Poco tempo a disposizione ma voglia di trail, dove andare se non nel fantastico triangolo lariano? La mia heat-map di Strava in questa zona è un groviglio di linee rosse, da quante volte l’ho girata in lungo e in largo, ma ci sono sempre nuovi sentieri da scoprire e mille modi diversi di concatenarli! Tra le montagnette del Lario la mia preferita è senza dubbio il Moregallo, che vi ho già proposto in diverse salse (per esempio qui e qui).
Parcheggio poco dopo le 7 davanti al Sigma di Valmadrera, imposto il disco orario dalle 8 alle 9 e cerco di capire se posso fare il giro che ho in mente in meno di due ore. Ovviamente la risposta è no, ma decido che lo spauracchio della multa è una buona motivazione per far girare le gambe. (Se volete prendervela con calma, troverete facilmente parcheggi senza disco orario poco fuori dal centro del paese). Parto di corsa, che il giro è breve e la multa incombe, e salgo verso la frazione Belvedere lungo una piacevole stradina pedonale. Superate le ultime case, imbocco la mulattiera che mi porterà a San Tomaso.
Questa stradina, in salita ma sempre corribile, con qualche tratto piano in cui si può tirare il fiato, si presta particolarmente bene agli allenamenti trail. Faccio il mio ingresso trionfale alla piana di San Tomaso, dove trovo solo un gregge di pecore e un pastore perplesso. C’è una fontanella, ma visto il caldo mi sono portata una bella scorta d’acqua e non ho bisogno di fare rifornimento.
Da qui bisogna prendere il sentiero 4-8 verso Pianezzo. Ci sono diversi sentieri, ma le indicazioni in questa zona sono sempre chiare e precise, per cui basta fare attenzione ai cartelli e non si può sbagliare.
La salita è a tratti ripida, a tratti più morbida e quasi corribile, in ogni caso sempre bene indicata. Incontro un’ultima fontana a un crocevia di sentieri, dove continuo a seguire il mio 4-8. Sbuco alla bocchetta di Luera (1209 m) e proseguo verso il rifugio SEV, che ben presto comincio anche a vedere.
Il sentiero cambia faccia quando passo sotto le falesie del Corno centrale: la roccia qui è bianca e l’ambiente ricorda, sia pure per un breve tratto, quello di alta montagna. Dura poco e torno a immergermi nel bosco. Raggiunto il rifugio SEV, scendo per il prato e prendo il sentiero in discesa nel bosco seguendo le indicazioni per Valmadrera: lasciandomi alle spalle i Corni di Canzo, mi dirigo verso il Moregallo. Alla bocchetta di Moregge (1110 m) ricomincio a salire lungo le creste (solo per escursionisti esperti).
Da quassù la vista può spaziare lungo tutto il ramo lecchese del lago di Como, fin quasi a Colico. Bisogna mantenersi sempre il più in alto possibile lungo il filo di cresta: i sentieri che tagliano di traverso la montagna poco più in basso sono spesso coperti di vegetazione e più adatti agli animali che alle persone. In effetti, gli unici altri escursionisti che trovo a spasso sono delle pecore con una spiccata inclinazione per l’arrampicata sportiva.
Nell’ultimo tratto, quando la vetta del Moregallo è ormai in vista, delle catene aiutano nella discesa e nella risalita dell’ultima cresta. Si continua a vedere il lago di Annone, mentre il lago di Como è nascosto dalla montagna: mi raccomando, non fatevi tentare dalle tracce (di animali) che sembrano scendere lungo l’erto versante nord, seguite sempre i bolli e il sentiero principale che vira appunto verso il lago di Annone.
Sbuco in vetta (1276 m), saluto velocemente la madonnina che con la consueta imperturbabilità domina sul Barro e sui laghi sottostanti, e riparto di corsa alla volta del sasso di Preguda. Sono ormai le 9 e mi auguro che i vigili non stiano già cominciando a girare per Valmadrera, perché mi manca ancora un bel pezzetto! Dalla bocchetta di Sambrosera continuo a seguire il sentiero n. 6 per Valmadrera via Preguda e, dopo un breve tratto pianeggiante, scavalco le creste e comincio la ripida discesa verso Valmadrera.
