Nel parco del Gran Sasso (26,5 km – 775 m D+)

Facile percorso trail da Calascio alla spettacolare Rocca Calascio, uno dei luoghi simbolo dell’Abruzzo, e da qui verso Campo Imperatore, al cospetto del Gran Sasso.
Periodo: Dicembre 2022
Partenza: Calascio (AQ), 1210 m
Distanza: 26,5 km
Dislivello: 775 m
Acqua: trovato alcune fontane, ma chiuse.
GPX (clic dx, salva link con nome)
Nel parco del Gran Sasso (26,5 km – 775 m D+)

Dopo mesi di allenamenti machiavellici su strada e piccoli infortuni, posso finalmente concedermi qualche trail in compagnia e opto per un viaggetto con Tony nel cuore del selvaggio Abruzzo. Lo so, il parco nazionale del Gran Sasso non è esattamente “a due passi da Milano”, ma si tratta di un posto davvero fantastico per noi amanti della corsa in montagna.

Spazi sconfinati al cospetto del Gran Sasso.

Studiando le mappe di Strava, mi invento un percorso a bassa quota, tra 1000 e 1600 m, per vedere il Gran Sasso innevato senza rischiare di finire su sentieri alpinistici. Saliamo in auto fino a Calascio, graziosissimo borgo a 1200 m di quota, facilmente raggiungibile da una bella strada a tornanti che farebbe gola a qualsiasi ciclista. Da qui, seguendo indicazioni e bolli, prendiamo il sentiero per Rocca Calascio, il punto più caratteristico di tutto il giro.

Rocca Calascio.

Questo antico castello, mezzo diroccato ma ancora affascinante, è famoso per essere stato il set di Lady Hawke e anche, ci dicono i locals, di altri film più recenti. Dalla rocca il nostro percorso prosegue in discesa verso la meno antica ma comunque graziosa chiesa di Santa Maria, poi ancora oltre, verso lo sfondo di montagne innevate che si staglia davanti a noi.

Da qui in avanti non ci sono più indicazioni, bisogna affidarsi alle tracce gpx. Corriamo comunque per tutto il tempo su strade sterrate o asfaltate o, al massimo, per facili sentieri: posti che definire poco battuti è un eufemismo, ma noi runner un po’ misantropi non potremmo chiedere di meglio.

La strada sterrata che stiamo seguendo ci porta alla strada asfaltata per Campo Imperatore, che erroneamente imbocchiamo verso sinistra, in discesa: la cosa migliore sarebbe prenderla nella direzione opposta, cioè appunto verso Campo Imperatore. Dopo qualche tornante in discesa prendiamo un sentiero poco battuto e risaliamo verso la strada, che imbocchiamo ora nel senso giusto. La salita è lunga e noiosa, ma con una vista spettacolare, proprio come piace a me. Tony però ha scarpe poco adatte all’asfalto e anche il mio neuroma di Morton dopo qualche chilometro comincia a fare i capricci. Decidiamo allora di improvvisare e prendiamo una specie di sentiero in discesa da un tornante della strada.

Ci lanciamo per sentieri ignoti.

In alcuni punti la traccia è più evidente, in altri andiamo un po’ a caso, ma sono tutti sentieri facilissimi e non corriamo nessun rischio anche correndo off-road. L’unica forma di vita che incontriamo è un branco di cavalli, per il resto siamo solo noi in mezzo a spazi sconfinati.

A Campo Imperatore non arriviamo, alla fine. Seguiamo tracce di sentiero lungo il crinale delle colline e troviamo una stradina sterrata che sembra tornare in direzione Calascio.

Invitante stradina sterrata in direzione Calascio.

Una bella e facile discesa, che con i piedi in altre condizioni ci mangeremmo, ci porta a quello che in estate deve essere un alpeggio: una baita e una fontana (chiusa) sono le prime tracce umane che incontriamo da molto tempo. Al bivio teniamo la sinistra, per evitare di tornare verso la strada asfaltata di prima, e continuiamo a perdere quota fino a riemergere su un’altra strada, quella che collega Calascio con Castel del Monte. Dopo qualche verifica sulle mappe di Google, seguiamo questa strada – ahimè, leggermente in salita – fino a tornare alla macchina. Involontariamente abbiamo parcheggiato vicino a una trattoria e quando arriviamo è giusto ora di pranzo: la degna conclusione di questo giro non può essere che un vaso di arrosticini fumanti!