Conclusa una bella stagione di allenamenti e gare, torno a dedicarmi a quella che in fondo è la mia specialità: l’esplorazione! Era da un po’ che non andavo a caccia di sentieri e finalmente ho avuto l’occasione di provare un nuovo anello vicino a casa. La partenza è da Sirta, sul versante orobico della Valtellina, all’altezza del fiume Adda e del sentiero Valtellina (per trovarlo su Google maps, il paese da cercare è Forcola). Più di una volta, passando di qui per le mie “recovery run” in piano, ho buttato l’occhio a questo bel paesino incastonato tra ripide pareti rocciose, chiedendomi come fossero i sentieri lassù.
La risposta è che sono fantastici! Una rete di mulattiere in ottime condizioni unisce infatti gli alpeggi di Bures, Sostila e Somvalle e permette di fare un bel giro ad anello passando per la selvaggia val Fabiolo e per la cima poco fantasiosamente nominata Culmine (1302 m), con scorci prima sulla bassa Valtellina con lo sfondo del Legnone, poi sulle cime della Val Masino e infine sulla Val Tartano.
Dopo avere dunque parcheggiato lungo l’Adda, si entra in paese raggiungendo la chiesa, la cui cupola svetta tra le case. Proprio dietro la chiesa comincia la mulattiera. Impossibile sbagliare: trovo subito chiare indicazioni per la val Fabiolo e poi per Bures. Sono le 17,30 passate quando parto e so che mi toccherà scendere al buio, per cui trovo particolarmente rassicuranti i puntuali cartelli e il buono stato dei sentieri.
Se avessi uno zaino, mi verrebbe probabilmente la tentazione di fermarmi a far castagne, tante se ne trovano in questa prima parte di bosco. Ma sono uscita in pantaloncini e maglietta, giusto con il telefono e la frontale, e due o tre chili di castagne non saprei proprio dove metterli. Proseguo allora con la mia passeggiata, sempre seguendo le indicazioni per Bures.
Il percorso è molto grazioso, con tre ponticelli in pietra e diverse cappellette affrescate. La pendenza non è eccessiva e mi permette in alcuni tratti anche di corricchiare. Supero, senza attraversarlo, un primo ponte e una cappelletta. Seguo il corso del torrente Fabiola, che attraverso in due punti, con il secondo e il terzo ponte, e ben presto arrivo a Bures (630 m).
L’anello vero e proprio comincia da qui: prendo infatti il sentiero 170 a destra, in direzione Sostila, mentre tornerò da quello a sinistra, sempre numerato come 170. La pendenza aumenta un po’ e in poco tempo percorro i 200 m di dislivello che mi separano da Sostila (821 m). Più grande di Bures, questo paesino è davvero graziosissimo!
Il sentiero prosegue in piano tra le baite; supero una chiesetta e arrivo a un bivio, dove si trova anche una fontana: qui prendo il sentiero in salita verso sinistra. La pendenza aumenta ancora e la vegetazione comincia a cambiare: verso i 1000 m di quota cominciano infatti le betulle. Arrivo in vista del Crap del Mezzodì, altra cimetta sui mille metri, e alla Pciöda Granda, un balcone panoramico con vista sul Legnone.
Il sentiero continua a salire con decisione e guadagno rapidamente altri 200 m di dislivello, prima di arrivare a un punto pianeggiante dove posso tirare il fiato. Corricchio in piano per poche centinaia di metri, fino a raggiungere un nuovo bivio. Bisogna prendere qui il sentiero in salita verso sinistra per raggiungere il Culmine, seguendo le indicazioni per una croce che, in realtà, alla fine non ho trovato.
Percorro dunque questo sentiero in leggera salita, passando per un’area pic-nic con tavoli in legno e persino un chiosco (ovviamente chiuso), e arrivo alla piatta cima del Culmine aspettandomi di vedere la famosa croce come da indicazioni.
La vista sulle cime della Val Masino, con la luce calda del tramonto e il primo foliage d’autunno, è davvero fantastica, ma della croce neanche l’ombra. La cerco un po’, proseguendo nel bosco di felci e betulle, ma niente da fare. Mistero.