Incrocio il sentiero Paolo e Eliana, ottima alternativa per rientrare a Valmadrera da frazione Belvedere, ma continuo a seguire il più panoramico sentiero per Preguda. La discesa è piuttosto ripida e sdrucciolevole, scivolo un paio di volte ma sono determinata a raggiungere la mia macchina prima dei vigili! Finalmente la pendenza si addolcisce, il ghiaino scivoloso cede il passo al più morbido terreno del bosco e raggiungo infine il sasso di Preguda (647 m) e l’annessa chiesetta.
Proseguo in discesa seguendo il percorso permanente della Dario & Willy e il sentiero mi porta ben presto a una strada carrozzabile. Questa strada va seguita, ma solo per un breve tratto. Senza lasciarvi ingolosire dalla discesa (errore che ho già fatto), buttate un occhio sulla destra e troverete il facile e comodo sentiero per Valmadrera.
Da qui al centro del paese ci metto poco. Ho sforato di un’ora rispetto al mio disco orario, ma per fortuna niente multa!
Un percorso per metà su strada e per metà su sentiero facile, adatto anche alle condizioni meteo più inclementi.
Civate – Località Pozzo – Suello – Cesana Brianza – Santuario Madonna della Neve – Alpe Carella – Rifugio SEC – Monte Rai (1259 m) – Bocchetta di San Miro – San Tomaso – Valmadrera – Civate
Periodo: Maggio 2021
Partenza: Civate, centro sportivo Baselone
Distanza: 22,5 km
Dislivello: 1200 m
Acqua: fontana all’alpe Carella, sul sentiero 1 verso San Tomaso e sulla mulattiera per Valmadrera
Il cielo minaccia pioggia, un nuvolone nero avvolge il Cornizzolo, ma è pur sempre il primo maggio e a casa non si rimane! Cercando di stare il più possibile su strada e il meno possibile in quota, con Meme abbiamo messo insieme questo percorso facile e veloce, ma allenante.
Partiamo dal centro sportivo Baselone a Civate e risaliamo la valle dell’Oro prendendo l’omonima via in salita verso sinistra. Poco meno di un chilometro di strada e troveremo sulla sinistra il sentiero n. 10 per San Pietro. Si segue questo sentiero fino alla fontanella, poi, anziché salire verso San Pietro, si svolta a sinistra proseguendo lungo la mulattiera in discesa.
Passiamo per la Località Pozzo e continuiamo a seguire il nostro facile sentiero in leggera discesa fino a Suello. Si prosegue poi in leggera salita lungo la strada asfaltata, superando Suello e arrivando a Cesana Brianza. Passiamo a destra del piccolo parco del Roccolo e da qui ricomincia lo sterrato. Sempre dritto, ora su sentiero, fino al santuario Madonna della Neve.
Senza superare il santuario, bisogna prendere il sentiero un po’ nascosto che sale verso destra, seguendo le indicazioni per il Cornizzolo. Si sale per poco lungo una strada sterrata e, al tornante, si prende il sentiero che prosegue dritto nel bosco. Basta ora continuare lungo questo sentiero fino a incrociare la strada a tornanti che da Eupilio sale verso il Cornizzolo e seguirla fino al rifugio SEC (1050 m).
Dal rifugio si continua lungo la strada in direzione del monte Rai. Sulla destra si stacca il sentierino che porta in vetta (1259 m): lo seguiamo fino a raggiungere la piccola croce e, poco più in basso, la madonnina che domina la valle immersa nella nebbia. Il monte Rai è un panettone erboso che non presenta alcun rischio, anche nelle condizioni meteo peggiori!
Dalla croce svoltiamo tutto a sinistra e scendiamo fino alla bocchetta di San Miro, alla base del Rai. Da qui si prende il sentiero in discesa verso destra, molto fangoso ma privo di altre difficoltà. Perdiamo quota fino a Cascina Rotta (1091 m) e continuiamo a scendere lungo il sentiero 1 per San Tomaso.
