Collinare facile nel parco del Curone (30 km – 1100 m D+)
In cerca di idee per macinare chilometri senza allontanarvi troppo da Milano? Questo giro è facile e tutto corribile, adatto anche alle mountain bike. Scaricate la traccia gpx per non impazzire a ogni incrocio!
Periodo: Marzo 2021
Partenza: Bevera di Sirtori
Distanza: 30 km
Dislivello: 1100 m
Acqua: fontana prima di San Genesio, a Mondonico e a Montevecchia
GPX (clic dx, salva link con nome)
La primavera si avvicina e, mentre i pro si preparano per le gare, io comincio a programmare nuovi percorsi ad anello per l’estate: un giro più epico dell’altro, alte vie, concatenamenti tra rifugi, passi a tremila metri… quale motivazione migliore per iniziare seriamente a mettere chilometri nelle gambe?
In attesa che la neve si sciolga e finisca il lockdown, vi propongo allora questo giro nel parco del Curone, che può tornare utile a chiunque si stia preparando per una gara lunga, maratona o trail che sia. Si tratta di un percorso tutto corribile, equamente diviso tra asfalto, sterrato e sentiero facile, fattibile anche in mountain bike. In effetti, per quasi tutte le salite sono stata accompagnata da simpatici ciclisti, che poi regolarmente perdevo alla prima discesa.
La partenza è da Bevera di Sirtori, all’altezza del bar Aurora, dove si può parcheggiare. Alla rotonda si svolta a sinistra verso Bevera di Barzago e poco dopo si prende a destra via Don Gaffuri, in leggera discesa. All’incrocio con via Valmara si svolta a destra e si prosegue in discesa per andare a prendere il sentiero sulla destra. (Memorizzare tutti gli incroci, in ogni caso, è impossibile: questo giro si può fare solo con la traccia gpx sull’orologio).
Questo sentiero ci porta alla frazione di Cologna, che attraversiamo seguendo la strada che sale in direzione Colle Brianza; svoltiamo poi tutto a destra, sempre in leggera salita, seguendo le indicazioni per Runcasc. Tra le due mulattiere bisogna prendere quella più alta.
All’incrocio svoltiamo tutto a sinistra, in direzione Runcasc, e proseguiamo su questa mulattiera fino a Piecastello. Attraversiamo il paese e alla rotonda prendiamo la seconda strada a sinistra, via Europa, che va percorsa per circa 3 km, tutti in salita, passando per Giovenzana e arrivando infine a Cagliano. Per un attimo si può tirare il fiato attraversando il paese in piano, ma subito si incontrano le indicazioni per San Genesio e si riprende a salire.
La strada diventa sterrata e al posto delle bici da corsa compaiono le mountain bike. Una provvidenziale fontanella permette un rifornimento di acqua freschissima prima dell’ultimo tratto di salita.
Al ristoro alpino in cima al monte di San Genesio (877 m) c’è sempre una folla di escursionisti e ciclisti, per cui mi fermo giusto il tempo di una foto e riparto subito per la parte più gustosa del giro: la discesa verso Mondonico. Dal ristoro alpino si scende verso la chiesa bianca e si segue il perimetro delle mura lungo il sentiero n. 1, sempre bene indicato.
Dopo neanche un chilometro il sentiero svolta tutto a destra e per Mondonico ci sono due varianti: a sinistra quella consigliata per le bici, mentre io che sono a piedi svolto a destra e, dopo un breve tratto di strada, continuo in facile discesa lungo il sentiero n. 1.
A Mondonico conviene fare di nuovo rifornimento d’acqua: c’è una fontanella all’inizio di via della Molgoretta. Si prosegue in piano per diversi chilometri, piuttosto noiosi a dire il vero, passando per Tre Strade, Monticello, Casternago. Poco prima di Roncaglia, si supera il torrente Molgora e si prende verso destra via Pianezzo, in direzione Montevecchia che si vede ora dritto davanti a noi. A Pianezzo si svolta a destra e, poco dopo, troveremo il sentiero n. 7 sulla sinistra. Bye bye asfalto!
Si segue questo sentiero fino a incrociare il cosiddetto sentiero dei guadi, particolarmente amato dai mountain-biker, che segue il corso del torrente Curone. Proseguiamo per duecento metri con il torrente sulla destra e prendiamo poi il sentiero n. 11 che svolta a destra, attraversa il torrente e sale verso Montevecchia.
Alla fine del sentiero ci troviamo nella località Belsedere (sic!) e proseguiamo lungo la strada in leggera salita, continuando sempre a salire verso il santuario di Montevecchia.
Il giro non è completo se non si percorre tutta la scalinata fino alla chiesa!
Dopo quest’ultima fatica, possiamo rilassarci e scendere a goderci la terrazza panoramica, da cui la vista spazia per tutta la Brianza fino a Milano. Troveremo qui una fontana e anche un bar: meglio riempire la borraccia, non ci sono altri punti acqua da qui alla macchina.
Lasciamo ora il centro di Montevecchia prendendo il vicolo sulla destra che ci riporta sulla strada principale. Scendiamo nel parcheggio e cerchiamo le indicazioni per il sentiero n. 2, in direzione Ca’ Soldato.
Questo sentiero, tutto in discesa, ci porta a una cascina in località Ca’ Soldato; teniamo la destra e seguiamo la mulattiera fino a raggiungere via Bagaggera, che imboccheremo verso destra. Dobbiamo ora risalire per andare a prendere quello che a mio parere è il sentiero più bello del parco del Curone, il sentiero dei cipressi.
