Voleva essere un giro più lungo, ma anche così ne è uscito un bel percorso. Con Meme siamo partiti nel primo pomeriggio e siamo arrivati con il buio, godendoci la parte più bella del giro – le creste del Moregallo – con la luce calda del tramonto.
La partenza è da Civate, via Cerscera. Da qui si prende la scalinata in salita tra le case e si seguono i cartelli per San Pietro fino alla località Pozzo. Alla fine di via del Pozzo, dove normalmente si svolta a destra per andare verso San Pietro e il Cornizzolo, abbiamo preso il sentiero a sinistra per Suello.
Questo sentiero è stato una super scoperta: grazioso e panoramico, in un paio di chilometri di leggera discesa ci ha portato a Suello, dove comincia la direttissima per il Cornizzolo. Ignorando anche questo percorso arcinoto, abbiamo proseguito, ora in leggera salita, lungo la strada che porta a Cesana Brianza e al parco del Roccolo. Si costeggia questo piccolo parco continuando a salire, ora su sterrato, fino al santuario Madonna della neve (440 m), da cui si apre un bello scorcio sul lago di Pusiano.
Senza superare il santuario, bisogna prendere il sentiero un po’ nascosto che sale verso destra, seguendo le indicazioni per il Cornizzolo.
Si sale per poco lungo una strada sterrata e, al tornante, si prende il sentiero non indicato che prosegue dritto nel bosco. Basta ora continuare lungo questo sentiero fino a incrociare la strada a tornanti che da Eupilio sale verso il Cornizzolo, e proseguire lungo questa strada in salita fino al punto in cui, sulla sinistra, si trovano le indicazioni per il cosiddetto Senterùn.
Questo sentiero, facile e bene indicato, alterna tratti in piano a qualche salitella, per poi scendere a tutta verso Canzo. Qui si prende la strada verso destra che in breve porta alla fonte di Gajum, primo importante punto acqua del giro. Attenzione, la fonte è un po’ nascosta dietro il parcheggio.
Superata la fonte, si prende la mulattiera in salita verso sinistra seguendo le indicazioni per Prim’alpe (725 m). Anche qui troveremo una bella fonte di acqua fresca.
Si continua brevemente lungo la mulattiera verso Second’alpe e Terz’alpe, ma ben presto si raggiunge un bivio. Si abbandona qui la mulattiera per prendere il sentiero n. 5 in direzione rifugio SEV ai Corni.
Il sentiero ci fa guadagnare un po’ di quota, per poi proseguire con lunghi tratti in piano alternati a salitelle non troppo faticose. Poco prima di arrivare al SEV si incontra una sorgente, ultimo punto acqua per parecchio tempo.
Davanti al rifugio SEV (1276 m) abbiamo trovato ancora della neve, nonostante la primavera inoltrata. Sulla destra si stagliano i Corni di Canzo, mentre a sinistra la vista può spaziare fino al lago di Como. Dal rifugio siamo scesi verso sinistra nel prato innevato, dove si trovano diverse indicazioni: abbiamo seguito quelle per il sentiero n. 6 verso il Moregallo.
Sui cartelli la difficoltà non è indicata, ma il sentiero delle creste non è proprio escursionistico: lo definirei un EE, per escursionisti esperti, sebbene non sia difficile. Chi non se la sentisse può sempre tagliare il giro prendendo il facile sentiero n. 4 per San Tomaso, ma tenete conto che in questo modo ci si perde la parte migliore del giro!
Dopo un tratto in leggera discesa nel bosco, riprendiamo a salire e ben presto ci ritroviamo fuori dalla vegetazione, in un ambiente che diventa sempre più selvaggio.
Si rimane sempre sul filo di cresta, anche se volendo c’è un sentiero – non so se e quanto più semplice – che passa poco più in basso. Bisogna prestare attenzione in alcuni punti sdrucciolevoli: anche se l’esposizione non è mai eccessiva, qua e là si aprono degli strapiombi notevoli! La vista, in compenso, è spettacolare.
Dopo qualche saliscendi, si arriva a un ultimo tratto di ripida salita in un canalino attrezzato con qualche catena: niente di difficile, ma dal mio punto di vista sufficiente a classificare il sentiero come EE.
Superato questo tratto, sbuchiamo sull’ampia cima erbosa del Moregallo (1276 m), che soprattutto all’ora del tramonto rimane per me la montagna più bella del triangolo lariano.