A un nuovo crocevia si prenderà il sentiero 5, sempre seguendo le indicazioni per San Tomaso. Una volta a San Tomaso, si continua lungo la facile mulattiera che scende verso Valmadrera.
La mulattiera ci porta alla frazione Belvedere, da dove si prende la strada in discesa fino a Valmadrera. Da qui mancano solo un paio di chilometri in piano: seguendo la traccia gpx per vicoli e stradine si arriva ben presto alla macchina.
Voleva essere un giro più lungo, ma anche così ne è uscito un bel percorso. Con Meme siamo partiti nel primo pomeriggio e siamo arrivati con il buio, godendoci la parte più bella del giro – le creste del Moregallo – con la luce calda del tramonto.
La partenza è da Civate, via Cerscera. Da qui si prende la scalinata in salita tra le case e si seguono i cartelli per San Pietro fino alla località Pozzo. Alla fine di via del Pozzo, dove normalmente si svolta a destra per andare verso San Pietro e il Cornizzolo, abbiamo preso il sentiero a sinistra per Suello.
Questo sentiero è stato una super scoperta: grazioso e panoramico, in un paio di chilometri di leggera discesa ci ha portato a Suello, dove comincia la direttissima per il Cornizzolo. Ignorando anche questo percorso arcinoto, abbiamo proseguito, ora in leggera salita, lungo la strada che porta a Cesana Brianza e al parco del Roccolo. Si costeggia questo piccolo parco continuando a salire, ora su sterrato, fino al santuario Madonna della neve (440 m), da cui si apre un bello scorcio sul lago di Pusiano.
Senza superare il santuario, bisogna prendere il sentiero un po’ nascosto che sale verso destra, seguendo le indicazioni per il Cornizzolo.
Si sale per poco lungo una strada sterrata e, al tornante, si prende il sentiero non indicato che prosegue dritto nel bosco. Basta ora continuare lungo questo sentiero fino a incrociare la strada a tornanti che da Eupilio sale verso il Cornizzolo, e proseguire lungo questa strada in salita fino al punto in cui, sulla sinistra, si trovano le indicazioni per il cosiddetto Senterùn.
Questo sentiero, facile e bene indicato, alterna tratti in piano a qualche salitella, per poi scendere a tutta verso Canzo. Qui si prende la strada verso destra che in breve porta alla fonte di Gajum, primo importante punto acqua del giro. Attenzione, la fonte è un po’ nascosta dietro il parcheggio.
Superata la fonte, si prende la mulattiera in salita verso sinistra seguendo le indicazioni per Prim’alpe (725 m). Anche qui troveremo una bella fonte di acqua fresca.
Si continua brevemente lungo la mulattiera verso Second’alpe e Terz’alpe, ma ben presto si raggiunge un bivio. Si abbandona qui la mulattiera per prendere il sentiero n. 5 in direzione rifugio SEV ai Corni.
Il sentiero ci fa guadagnare un po’ di quota, per poi proseguire con lunghi tratti in piano alternati a salitelle non troppo faticose. Poco prima di arrivare al SEV si incontra una sorgente, ultimo punto acqua per parecchio tempo.
Davanti al rifugio SEV (1276 m) abbiamo trovato ancora della neve, nonostante la primavera inoltrata. Sulla destra si stagliano i Corni di Canzo, mentre a sinistra la vista può spaziare fino al lago di Como. Dal rifugio siamo scesi verso sinistra nel prato innevato, dove si trovano diverse indicazioni: abbiamo seguito quelle per il sentiero n. 6 verso il Moregallo.
Sui cartelli la difficoltà non è indicata, ma il sentiero delle creste non è proprio escursionistico: lo definirei un EE, per escursionisti esperti, sebbene non sia difficile. Chi non se la sentisse può sempre tagliare il giro prendendo il facile sentiero n. 4 per San Tomaso, ma tenete conto che in questo modo ci si perde la parte migliore del giro!
