Finalmente, dopo quasi due anni di assenza, sono tornata a fare un salutino alla mia amata Val Masino! Questa volta insieme a Lucia, che sul sentiero Roma si muove come un milanese in circonvallazione. Il terreno tecnico è tanto il suo punto forte quanto il mio punto debole, per cui raggiungiamo un compromesso: salita alla Gianetti e discesa dalla Omio ciascuna al proprio passo, mentre insieme faremo il Barbacan, la parte più tosta e divertente del giro – anche perché lassù, tanto per i tapascioni quanto per i top runner, è poco raccomandabile avventurarsi da soli.
Parcheggiamo alle sette di domenica mattina ai Bagni di Masino: troviamo solo un paio di altre macchine, mentre più tardi si prevede il pienone. Partiamo di corsa per un primo, breve tratto in piano, e in un attimo siamo al bivio Omio-Giannetti. Prendiamo il sentiero di destra per il rifugio Gianetti, dato a 3 ore e mezza di cammino, e da qui Lucia parte a tutto gas. Io con calma supero le roccette chiamate “Termopili” e procedo nel bosco su facile sentiero, con una salita per il momento abbastanza morbida.
Uscendo dal bosco mi trovo ad attraversare ruscelli e torrentelli in piena. Fate attenzione ai lastroni di granito: da asciutti tengono benissimo, ma bagnati possono diventare molto scivolosi. La vista si apre sulla spettacolare corona di cime della val Masino, da dove l’acqua scende a cascate.
Dopo un tratto pianeggiante e un po’ fangoso lungo il torrente, la salita diventa più impegnativa e il sentiero si perde un po’ tra l’erba alta e il granito. Nonostante i bolli, sono riuscita a sbagliare strada in un paio di punti, inducendo all’errore anche un simpatico signore con cui ho fatto l’ultimo tratto fino alla Gianetti. Niente di grave comunque, sia io sia il signore siamo arrivati tutti interi al rifugio dove abbiamo trovato Lucia pazientemente in attesa da mezz’ora. Il rifugio è ancora chiuso (apertura prevista per il 13/06/2022).
Il cielo è piuttosto cupo, ma decidiamo di fidarci del radar di Meteo Swiss che non dà rovesci in mattinata. Salutiamo dunque il simpatico signore e imbocchiamo il sentiero Roma verso il passo Barbacan, seguendo le indicazioni per il rifugio Omio.
Prima della salita ci aspetta un tratto pianeggiante dove, arrancando, cerco di tenere il passo con Lucia che ovviamente è partita di corsa. I ricordi vanno indietro di un paio d’anni, quando con Samu e Meme provammo il giro del Kima: questo tratto verso il Barbacan, l’ultimo dei sette passi del Kima, era sembrato infinito. Certo farlo con le energie ancora fresche, dopo neanche un paio d’ore che si è in giro, è tutta un’altra cosa.
Troviamo solo qualche lingua di neve, facilmente superabile: una situazione davvero inusuale per inizio giugno. Viste le difficoltà del sentiero Roma, è sempre meglio accertarsi della praticabilità dei passi chiamando uno dei rifugi, almeno a inizio stagione.
Aiutandoci con le catene, ci arrampichiamo per roccette e ben presto raggiungiamo il passo, a poco meno di 2600 m. Ah, non l’ho detto prima perché di solito il sentiero Roma è preceduto dalla sua fama, ma ovviamente si tratta di un percorso non adatto a runner o escursionisti poco esperti. L’ambiente è spettacolare, ma severo e selvaggio.
Dal passo al rifugio Omio per me è un’agonia. La discesa è infatti un concentrato di pendenze ripidissime, sassi sdrucciolevoli, erba bagnata, fango, acqua che scorre a fiumi su quello che dovrebbe essere il sentiero, buche nascoste dall’erba, bolli sbiaditi e poco visibili. Una trappola mortale, in poche parole. Ne ero consapevole, ma anche questa volta ci resto male. Lucia, invece, in quattro salti è già alla Omio.
La Omio, a differenza della Gianetti, è già aperta e un buon numero di escursionisti sta salendo da quella che sarà la nostra via di discesa per Bagni di Masino. Lucia deve ottimizzare l’allenamento in vista del Kima 2022 e decide quindi di correre a manetta fino a San Martino, dove la recupererò in auto. Io a questo punto smetto di stressarmi e mi limito a corricchiare, cercando solo di mantenere l’equilibrio nel fango.
Man mano che perdo quota, la situazione fango migliora sensibilmente – non al punto da arrivare alla macchina con i piedi asciutti, ma almeno da restare in equilibrio. Rientrando nel bosco, il sentiero diventa più corribile, e ben presto mi ritrovo al bivio Gianetti-Omio incontrato alla partenza. Da qui al parcheggio è un attimo!
Gianetti – Omio (15,5 km – 1550 m D+)
6 Giugno 2022 by marta • Valtellina Tags: bagni di masino, corsa in montagna, kima, passo barbacan, rifugio giannetti, rifugio omio, skymarathon, skyrunning, trail running, val masino, valtellina • 0 Comments
Da Bagni di Masino al rifugio Gianetti (2534 m), sentiero Roma per il passo Barbacan (2570 m) e discesa dal rifugio Omio.