Si prosegue rimanendo sempre alti lungo il profilo di queste belle colline, in un divertente e facile saliscendi, fino a incontrare di nuovo la strada asfaltata. Si imbocca la strada verso sinistra e la si segue per un breve tratto in leggera discesa, per poi prendere il cosiddetto sentiero dei sassi in discesa verso sinistra. Questo sentiero scende e poi risale, portandoci sulla via panoramica per Montevecchia.
Naturalmente non seguiremo le indicazioni per Montevecchia, ma quelle per Lissolo, che raggiungiamo dopo un ultimo tratto di blanda ma faticosa salita. Prendiamo ora il sentiero in discesa fino a Sirtori e, dopo la chiesa, svoltiamo tutto a destra.
Raggiunto il bivio nella foto, si prende via Resempiano e si prosegue sempre in leggera discesa, superando una zona industriale. All’incrocio si svolta a destra in via Lecco e in un attimo ci si ritrova a Bevera di Sirtori.
Sky del Canto (21 km – 1300 m D+)
30 Novembre 2021 by marta • Altro, Orobie Tags: bergamo, bosco, carvico, corsa in montagna, giro invernale, monte canto, percorso permanente, percorso trail, san giovanni, santa barbara, santuario, sentiero, sky del canto, sotto il monte, trail running • 0 Comments
Un bel giro a bassa quota, adatto alla stagione fredda, da Carvico lungo il percorso permanente della gara “Sky del Canto”.
Periodo: Novembre 2021
Partenza: Carvico, parcheggio via Predazzi
Distanza: 21 km
Dislivello: 1300 m
Acqua: utili le fontane al km 8,5 e 15,7
GPX (clic dx, salva link con nome)
Autunno inoltrato, meteo incerto e voglia di far girare le gambe: con Tony e Meme optiamo per il percorso permanente di una gara a cui Tony ha già partecipato due volte, la nota Sky del Canto. Il giro è segnato, ma conviene comunque utilizzare la traccia gpx per non perdersi tra i mille sentieri che si incrociano nei boschi.
La partenza è da Carvico, dove conviene parcheggiare in via Predazzi. Dal parcheggio si vedono subito le indicazioni per il monte Canto, che con i suoi 700 m rappresenta il punto più alto del giro. Si chiama “Sky”, ma io lo definirei piuttosto un bel percorso trail: i sentieri sono facili e corribili, anche se il fango può dare qualche problema, e il dislivello è ben distribuito su quattro salite. Tra queste, la più lunga e la più dura è senza dubbio l’ultima.
Partiamo lungo la strada, tenendo il campo di tiro a segno alla nostra destra, e cominciamo a seguire i cartelli della gara. Dopo un paio di chilometri di saliscendi, il percorso si inerpica e la strada diventa sentiero, fangoso per le recenti piogge. La prima salita ci porta alla croce grande del monte Canto, che però non rappresenta la “vera cima” di questa montagnetta, da cui si passerà solo alla fine del giro.
Superata la croce, ci troviamo a un crocevia di sentieri da cui il percorso di gara passa due volte: bisogna quindi prestare attenzione e prendere il sentiero in discesa verso sinistra, mentre il sentiero verso destra, anch’esso indicato da un cartellino “SKY”, è quello che prenderemo alla fine del giro per tornare a Carvico.
Dopo una divertente discesa di circa 2 km, svoltiamo tutto a destra e intraprendiamo la seconda salita, molto più breve delle altre tre, che ben presto ci porta alla chiesetta di Santa Barbara (667 m).
Si scende ora, prima su fangoso sentiero e poi su una mulattiera resa scivolosa da un manto di foglie bagnate. La mulattiera ci deposita sulla strada asfaltata all’altezza dell’abbazia di Sant’Egidio in Fontanella. Qui troviamo un’utilissima fontanella e un inquietante monumento a due gufi/monaci.
Proseguiamo in discesa lungo la strada fino a un piccolo cimitero. Da qui, seguendo le indicazioni, si riprende il sentiero, che dopo un breve saliscendi ricomincia a scendere. La discesa finisce poco prima del dodicesimo chilometro: si svolta tutto a destra lungo una stradina in cemento, che sale ripida fino alla rocca degli Alpini di Sotto il Monte.
La salita continua ora su facile sentiero, fino a raggiungere una strada carrozzabile a tornanti dove comincia la nostra terza discesa. Dopo qualche tornante si abbandona la strada per prendere un sentiero sulla sinistra: le indicazioni ci sono, ma noi non le abbiamo notate subito e abbiamo trovato utile, anche qui, la traccia gpx.
Questa terza discesa finisce poco prima del sedicesimo chilometro. Anche qui troviamo una chiesa e una fontanella, utile per rabboccare le borracce prima dell’ultima faticosa salita. Ci inoltriamo di nuovo nel bosco seguendo i soliti cartelli “SKY”, che a un certo punto però spariscono. A un crocevia di sentieri senza indicazioni bisogna tenere la sinistra, in leggera discesa, e poi prendere un ripido sentiero in salita sulla destra. Senza la traccia gpx in questo punto non ce la saremmo cavata!
Finalmente ricompaiono i cartelli, che ci accompagnano ormai senza possibilità d’errore fino alla “vera cima” del monte Canto (700 m), indicata da una piccola croce in legno. Superata la croce, torniamo verso il punto da cui siamo passati all’inizio del giro e svoltiamo questa volta dalla parte opposta.
Con la cima del monte Canto finisce la quarta e ultima salita del percorso di gara, ma non le difficoltà del percorso: la discesa è infatti più ripida rispetto alle precedenti, a tratti tecnica e scivolosa per il fango e le foglie. In breve però il sentiero ci porta fuori dal bosco e in vista del campo di tiro a segno da cui siamo passati all’andata. Da qui un brevissimo tratto su strada ci riporta al parcheggio.