Dopo un tratto in leggera discesa nel bosco, riprendiamo a salire e ben presto ci ritroviamo fuori dalla vegetazione, in un ambiente che diventa sempre più selvaggio.
Si rimane sempre sul filo di cresta, anche se volendo c’è un sentiero – non so se e quanto più semplice – che passa poco più in basso. Bisogna prestare attenzione in alcuni punti sdrucciolevoli: anche se l’esposizione non è mai eccessiva, qua e là si aprono degli strapiombi notevoli! La vista, in compenso, è spettacolare.
Dopo qualche saliscendi, si arriva a un ultimo tratto di ripida salita in un canalino attrezzato con qualche catena: niente di difficile, ma dal mio punto di vista sufficiente a classificare il sentiero come EE.
Superato questo tratto, sbuchiamo sull’ampia cima erbosa del Moregallo (1276 m), che soprattutto all’ora del tramonto rimane per me la montagna più bella del triangolo lariano.
Si superano la madonnina e la croce di vetta, proseguendo lungo il sentiero in discesa fino alla bocchetta di Sambrosera (1192 m). Da qui si prosegue dritto in direzione Valmadrera via Preguda. Se invece si volesse tagliare il giro, basta prendere il sentiero in discesa verso destra che porta direttamente alla fonte di Sambrosera, senza passare dal Sasso di Preguda. Entrambi i sentieri sono ripidi e sdrucciolevoli, ma non particolarmente difficili.
A un nuovo bivio prendiamo a sinistra in direzione Preguda, mentre il buio incipiente mette fretta a Meme, che voglioso di arrivare a destinazione prende il primo sasso che trova per il Sasso di Preguda. Quando finalmente ci arriveremo, si scoprirà che il Sasso di Preguda è davvero inconfondibile.
Si svolta ora tutto a destra seguendo le indicazioni per Sambrosera. Il sentiero è lungo traverso, panoramico e più o meno pianeggiante; in alcuni tratti è un po’ esposto – sconsigliato con neve e ghiaccio.
Arriviamo infine alla fonte di Sambrosera, crocevia di sentieri per il Moregallo. Da qui saremmo dovuti risalire verso il Cornizzolo, ma Meme ormai pensava solo alla sua pasta alla nduja e così abbiamo deciso di rientrare dalla via più breve. Abbiamo quindi preso il sentiero n. 5 in discesa verso Valmadrera, arrivando ben presto alla strada carrozzabile per San Tomaso, dove una fontanella ci ha permesso un ultimo rifornimento d’acqua.
Abbiamo poi seguito la carrozzabile in discesa fino a Frazione Belvedere e da qui la strada per Valmadrera, affidandoci infine a google maps per i 5 km rimasti da qui a Civate.
Da Valmadrera a San Tomaso lungo il Sentiero delle Vasche, fonte di Sambrosera, Canalone Belasa fino in vetta al Moregallo e discesa dal Sentiero Paolo e Eliana.
Oggi vi propongo un giro molto divertente, dove più che correre… si scala! Per arrivare in cima al Moregallo, forse la montagna più aspra di tutto il triangolo lariano, abbiamo scelto il percorso in assoluto più tecnico tra i molti possibili: sentieri attrezzati, roccette tutte da arrampicare e una discesa davvero ostica. Consigliato solo a chi si senta completamente a proprio agio in questo tipo di ambiente, non adatto a chi soffre di vertigini.
Partiamo da Valmadrera, lasciando l’auto nell’ampio parcheggio di via San Rocco. Proseguiamo di corsa lungo via San Rocco e svoltiamo a sinistra in via della Pace, seguendo le indicazioni per il santuario di San Martino. Dopo un tratto di mulattiera in salita, troviamo le indicazioni per il Sentiero delle Vasche verso destra.