Torno sui miei passi fino al bivio. Da qui si può scendere per la stessa via di salita, ma naturalmente non è questa una soluzione accettabile per un blog che si chiama “Trail Rings”. Prendo dunque il sentiero verso sinistra che, dopo una discesa abbastanza ripida in un bosco sempre più buio, mi porta in vista di Campo Tartano.
Continuo a seguire il sentiero, ora in leggera discesa, fino a Somvalle, paesino che si trova poco più in basso rispetto a Campo Tartano. Questo è l’unico punto in cui non ho trovato indicazioni utili: basta comunque prendere la strada più a sinistra, che diventa poi una carrozzabile in leggera discesa e si trasforma infine in quel sentiero 170 che porta a Bures dalla direzione opposta a quella dell’andata.
Una cascata è praticamente l’ultima cosa che vedo prima di riaddentrarmi nel bosco e, a questo punto, accendere la frontale: sono le 19,30 e ormai è quasi del tutto buio. Con il crepuscolo, il bosco brulica di animali: una volpe, sorpresa dalla mia presenza, mi sfreccia davanti lungo il sentiero, mentre un gruppo di cerbiatti corre a nascondersi tra gli alberi al mio passaggio.
Seguo senza difficoltà le indicazioni per Bures e, da qui, non mi resta che ripercorrere la mulattiera dell’andata fino a Sirta. Sbucando dal bosco, mi accolgono le luci del paese e lo spettacolo della chiesa illuminata.
Sono le 20 quando arrivo alla macchina, felice di questo nuovo percorso che di sicuro ripeterò nel corso dell’autunno. Chi volesse farlo in pieno inverno farà bene a portarsi i ramponcini, dato che ci troviamo sul versante orobico che per mesi non riceve un raggio di sole.
Anello del Culmine (11,3 km – 1030 m D+)
30 Settembre 2021 by marta • Valtellina Tags: bassa valtellina, bures, corsa in montagna, culmine, forcola, giro facile, percorso ad anello, sirta, somvalle, sostila, trail running, val fabiolo, valtellina • 0 Comments
Un giretto facile e veloce nella selvaggia val Fabiolo, in bassa Valtellina, adatto a tutti e per tutte le stagioni.
Periodo: Settembre 2021
Partenza: Forcola – Sirta (SO)
Distanza: 11,3 km
Dislivello: 1030 m
Acqua: fontanelle agli alpeggi
GPX (clic dx, salva link con nome)
Conclusa una bella stagione di allenamenti e gare, torno a dedicarmi a quella che in fondo è la mia specialità: l’esplorazione! Era da un po’ che non andavo a caccia di sentieri e finalmente ho avuto l’occasione di provare un nuovo anello vicino a casa. La partenza è da Sirta, sul versante orobico della Valtellina, all’altezza del fiume Adda e del sentiero Valtellina (per trovarlo su Google maps, il paese da cercare è Forcola). Più di una volta, passando di qui per le mie “recovery run” in piano, ho buttato l’occhio a questo bel paesino incastonato tra ripide pareti rocciose, chiedendomi come fossero i sentieri lassù.
La risposta è che sono fantastici! Una rete di mulattiere in ottime condizioni unisce infatti gli alpeggi di Bures, Sostila e Somvalle e permette di fare un bel giro ad anello passando per la selvaggia val Fabiolo e per la cima poco fantasiosamente nominata Culmine (1302 m), con scorci prima sulla bassa Valtellina con lo sfondo del Legnone, poi sulle cime della Val Masino e infine sulla Val Tartano.
Dopo avere dunque parcheggiato lungo l’Adda, si entra in paese raggiungendo la chiesa, la cui cupola svetta tra le case. Proprio dietro la chiesa comincia la mulattiera. Impossibile sbagliare: trovo subito chiare indicazioni per la val Fabiolo e poi per Bures. Sono le 17,30 passate quando parto e so che mi toccherà scendere al buio, per cui trovo particolarmente rassicuranti i puntuali cartelli e il buono stato dei sentieri.