Periodo: Giugno 2022
Partenza: Bagni di Masino (1172 m)
Distanza: 15,5 km
Dislivello: 1550 m
Acqua: ruscelli lungo il percorso
GPX (clic dx, salva link con nome)
Finalmente, dopo quasi due anni di assenza, sono tornata a fare un salutino alla mia amata Val Masino! Questa volta insieme a Lucia, che sul sentiero Roma si muove come un milanese in circonvallazione. Il terreno tecnico è tanto il suo punto forte quanto il mio punto debole, per cui raggiungiamo un compromesso: salita alla Gianetti e discesa dalla Omio ciascuna al proprio passo, mentre insieme faremo il Barbacan, la parte più tosta e divertente del giro – anche perché lassù, tanto per i tapascioni quanto per i top runner, è poco raccomandabile avventurarsi da soli.
Parcheggiamo alle sette di domenica mattina ai Bagni di Masino: troviamo solo un paio di altre macchine, mentre più tardi si prevede il pienone. Partiamo di corsa per un primo, breve tratto in piano, e in un attimo siamo al bivio Omio-Giannetti. Prendiamo il sentiero di destra per il rifugio Gianetti, dato a 3 ore e mezza di cammino, e da qui Lucia parte a tutto gas. Io con calma supero le roccette chiamate “Termopili” e procedo nel bosco su facile sentiero, con una salita per il momento abbastanza morbida.
Uscendo dal bosco mi trovo ad attraversare ruscelli e torrentelli in piena. Fate attenzione ai lastroni di granito: da asciutti tengono benissimo, ma bagnati possono diventare molto scivolosi. La vista si apre sulla spettacolare corona di cime della val Masino, da dove l’acqua scende a cascate.
Dopo un tratto pianeggiante e un po’ fangoso lungo il torrente, la salita diventa più impegnativa e il sentiero si perde un po’ tra l’erba alta e il granito. Nonostante i bolli, sono riuscita a sbagliare strada in un paio di punti, inducendo all’errore anche un simpatico signore con cui ho fatto l’ultimo tratto fino alla Gianetti. Niente di grave comunque, sia io sia il signore siamo arrivati tutti interi al rifugio dove abbiamo trovato Lucia pazientemente in attesa da mezz’ora. Il rifugio è ancora chiuso (apertura prevista per il 13/06/2022).
Il cielo è piuttosto cupo, ma decidiamo di fidarci del radar di Meteo Swiss che non dà rovesci in mattinata. Salutiamo dunque il simpatico signore e imbocchiamo il sentiero Roma verso il passo Barbacan, seguendo le indicazioni per il rifugio Omio.
Prima della salita ci aspetta un tratto pianeggiante dove, arrancando, cerco di tenere il passo con Lucia che ovviamente è partita di corsa. I ricordi vanno indietro di un paio d’anni, quando con Samu e Meme provammo il giro del Kima: questo tratto verso il Barbacan, l’ultimo dei sette passi del Kima, era sembrato infinito. Certo farlo con le energie ancora fresche, dopo neanche un paio d’ore che si è in giro, è tutta un’altra cosa.
Troviamo solo qualche lingua di neve, facilmente superabile: una situazione davvero inusuale per inizio giugno. Viste le difficoltà del sentiero Roma, è sempre meglio accertarsi della praticabilità dei passi chiamando uno dei rifugi, almeno a inizio stagione.
Aiutandoci con le catene, ci arrampichiamo per roccette e ben presto raggiungiamo il passo, a poco meno di 2600 m. Ah, non l’ho detto prima perché di solito il sentiero Roma è preceduto dalla sua fama, ma ovviamente si tratta di un percorso non adatto a runner o escursionisti poco esperti. L’ambiente è spettacolare, ma severo e selvaggio.
Dal passo al rifugio Omio per me è un’agonia. La discesa è infatti un concentrato di pendenze ripidissime, sassi sdrucciolevoli, erba bagnata, fango, acqua che scorre a fiumi su quello che dovrebbe essere il sentiero, buche nascoste dall’erba, bolli sbiaditi e poco visibili. Una trappola mortale, in poche parole. Ne ero consapevole, ma anche questa volta ci resto male. Lucia, invece, in quattro salti è già alla Omio.
La Omio, a differenza della Gianetti, è già aperta e un buon numero di escursionisti sta salendo da quella che sarà la nostra via di discesa per Bagni di Masino. Lucia deve ottimizzare l’allenamento in vista del Kima 2022 e decide quindi di correre a manetta fino a San Martino, dove la recupererò in auto. Io a questo punto smetto di stressarmi e mi limito a corricchiare, cercando solo di mantenere l’equilibrio nel fango.
Man mano che perdo quota, la situazione fango migliora sensibilmente – non al punto da arrivare alla macchina con i piedi asciutti, ma almeno da restare in equilibrio. Rientrando nel bosco, il sentiero diventa più corribile, e ben presto mi ritrovo al bivio Gianetti-Omio incontrato alla partenza. Da qui al parcheggio è un attimo!