Percorriamo questo divertente percorso attrezzato che risale il corso del torrente Inferno passando ora a destra, ora a sinistra, ora in mezzo alle sue pozze. Sconsigliato in caso di forti piogge: il livello dell’acqua deve essere piuttosto basso se si vuole arrivare alla fine con i piedi asciutti. Il sentiero è ben segnalato da bolli bianco-rossi; nei punti più difficili si trovano catene e anche qualche staffa per i piedi. Quando vi troverete davanti una freccia rossa con l’indicazione “uscita”, seguitela: il sentiero prosegue poco più in alto, allontanandosi dal corso d’acqua.
Una salita piuttosto ripida nel bosco vi condurrà alla stradina per San Tomaso: è sufficiente seguire i cartelli e la comoda mulattiera in leggera discesa fino all’alpeggio. A San Tomaso superiamo i tavoli per picnic e prendiamo a sinistra il sentiero n. 5 per Sambrosera.
Il sentiero sale dolcemente fino, appunto, alla fonte di Sambrosera, da cui si dipartono diversi sentieri. Seguiamo il cartello che ci manda a sinistra verso il canalone Belasa, indicato ingenerosamente come EE – potrebbe figurare come EEA, è un percorso più alpinistico che escursionistico. Il canale è attrezzato con catene e richiede un po’ di dimestichezza con l’arrampicata. Velocemente si guadagna quota, mentre alle nostre spalle si apre una bella vista sul lago di Garlate.
Il canale, inizialmente molto stretto, si allarga, continuando a salire per un ripido pratone – anche questo sconsigliato in caso di pioggia, l’erba può diventare molto scivolosa. Superiamo due sentieri che, uno dopo l’altro, tagliano la nostra ripida salita e proseguiamo verso la cresta. Dobbiamo imboccare verso destra il terzo sentiero che incontriamo, e dopo qualche altro salto attrezzato con catene sbuchiamo finalmente sulla vetta del Moregallo (1276 m). Alle nostre spalle i corni di Canzo, di fronte le Grigne e il Resegone. Superiamo la madonnina e, poco più in basso, una croce decorata con bandierine tibetane, e proseguiamo in discesa fino alla bocchetta di Sambrosera.
Da qui si può arrivare rapidamente alla fonte di Sambrosera prendendo la ripida discesa a destra. Noi invece proseguiamo dritto per il Sentiero Paolo e Eliana, rimanendo in quota e ammirando il paesaggio che si apre sul lago di Lecco alla nostra sinistra. Un ultimo tratto di salita ci porta a una bocchetta, dove prendiamo il ripido sentiero in discesa verso destra. Percorriamo gli stretti tornanti prestando attenzione non solo a non scivolare, ma anche a non perdere la retta via – il sentiero è bene indicato per chi lo percorre in salita, un po’ meno per chi scende.
Al bivio successivo seguiamo le indicazioni per il Sentiero Paolo e Eliana e poi per Valmadrera. Finalmente la pendenza diminuisce e l’ultimo tratto nel bosco diventa più corribile. Quando sbuchiamo sul sentiero 6-7 che arriva dalla frazione Belvedere di Valmadrera, svoltiamo a sinistra e proseguiamo in discesa. Al bivio, conviene svoltare a destra, seguendo il comodo sentiero che in breve conduce alla mulattiera, all’altezza della fontanella e della madonnina. La traccia qui allegata segue il meno comodo sentiero che scende dritto, e arrivando alla strada svolta a destra in leggera salita fino alla stessa fontanella e madonnina. Da questo punto, in ogni caso, si prosegue lungo la mulattiera in discesa, seguendo poi la strada asfaltata in discesa e attraversando Valmadrera per tornare al parcheggio.
Moregallo cima e creste – Sev – Forcella dei Corni – Monte Rai – Cornizzolo – San Pietro al Monte
Periodo: Novembre 2018
Partenza: Valmadrera (237 m)
Distanza: 20 km
Dislivello: 1950 m
Acqua: si può acquistare ai rifugi, se aperti; al Sec c\’è un rubinetto esterno, non sempre aperto; l\’unica fontana affidabile è all\’abbazia di San Pietro, nell\’ultima parte del giro.