Si superano la madonnina e la croce di vetta, proseguendo lungo il sentiero in discesa fino alla bocchetta di Sambrosera (1192 m). Da qui si prosegue dritto in direzione Valmadrera via Preguda. Se invece si volesse tagliare il giro, basta prendere il sentiero in discesa verso destra che porta direttamente alla fonte di Sambrosera, senza passare dal Sasso di Preguda. Entrambi i sentieri sono ripidi e sdrucciolevoli, ma non particolarmente difficili.
A un nuovo bivio prendiamo a sinistra in direzione Preguda, mentre il buio incipiente mette fretta a Meme, che voglioso di arrivare a destinazione prende il primo sasso che trova per il Sasso di Preguda. Quando finalmente ci arriveremo, si scoprirà che il Sasso di Preguda è davvero inconfondibile.
Si svolta ora tutto a destra seguendo le indicazioni per Sambrosera. Il sentiero è lungo traverso, panoramico e più o meno pianeggiante; in alcuni tratti è un po’ esposto – sconsigliato con neve e ghiaccio.
Arriviamo infine alla fonte di Sambrosera, crocevia di sentieri per il Moregallo. Da qui saremmo dovuti risalire verso il Cornizzolo, ma Meme ormai pensava solo alla sua pasta alla nduja e così abbiamo deciso di rientrare dalla via più breve. Abbiamo quindi preso il sentiero n. 5 in discesa verso Valmadrera, arrivando ben presto alla strada carrozzabile per San Tomaso, dove una fontanella ci ha permesso un ultimo rifornimento d’acqua.
Abbiamo poi seguito la carrozzabile in discesa fino a Frazione Belvedere e da qui la strada per Valmadrera, affidandoci infine a google maps per i 5 km rimasti da qui a Civate.
Verso il Moregallo e oltre (27,5 km – 1750 m D+)
30 Marzo 2021 by marta • Lario Tags: anello, canzo, civate, corni di canzo, cornizzolo, corsa in montagna, creste, gajum, madonna della neve, Moregallo, percorso, preguda, rifugio SEV, sambrosera, sasso, senterun, trail running, triangolo lariano, valmadrera • 2 Comments
Percorso ad anello da Civate: santuario Madonna della neve, Canzo, rifugio SEV ai piedi dei Corni, creste del Moregallo (EE), sasso di Preguda.
Periodo: Marzo 2021
Partenza: Civate, via Cerscera
Distanza: 27,5 km
Dislivello: 1750 m
Acqua: fonte di Gajum, Prim’alpe, sorgente sul sentiero 5, fonte di Sambrosera, Valmadrera
GPX (clic dx, salva link con nome)
Voleva essere un giro più lungo, ma anche così ne è uscito un bel percorso. Con Meme siamo partiti nel primo pomeriggio e siamo arrivati con il buio, godendoci la parte più bella del giro – le creste del Moregallo – con la luce calda del tramonto.
La partenza è da Civate, via Cerscera. Da qui si prende la scalinata in salita tra le case e si seguono i cartelli per San Pietro fino alla località Pozzo. Alla fine di via del Pozzo, dove normalmente si svolta a destra per andare verso San Pietro e il Cornizzolo, abbiamo preso il sentiero a sinistra per Suello.
Questo sentiero è stato una super scoperta: grazioso e panoramico, in un paio di chilometri di leggera discesa ci ha portato a Suello, dove comincia la direttissima per il Cornizzolo. Ignorando anche questo percorso arcinoto, abbiamo proseguito, ora in leggera salita, lungo la strada che porta a Cesana Brianza e al parco del Roccolo. Si costeggia questo piccolo parco continuando a salire, ora su sterrato, fino al santuario Madonna della neve (440 m), da cui si apre un bello scorcio sul lago di Pusiano.
Senza superare il santuario, bisogna prendere il sentiero un po’ nascosto che sale verso destra, seguendo le indicazioni per il Cornizzolo.
Si sale per poco lungo una strada sterrata e, al tornante, si prende il sentiero non indicato che prosegue dritto nel bosco. Basta ora continuare lungo questo sentiero fino a incrociare la strada a tornanti che da Eupilio sale verso il Cornizzolo, e proseguire lungo questa strada in salita fino al punto in cui, sulla sinistra, si trovano le indicazioni per il cosiddetto Senterùn.
