Cornizzolo da Eupilio (16 km – 960 m D+)
Periodo: Maggio 2019
Partenza: Eupilio (383 m)
Distanza: 16 km
Dislivello: 960 m
Acqua: si trova a Canzo, Gajum e lungo la strada in discesa verso Eupilio.
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Il Cornizzolo, montagnetta di appena 1200 m, tra le prime che si incontrano arrivando da Milano, offre infinite possibilità di salita – ogni volta scopro un sentiero nuovo, un nuovo scorcio, un altro punto di vista.
Questo giro è facilissimo, richiede solo un paio d’ore ed è pensato per evitare il più possibile il fango, che dopo diversi giorni di pioggia può rappresentare un bel fastidio su questi sentieri.
Si parte da Eupilio, dove conviene lasciare l’auto in via Roma, alla base della strada in salita e vicino all’imbocco della pista ciclabile che percorre il perimetro del lago del Segrino. Ci scaldiamo le gambe con un chilometro e mezzo di ciclabile, che imbocchiamo in senso antiorario – ovviamente, per chi volesse aumentare la distanza, c’è sempre l’opzione di prenderla al contrario, percorrendo in questo caso circa 4 km prima dell’attacco del sentiero.
Correndo con il lago sulla sinistra, incontreremo sulla destra un sentiero con gradini di legno e indicazioni per Canzo. Lo seguiamo, dapprima in salita e poi con divertenti saliscendi nel bosco, fino appunto ad arrivare nel paesino di Canzo. Sbuchiamo su una strada in discesa, che percorriamo fino a un incrocio dove bisogna svoltare a destra, verso il centro. Continuiamo dritto fino alla piazza della chiesa, dove troviamo anche una fontana, incastonata nel muro che ci troviamo di fronte. Lasciandoci la chiesa sulla destra prendiamo la strada in salita verso la fonte di Gajum, bene indicata da cartelli marrone.
Arrivati alla fonte, ignoriamo la strada che sale verso sinistra e proseguiamo dritto. La strada, sempre in leggera salita, diventerà ben presto una mulattiera. Superiamo una sbarra e poco dopo troveremo sulla destra, molto ben indicato e facilmente riconoscibile, il sentiero n. 7 per il Cornizzolo. Ci sono anche altri sentieri senza indicazioni, ma questo è inconfondibile per i bolli e l’evidente cartello.
Il sentiero ci fa attraversare un torrentello e comincia poi a inerpicarsi lungo il versante nord-ovest del Cornizzolo. Inizialmente solo faticoso, il percorso diventa sempre più bello via via che si guadagna quota.
Si prosegue praticamente senza possibilità d’errore – a parte un bivio dove il sentiero spiana, e bisogna svoltare a destra lungo il percorso più evidente – fino a quando si esce dal bosco ritrovandosi nell’ampio pratone davanti al rifugio SEC.
A questo punto, a meno che il tempo sia davvero pessimo, vedremo a destra la croce di vetta del Cornizzolo. La raggiungiamo, seguendo il faticoso sentiero che ci porta a guadagnare velocemente i circa 100 metri che mancano, e poi è tutta discesa.
Lasciandosi la croce alle spalle, si scende lungo il ripido percorso della Direttissima, dapprima su roccette e poi lungo l’unico tratto che ho trovato fangoso in tutto il giro. La Direttissima, d’altra parte, è il sentiero più frequentato sul Cornizzolo e quando piove molto diventa quasi impraticabile per il fango.
In breve, comunque, si raggiunge la strada asfaltata, che in 6 km ci riporterà a Eupilio. Si tratta di una lunga, noiosa e velocissima discesa, accorciabile nella distanza (ma non necessariamente nel tempo di percorrenza) se si decide di prendere il sentiero che taglia i tornanti: in questo caso il fango e la necessità di far presto mi hanno spinto a rimanere sull’asfalto, seguendo la strada fino al B&B Gli Asinelli. A questo punto si può prendere la stradina in discesa a destra, poi mulattiera, per tagliare l’ultimo tornante e arrivare più velocemente in paese.
Dai Corni di Canzo al Cornizzolo (23 km – 1450 m D+)
26 Ottobre 2020 by marta • Lario Tags: anello, asso, canzo, colletta dei corni, corni di canzo, cornizzolo, corsa in montagna, eupilio, forcella dei corni, la colma, lario, pesora, rai, rifugio, san miro, sec, segrino, sev, trail dei corni, trail running, triangolo lariano, valbrona • 0 Comments
Percorso misto trail + asfalto: Eupilio – ciclabile del Segrino – Canzo – Asso – Colletta dei Corni (878 m) – rifugio S.E.V. (1276 m) – Forcella dei Corni (1298 m) – La Colma (997 m) – Sasso Malascarpa – bocchetta di San Miro – monte Rai (1259 m) – rifugio S.E.C. (1110 m) – monte Cornizzolo (1241 m) – monte Pesora (1190 m) – alpe Carella – Eupilio.
Periodo: Ottobre 2020
Partenza: Eupilio (383 m)
Distanza: 23 km
Dislivello: 1450 m
Acqua: si trovano diverse fontanelle lungo il percorso.
GPX (clic dx, salva link con nome)
Il meteo non prometteva bene sabato mattina, quando alle prime luci dell’alba ho parcheggiato a Eupilio, davanti al lago del Segrino e all’inizio di via Roma, dove comincia la salita per il Cornizzolo. Nebbiolina, qualche goccia di pioggia, freddo e umido. Così ho optato per un giro facile e veloce, non troppo lungo e con diversi chilometri su asfalto. Davvero alla portata di chiunque abbia i 25 km nelle gambe.