Questo giro è perfetto per mettere nelle gambe un po’ di dislivello – quasi 2000 metri – senza salire mai troppo di quota. Ottimo per una giornata novembrina dal meteo incerto! Attenzione: l’anello comprende un tratto un po’ tecnico (EE) sulle creste del Moregallo, dove è necessario sapersi muovere con disinvoltura su catene e roccette esposte.
Partiamo da Valmadrera, lasciando l’auto nell’ampio parcheggio di via San Rocco. Ci scaldiamo correndo lungo la strada asfaltata, lasciandoci sulla sinistra la via per San Martino, da cui arriveremo al ritorno, e svoltando a sinistra all’incrocio successivo verso Frazione Belvedere. Da qui prendiamo la mulattiera per San Tomaso, che abbandoniamo all’altezza della madonnina per prendere il sentiero 6-7 per il Moregallo.
Il sentiero sale dolcemente fino alla fonte di Sambrosera, da cui si dipartono diversi sentieri. Scegliamo la “normale” per la cima del Moregallo, il sentiero n. 6. Adesso la salita diventa più impegnativa. Superiamo l\’attacco per la cresta Osa, facile via alpinistica, e dopo un breve tratto in piano riprendiamo a salire lungo un ripido canale, sbucando alla bocchetta di Sambrosera (1132 m). Qui prendiamo il sentiero a sinistra, che in breve conduce in vetta al Moregallo (1276 m).
Proseguiamo lungo le creste di questa bella montagna che, nonostante l’altezza modesta, presenta un ambiente quasi alpinistico, con guglie rocciose e creste aeree. Di fronte a noi vediamo i Corni di Canzo e il Rifugio SEV, nostra prossima meta. Il sentiero ci fa perdere un po’ di quota, con l\’aiuto di qualche catena nei punti più ripidi, ma rimane poi alto, in cresta, con un bel panorama sul lago di Lecco e sulla Valtellina.
Arriviamo alla bocchetta di Moregge (1136 m), dove prendiamo il sentiero a destra che si inoltra nel bosco in leggera salita, verso il rifugio SEV. Seguiamo i bolli fino alla spianata erbosa, generalmente affollata in quanto facilmente raggiungibile da Canzo e Valbrona, e raggiungiamo il rifugio (1235 m).
Dietro al SEV prendiamo il sentiero che sale, ripido ma breve, fino alla Forcella dei Corni (1300 m). Passiamo tra il Corno Occidentale e il Corno Centrale, per poi cominciare un tratto di discesa: dobbiamo perdere 300 metri di dislivello per arrivare alla Colma (1000 m), crocevia di vari sentieri. Se siamo particolarmente assetati, possiamo fare una breve deviazione svoltando a sinistra e raggiungendo l’Acqua del Fo (indicazioni per Faggio Monumentale), altrimenti proseguiamo dritto lungo il sentiero n. 3 in direzione Sasso Malascarpa, Monte Prasanto, Bocchetta di San Miro.
Si risale nel bosco e il sentiero diventa nuovamente roccioso. Sbucati dagli ultimi alberi, alle nostre spalle si apre una bella vista sui Corni e sulle Grigne. Di fronte a noi, invece, il paesaggio è dominato dall’enorme ripetitore che ben presto raggiungeremo.
Da qui comincia la strada che dall’antenna conduce al Rifugio SEC e, poi, fino a Eupilio. Per il momento ne percorriamo solo un breve tratto in leggera discesa e la abbandoniamo per prendere a sinistra il sentiero per la bocchetta di San Miro.
Alla bocchetta svoltiamo a destra e prendiamo il sentiero n. 3 per il monte Rai. Raggiunta la cima (1261 m), scendiamo verso destra lungo la facile e divertente cresta erbosa fino a ricongiungerci con la strada, ora asfaltata. La percorriamo verso il Cornizzolo, che domina il paesaggio di fronte a noi. Passiamo accanto al Rifugio SEC, anch’esso di facile accesso e parecchio frequentato, e abbandoniamo la strada per salire al Cornizzolo (1241 m).