Questo sentiero, facile e bene indicato, alterna tratti in piano a qualche salitella, per poi scendere a tutta verso Canzo. Qui si prende la strada verso destra che in breve porta alla fonte di Gajum, primo importante punto acqua del giro. Attenzione, la fonte è un po’ nascosta dietro il parcheggio.
Superata la fonte, si prende la mulattiera in salita verso sinistra seguendo le indicazioni per Prim’alpe (725 m). Anche qui troveremo una bella fonte di acqua fresca.
Si continua brevemente lungo la mulattiera verso Second’alpe e Terz’alpe, ma ben presto si raggiunge un bivio. Si abbandona qui la mulattiera per prendere il sentiero n. 5 in direzione rifugio SEV ai Corni.
Il sentiero ci fa guadagnare un po’ di quota, per poi proseguire con lunghi tratti in piano alternati a salitelle non troppo faticose. Poco prima di arrivare al SEV si incontra una sorgente, ultimo punto acqua per parecchio tempo.
Davanti al rifugio SEV (1276 m) abbiamo trovato ancora della neve, nonostante la primavera inoltrata. Sulla destra si stagliano i Corni di Canzo, mentre a sinistra la vista può spaziare fino al lago di Como. Dal rifugio siamo scesi verso sinistra nel prato innevato, dove si trovano diverse indicazioni: abbiamo seguito quelle per il sentiero n. 6 verso il Moregallo.
Sui cartelli la difficoltà non è indicata, ma il sentiero delle creste non è proprio escursionistico: lo definirei un EE, per escursionisti esperti, sebbene non sia difficile. Chi non se la sentisse può sempre tagliare il giro prendendo il facile sentiero n. 4 per San Tomaso, ma tenete conto che in questo modo ci si perde la parte migliore del giro!
Dopo un tratto in leggera discesa nel bosco, riprendiamo a salire e ben presto ci ritroviamo fuori dalla vegetazione, in un ambiente che diventa sempre più selvaggio.
Si rimane sempre sul filo di cresta, anche se volendo c’è un sentiero – non so se e quanto più semplice – che passa poco più in basso. Bisogna prestare attenzione in alcuni punti sdrucciolevoli: anche se l’esposizione non è mai eccessiva, qua e là si aprono degli strapiombi notevoli! La vista, in compenso, è spettacolare.
Dopo qualche saliscendi, si arriva a un ultimo tratto di ripida salita in un canalino attrezzato con qualche catena: niente di difficile, ma dal mio punto di vista sufficiente a classificare il sentiero come EE.
Superato questo tratto, sbuchiamo sull’ampia cima erbosa del Moregallo (1276 m), che soprattutto all’ora del tramonto rimane per me la montagna più bella del triangolo lariano.
Si superano la madonnina e la croce di vetta, proseguendo lungo il sentiero in discesa fino alla bocchetta di Sambrosera (1192 m). Da qui si prosegue dritto in direzione Valmadrera via Preguda. Se invece si volesse tagliare il giro, basta prendere il sentiero in discesa verso destra che porta direttamente alla fonte di Sambrosera, senza passare dal Sasso di Preguda. Entrambi i sentieri sono ripidi e sdrucciolevoli, ma non particolarmente difficili.
A un nuovo bivio prendiamo a sinistra in direzione Preguda, mentre il buio incipiente mette fretta a Meme, che voglioso di arrivare a destinazione prende il primo sasso che trova per il Sasso di Preguda. Quando finalmente ci arriveremo, si scoprirà che il Sasso di Preguda è davvero inconfondibile.
Si svolta ora tutto a destra seguendo le indicazioni per Sambrosera. Il sentiero è lungo traverso, panoramico e più o meno pianeggiante; in alcuni tratti è un po’ esposto – sconsigliato con neve e ghiaccio.
Arriviamo infine alla fonte di Sambrosera, crocevia di sentieri per il Moregallo. Da qui saremmo dovuti risalire verso il Cornizzolo, ma Meme ormai pensava solo alla sua pasta alla nduja e così abbiamo deciso di rientrare dalla via più breve. Abbiamo quindi preso il sentiero n. 5 in discesa verso Valmadrera, arrivando ben presto alla strada carrozzabile per San Tomaso, dove una fontanella ci ha permesso un ultimo rifornimento d’acqua.
Abbiamo poi seguito la carrozzabile in discesa fino a Frazione Belvedere e da qui la strada per Valmadrera, affidandoci infine a google maps per i 5 km rimasti da qui a Civate.