Pizzetti by night (6,5 km – 600 m D+)
Il sentiero attrezzato dei Pizzetti (EEA) è super panoramico anche al buio! Solo per escursionisti e runner esperti.
Periodo: Marzo 2021
Partenza: Lecco, via Alcide De Gasperi
Distanza: 6,5 km
Dislivello: 600 m
GPX (clic dx, salva link con nome)
Cercavo un giretto serale veloce e divertente, diverso dal solito, e ho pensato di provare i Pizzetti in versione notturna. Trattasi di un sentiero attrezzato (EEA) sul San Martino, che collega Lecco con il rifugio Piazza: la difficoltà limitata e alcuni scorci meravigliosi sul lago attirano qui migliaia di persone e rendono il percorso poco appetibile nel fine settimana… ma la notte no!
Ora, quando si vuole provare un sentiero nuovo nel lecchese, la cosa migliore è chiedere al coach Meme. Il rischio è quello di essere un po’ pungolati, soprattutto se alle nove comincia la partita, ma una guida impeccabile e una bella chiacchierata sono garantite.
Parcheggiamo in via Alcide De Gasperi e seguiamo la strada in discesa, svoltando poi a destra in via Santo Stefano, verso il San Martino che troneggia di fronte a noi. Dopo qualche centinaio di metri si svolta a destra, si supera un cancello e si imbocca il sentiero.
Le indicazioni da qui in avanti sono chiarissime, nonostante il buio incipiente. Procediamo in ripida salita lungo il sentiero bollato fino a un cartello con una mappa della zona.
Cominciano le prime catene. A un bivio seguiamo a destra, inerpicandoci sul primo Pizzetto e raggiungendo uno spettacolare belvedere, con croce illuminata e vista spaziale su Lecco e sul Barro.
Dobbiamo riscendere fino al bivio dopo il selfie di rito al belvedere, perché il sentiero prosegue nella direzione opposta. Lo seguiamo senza possibilità di errore, facendo solo attenzione in un paio di punti esposti, fino al rifugio Piazza.
Raggiunto il rifugio Piazza (767 m), svoltiamo a destra e proseguiamo più o meno in piano per qualche centinaio di metri. Dopodiché comincia la discesa, piuttosto sdrucciolevole ma decisamente panoramica.
Raggiungiamo la chiesetta, sempre visibile da Lecco perché illuminata con luci colorate, e continuiamo la discesa.
Arrivati alla rete antifrana, troveremo le indicazioni per Laorca, da non seguire: prendiamo invece il sentiero verso destra, che dopo una ripida discesa ci depositerà su una strada carrozzabile. Proseguiamo ora in leggera discesa seguendo la carrozzabile, che per un tratto diventa facile sentiero, fino a incontrare la strada asfaltata, da imboccare verso destra. Superiamo il benzinaio, alla rotonda a destra e siamo al punto di partenza.
Nel parco del Gran Sasso (26,5 km – 775 m D+)
8 Gennaio 2023 by marta • Altro Tags: abruzzo, calascio, campo imperatore, corsa in montagna, gran sasso, lady hawke, percorso trail, rocca calascio, trail rings, trail running • 0 Comments
Facile percorso trail da Calascio alla spettacolare Rocca Calascio, uno dei luoghi simbolo dell’Abruzzo, e da qui verso Campo Imperatore, al cospetto del Gran Sasso.
Periodo: Dicembre 2022
Partenza: Calascio (AQ), 1210 m
Distanza: 26,5 km
Dislivello: 775 m
Acqua: trovato alcune fontane, ma chiuse.
GPX (clic dx, salva link con nome)
Dopo mesi di allenamenti machiavellici su strada e piccoli infortuni, posso finalmente concedermi qualche trail in compagnia e opto per un viaggetto con Tony nel cuore del selvaggio Abruzzo. Lo so, il parco nazionale del Gran Sasso non è esattamente “a due passi da Milano”, ma si tratta di un posto davvero fantastico per noi amanti della corsa in montagna.
Studiando le mappe di Strava, mi invento un percorso a bassa quota, tra 1000 e 1600 m, per vedere il Gran Sasso innevato senza rischiare di finire su sentieri alpinistici. Saliamo in auto fino a Calascio, graziosissimo borgo a 1200 m di quota, facilmente raggiungibile da una bella strada a tornanti che farebbe gola a qualsiasi ciclista. Da qui, seguendo indicazioni e bolli, prendiamo il sentiero per Rocca Calascio, il punto più caratteristico di tutto il giro.
Questo antico castello, mezzo diroccato ma ancora affascinante, è famoso per essere stato il set di Lady Hawke e anche, ci dicono i locals, di altri film più recenti. Dalla rocca il nostro percorso prosegue in discesa verso la meno antica ma comunque graziosa chiesa di Santa Maria, poi ancora oltre, verso lo sfondo di montagne innevate che si staglia davanti a noi.
Da qui in avanti non ci sono più indicazioni, bisogna affidarsi alle tracce gpx. Corriamo comunque per tutto il tempo su strade sterrate o asfaltate o, al massimo, per facili sentieri: posti che definire poco battuti è un eufemismo, ma noi runner un po’ misantropi non potremmo chiedere di meglio.
La strada sterrata che stiamo seguendo ci porta alla strada asfaltata per Campo Imperatore, che erroneamente imbocchiamo verso sinistra, in discesa: la cosa migliore sarebbe prenderla nella direzione opposta, cioè appunto verso Campo Imperatore. Dopo qualche tornante in discesa prendiamo un sentiero poco battuto e risaliamo verso la strada, che imbocchiamo ora nel senso giusto. La salita è lunga e noiosa, ma con una vista spettacolare, proprio come piace a me. Tony però ha scarpe poco adatte all’asfalto e anche il mio neuroma di Morton dopo qualche chilometro comincia a fare i capricci. Decidiamo allora di improvvisare e prendiamo una specie di sentiero in discesa da un tornante della strada.
In alcuni punti la traccia è più evidente, in altri andiamo un po’ a caso, ma sono tutti sentieri facilissimi e non corriamo nessun rischio anche correndo off-road. L’unica forma di vita che incontriamo è un branco di cavalli, per il resto siamo solo noi in mezzo a spazi sconfinati.
A Campo Imperatore non arriviamo, alla fine. Seguiamo tracce di sentiero lungo il crinale delle colline e troviamo una stradina sterrata che sembra tornare in direzione Calascio.
Una bella e facile discesa, che con i piedi in altre condizioni ci mangeremmo, ci porta a quello che in estate deve essere un alpeggio: una baita e una fontana (chiusa) sono le prime tracce umane che incontriamo da molto tempo. Al bivio teniamo la sinistra, per evitare di tornare verso la strada asfaltata di prima, e continuiamo a perdere quota fino a riemergere su un’altra strada, quella che collega Calascio con Castel del Monte. Dopo qualche verifica sulle mappe di Google, seguiamo questa strada – ahimè, leggermente in salita – fino a tornare alla macchina. Involontariamente abbiamo parcheggiato vicino a una trattoria e quando arriviamo è giusto ora di pranzo: la degna conclusione di questo giro non può essere che un vaso di arrosticini fumanti!