Raggiunta la croce di vetta, scendiamo verso sinistra lungo la ripida traccia erbosa, ultimo tratto del Cornizzolo vertical. Arriviamo rapidamente alla strada, scavalchiamo il guardrail e seguiamo il sentiero che prosegue dall\’altra parte. Al bivio ignoriamo il sentiero a destra per Suello e teniamo la sinistra, proseguendo lungo il sentiero n. 11. La discesa è piacevole e corribile.
Una volta entrati nel bosco, continuiamo a scendere fino a raggiungere il Dosso della Guardia, dove di nuovo troviamo una deviazione a destra per Suello, mentre a sinistra si scende a Civate e tutto a sinistra si va per l\’abbazia di San Pietro al Monte. Quest’ultima è la nostra prossima destinazione. Il sentiero è più o meno pianeggiante fino all’abbazia, dove finalmente possiamo fare rifornimento d’acqua. Dalla fontana saliamo di qualche metro e troviamo sulla destra le indicazioni per il sentiero n. 7 e San Tomaso.
Seguiamo il lungo traverso, ai piedi del Rai e del Corno Birone, che ci riporterà fino a Valmadrera con qualche saliscendi nel bosco. Al bivio con il sentiero Luisin per San Tomaso, prendiamo quest’ultimo, indicato dalla lettera L sui segnavia, abbandonando il n. 7. Proseguiamo lungo il traverso fino a un nuovo bivio: a sinistra si sale per il Corno Birone, a destra si scende per Valmadrera-Civate. Andiamo a destra e, poco dopo, prendiamo il sentiero a sinistra per Valmadrera.
Ci aspetta adesso una discesa piuttosto ripida e, poi, un nuovo tratto semipianeggiante nel bosco. A un nuovo bivio seguiamo le indicazioni per sentiero dei massi erratici – sentiero n. 5. Ben presto arriveremo alle indicazioni per San Martino, la chiesetta che domina dall’alto il paese di Valmadrera. Seguiamo i cartelli, arriviamo alla chiesetta e proseguiamo lungo la strada in discesa fino a incrociare via San Rocco, da dove siamo arrivati.
Moregallo EE (12 km – 1200 m D+)
26 Giugno 2022 by marta • Lario Tags: corni di canzo, corsa in montagna, creste, lario, Moregallo, preguda, trail running, valmadrera • 0 Comments
Giretto breve ma intenso da Valmadrera. Salita a San Tomaso, rifugio SEV, creste del Moregallo e discesa via Preguda.
Periodo: Giugno 2022
Partenza: Valmadrera (LC)
Distanza: 12 km
Dislivello: 1200 m
Acqua: fontane in salita
GPX (clic dx, salva link con nome)
Poco tempo a disposizione ma voglia di trail, dove andare se non nel fantastico triangolo lariano? La mia heat-map di Strava in questa zona è un groviglio di linee rosse, da quante volte l’ho girata in lungo e in largo, ma ci sono sempre nuovi sentieri da scoprire e mille modi diversi di concatenarli! Tra le montagnette del Lario la mia preferita è senza dubbio il Moregallo, che vi ho già proposto in diverse salse (per esempio qui e qui).
Parcheggio poco dopo le 7 davanti al Sigma di Valmadrera, imposto il disco orario dalle 8 alle 9 e cerco di capire se posso fare il giro che ho in mente in meno di due ore. Ovviamente la risposta è no, ma decido che lo spauracchio della multa è una buona motivazione per far girare le gambe. (Se volete prendervela con calma, troverete facilmente parcheggi senza disco orario poco fuori dal centro del paese). Parto di corsa, che il giro è breve e la multa incombe, e salgo verso la frazione Belvedere lungo una piacevole stradina pedonale. Superate le ultime case, imbocco la mulattiera che mi porterà a San Tomaso.