Se avessi uno zaino, mi verrebbe probabilmente la tentazione di fermarmi a far castagne, tante se ne trovano in questa prima parte di bosco. Ma sono uscita in pantaloncini e maglietta, giusto con il telefono e la frontale, e due o tre chili di castagne non saprei proprio dove metterli. Proseguo allora con la mia passeggiata, sempre seguendo le indicazioni per Bures.
Il percorso è molto grazioso, con tre ponticelli in pietra e diverse cappellette affrescate. La pendenza non è eccessiva e mi permette in alcuni tratti anche di corricchiare. Supero, senza attraversarlo, un primo ponte e una cappelletta. Seguo il corso del torrente Fabiola, che attraverso in due punti, con il secondo e il terzo ponte, e ben presto arrivo a Bures (630 m).
L’anello vero e proprio comincia da qui: prendo infatti il sentiero 170 a destra, in direzione Sostila, mentre tornerò da quello a sinistra, sempre numerato come 170. La pendenza aumenta un po’ e in poco tempo percorro i 200 m di dislivello che mi separano da Sostila (821 m). Più grande di Bures, questo paesino è davvero graziosissimo!
Il sentiero prosegue in piano tra le baite; supero una chiesetta e arrivo a un bivio, dove si trova anche una fontana: qui prendo il sentiero in salita verso sinistra. La pendenza aumenta ancora e la vegetazione comincia a cambiare: verso i 1000 m di quota cominciano infatti le betulle. Arrivo in vista del Crap del Mezzodì, altra cimetta sui mille metri, e alla Pciöda Granda, un balcone panoramico con vista sul Legnone.
Il sentiero continua a salire con decisione e guadagno rapidamente altri 200 m di dislivello, prima di arrivare a un punto pianeggiante dove posso tirare il fiato. Corricchio in piano per poche centinaia di metri, fino a raggiungere un nuovo bivio. Bisogna prendere qui il sentiero in salita verso sinistra per raggiungere il Culmine, seguendo le indicazioni per una croce che, in realtà, alla fine non ho trovato.
Percorro dunque questo sentiero in leggera salita, passando per un’area pic-nic con tavoli in legno e persino un chiosco (ovviamente chiuso), e arrivo alla piatta cima del Culmine aspettandomi di vedere la famosa croce come da indicazioni.
La vista sulle cime della Val Masino, con la luce calda del tramonto e il primo foliage d’autunno, è davvero fantastica, ma della croce neanche l’ombra. La cerco un po’, proseguendo nel bosco di felci e betulle, ma niente da fare. Mistero.
Torno sui miei passi fino al bivio. Da qui si può scendere per la stessa via di salita, ma naturalmente non è questa una soluzione accettabile per un blog che si chiama “Trail Rings”. Prendo dunque il sentiero verso sinistra che, dopo una discesa abbastanza ripida in un bosco sempre più buio, mi porta in vista di Campo Tartano.
Continuo a seguire il sentiero, ora in leggera discesa, fino a Somvalle, paesino che si trova poco più in basso rispetto a Campo Tartano. Questo è l’unico punto in cui non ho trovato indicazioni utili: basta comunque prendere la strada più a sinistra, che diventa poi una carrozzabile in leggera discesa e si trasforma infine in quel sentiero 170 che porta a Bures dalla direzione opposta a quella dell’andata.
Una cascata è praticamente l’ultima cosa che vedo prima di riaddentrarmi nel bosco e, a questo punto, accendere la frontale: sono le 19,30 e ormai è quasi del tutto buio. Con il crepuscolo, il bosco brulica di animali: una volpe, sorpresa dalla mia presenza, mi sfreccia davanti lungo il sentiero, mentre un gruppo di cerbiatti corre a nascondersi tra gli alberi al mio passaggio.
Seguo senza difficoltà le indicazioni per Bures e, da qui, non mi resta che ripercorrere la mulattiera dell’andata fino a Sirta. Sbucando dal bosco, mi accolgono le luci del paese e lo spettacolo della chiesa illuminata.
Sono le 20 quando arrivo alla macchina, felice di questo nuovo percorso che di sicuro ripeterò nel corso dell’autunno. Chi volesse farlo in pieno inverno farà bene a portarsi i ramponcini, dato che ci troviamo sul versante orobico che per mesi non riceve un raggio di sole.