leggera discesa fino a Suello. Si prosegue poi in leggera salita lungo la strada asfaltata, superando Suello e arrivando a Cesana Brianza. Passiamo a destra del piccolo parco del Roccolo e da qui ricomincia lo sterrato. Sempre dritto, ora su sentiero, fino al santuario Madonna della Neve.
Senza superare il santuario, bisogna prendere il sentiero un po’ nascosto che sale verso destra, seguendo le indicazioni per il Cornizzolo. Si sale per poco lungo una strada sterrata e, al tornante, si prende il sentiero che prosegue dritto nel bosco. Basta ora continuare lungo questo sentiero fino a incrociare la strada a tornanti che da Eupilio sale verso il Cornizzolo e seguirla fino al rifugio SEC (1050 m).
Dal rifugio si continua lungo la strada in direzione del monte Rai. Sulla destra si stacca il sentierino che porta in vetta (1259 m): lo seguiamo fino a raggiungere la piccola croce e, poco più in basso, la madonnina che domina la valle immersa nella nebbia. Il monte Rai è un panettone erboso che non presenta alcun rischio, anche nelle condizioni meteo peggiori!
Dalla croce svoltiamo tutto a sinistra e scendiamo fino alla bocchetta di San Miro, alla base del Rai. Da qui si prende il sentiero in discesa verso destra, molto fangoso ma privo di altre difficoltà. Perdiamo quota fino a Cascina Rotta (1091 m) e continuiamo a scendere lungo il sentiero 1 per San Tomaso.
A un nuovo crocevia si prenderà il sentiero 5, sempre seguendo le indicazioni per San Tomaso. Una volta a San Tomaso, si continua lungo la facile mulattiera che scende verso Valmadrera.
La mulattiera ci porta alla frazione Belvedere, da dove si prende la strada in discesa fino a Valmadrera. Da qui mancano solo un paio di chilometri in piano: seguendo la traccia gpx per vicoli e stradine si arriva ben presto alla macchina.