Questa stradina, in salita ma sempre corribile, con qualche tratto piano in cui si può tirare il fiato, si presta particolarmente bene agli allenamenti trail. Faccio il mio ingresso trionfale alla piana di San Tomaso, dove trovo solo un gregge di pecore e un pastore perplesso. C’è una fontanella, ma visto il caldo mi sono portata una bella scorta d’acqua e non ho bisogno di fare rifornimento.
Da qui bisogna prendere il sentiero 4-8 verso Pianezzo. Ci sono diversi sentieri, ma le indicazioni in questa zona sono sempre chiare e precise, per cui basta fare attenzione ai cartelli e non si può sbagliare.
La salita è a tratti ripida, a tratti più morbida e quasi corribile, in ogni caso sempre bene indicata. Incontro un’ultima fontana a un crocevia di sentieri, dove continuo a seguire il mio 4-8. Sbuco alla bocchetta di Luera (1209 m) e proseguo verso il rifugio SEV, che ben presto comincio anche a vedere.
Il sentiero cambia faccia quando passo sotto le falesie del Corno centrale: la roccia qui è bianca e l’ambiente ricorda, sia pure per un breve tratto, quello di alta montagna. Dura poco e torno a immergermi nel bosco. Raggiunto il rifugio SEV, scendo per il prato e prendo il sentiero in discesa nel bosco seguendo le indicazioni per Valmadrera: lasciandomi alle spalle i Corni di Canzo, mi dirigo verso il Moregallo. Alla bocchetta di Moregge (1110 m) ricomincio a salire lungo le creste (solo per escursionisti esperti).
Da quassù la vista può spaziare lungo tutto il ramo lecchese del lago di Como, fin quasi a Colico. Bisogna mantenersi sempre il più in alto possibile lungo il filo di cresta: i sentieri che tagliano di traverso la montagna poco più in basso sono spesso coperti di vegetazione e più adatti agli animali che alle persone. In effetti, gli unici altri escursionisti che trovo a spasso sono delle pecore con una spiccata inclinazione per l’arrampicata sportiva.
Nell’ultimo tratto, quando la vetta del Moregallo è ormai in vista, delle catene aiutano nella discesa e nella risalita dell’ultima cresta. Si continua a vedere il lago di Annone, mentre il lago di Como è nascosto dalla montagna: mi raccomando, non fatevi tentare dalle tracce (di animali) che sembrano scendere lungo l’erto versante nord, seguite sempre i bolli e il sentiero principale che vira appunto verso il lago di Annone.
Sbuco in vetta (1276 m), saluto velocemente la madonnina che con la consueta imperturbabilità domina sul Barro e sui laghi sottostanti, e riparto di corsa alla volta del sasso di Preguda. Sono ormai le 9 e mi auguro che i vigili non stiano già cominciando a girare per Valmadrera, perché mi manca ancora un bel pezzetto! Dalla bocchetta di Sambrosera continuo a seguire il sentiero n. 6 per Valmadrera via Preguda e, dopo un breve tratto pianeggiante, scavalco le creste e comincio la ripida discesa verso Valmadrera.
Incrocio il sentiero Paolo e Eliana, ottima alternativa per rientrare a Valmadrera da frazione Belvedere, ma continuo a seguire il più panoramico sentiero per Preguda. La discesa è piuttosto ripida e sdrucciolevole, scivolo un paio di volte ma sono determinata a raggiungere la mia macchina prima dei vigili! Finalmente la pendenza si addolcisce, il ghiaino scivoloso cede il passo al più morbido terreno del bosco e raggiungo infine il sasso di Preguda (647 m) e l’annessa chiesetta.
Proseguo in discesa seguendo il percorso permanente della Dario & Willy e il sentiero mi porta ben presto a una strada carrozzabile. Questa strada va seguita, ma solo per un breve tratto. Senza lasciarvi ingolosire dalla discesa (errore che ho già fatto), buttate un occhio sulla destra e troverete il facile e comodo sentiero per Valmadrera.
Da qui al centro del paese ci metto poco. Ho sforato di un’ora rispetto al mio disco orario, ma per fortuna niente multa!