Ho costeggiato il lago del Segrino lungo la pista ciclo-pedonale, proseguendo poi sulla statale verso Canzo – c’è anche un sentiero che collega i due paesi partendo dal lungolago, ma il fango e la luce ancora scarsa mi hanno fatto optare per la strada asfaltata. Da Canzo si prosegue verso Asso, superando la stazione e continuando sempre lungo la strada principale, ora in leggera salita.
Seguendo le indicazioni per Valbrona, ho superato Asso – dove si trovano un paio di fontanelle – e percorso un tratto di strada, circa 500 m, un po’ pericoloso perché senza marciapiede. Si arriva ben presto a un incrocio dove si svolta tutto a destra e, dopo un altro centinaio di metri, si trova finalmente sulla destra una stradina sterrata in discesa con indicazioni per la Colletta dei Corni e il cartello giallo del Trail dei Corni. Ora è tutto facile: per un po’ basterà seguire i segnavia, attraversando il fiume Foce e cominciando a salire nel bosco verso i Corni di Canzo.
Il bosco in questa stagione è bellissimo, con la nebbia, il foliage autunnale e un tappeto di ricci e castagne. Adoro le prime ore del mattino, quando in giro non c’è davvero nessuno: in questo periodo, tuttavia, il silenzio del bosco è spesso disturbato dagli spari dei cacciatori. Perché qualcuno abbia licenza di sparare negli stessi boschi in cui i bambini raccolgono le castagne non mi è del tutto chiaro, ma tant’è.
Si passa per un tratto lungo il sentiero naturalistico dello Spaccasassi, ma le indicazioni da seguire fino alla Colletta dei Corni sono sempre i cartelli gialli della gara, oltre ai bolli bianco-rossi. Va detto, a onore dei CAI locali, che i sentieri di queste montagne sono sempre in ottime condizioni. Dopo un tratto semipianeggiante tra le betulle e dopo avere superato indenne un capanno di caccia, sono arrivata alla Colletta (878 m) e ho proseguito in direzione S. Miro – Terz’alpe lungo una strada carrozzabile, che ho poi abbandonato per prendere il sentiero in salita in direzione Corni di Canzo. Da qui in poi bisogna smettere di seguire i cartelli gialli, che pure incontreremo di nuovo qua e là lungo il percorso.
Dopo il primo tratto in salita, comincia un piacevole traverso con qualche saliscendi, dove troviamo anche una fontanella. Il sentiero ci deposita infine sulla strada carrozzabile che sale da Valbrona e che conduce al rifugio S.E.V., dove gli alberi si diradano e la vista si apre, spettacolare, sulle Grigne. Finalmente mi trovo al di sopra della nebbia in cui è immersa la pianura!
Superato il rifugio, si prosegue in salita seguendo le indicazioni, sempre evidenti, verso la Forcella dei Corni. Ho trovato questo tratto particolarmente bagnato e fangoso, ma la vista dei Corni coronati dal bosco in veste autunnale, con lo sfondo del cielo azzurro, ha compensato di gran lunga il disagio di scivolare indietro di un passo per ogni due passi che facevo in avanti.
Dalla forcella (1298 m) comincia la ripida discesa – lungo la quale si trova un’altra fontanella – verso la Colma, circa trecento metri più in basso.
Si ricomincia a salire verso il Sasso di Malascarpa e, superati gli ultimi alberi, la vista si apre questa volta sul Resegone.
Verso destra invece compare, meno gradevole alla vista ma utile per l’orientamento, l’antenna gigante del Sasso di Malascarpa. La si raggiunge dopo un divertente tratto di cresta rocciosa, mai tecnicamente difficile.
Qui si trovano le indicazioni per la bocchetta di S. Miro (30 minuti) e il monte Rai (40 minuti). In realtà, correndo, ci vuole molto meno. Si prosegue dunque lungo la strada carrozzabile che porta al rifugio S.E.C., in leggera discesa, fino a incontrare sulla sinistra nuove indicazioni per S. Miro e Rai. Saliamo dunque e in un attimo arriviamo alla bocchetta. Qui i cartelli sono fin troppi e possono confondere: senza guardarli, basta prendere il sentiero in salita verso destra e ben presto si raggiunge la cima erbosa del monte Rai (1259 m).
Finalmente posso godermi la mia parte preferita dei monti lariani: la facile e divertente discesa lungo l’ampia cresta del Rai verso il S.E.C. e il monte Cornizzolo, ben visibile verso destra (a sinistra, con lo sfondo del Resegone, c’è invece il selvaggio Corno Birone, che oggi però ho deciso di saltare).
Alla fine della discesa si riprende per un breve tratto la strada che proviene dal Sasso di Malascarpa, si arriva alla cappelletta e al rifugio e, da qui, si sale alla croce del Cornizzolo (1241 m). Da qui la vista è davvero a trecentosessanta gradi e nelle giornate limpide spazia fino al monte Rosa.
La cimetta che si intravede oltre il Cornizzolo è il monte Pesora, ed è lì che mi dirigo per concludere il giro in bellezza: dopo una ripida discesa arrivo a una sella, con un tratto semipianeggiante e poi l’ultima salitella della giornata. Dal Pesora, infatti, è tutto in discesa.
Il sentiero scende, sempre seguendo la linea della cresta, fino a incontrare la strada asfaltata che porta a Eupilio. Si possono tagliare alcuni tornanti con ulteriori tratti di sentiero, cosa che io ho fatto fino a quando sono rientrata nel mare di nebbia che ancora ricopriva la pianura: da lì in avanti, per non sbagliare, ho seguito la strada.
Passando per l’alpe Carella e tra un enorme gregge di capre, ho percorso in fretta gli ultimi chilometri e raggiunto l’auto strategicamente posteggiata alla fine della discesa!